testojpeg“Caritas Christi urget nos” (2Cor 5,14). Queste parole, con le quali si apre l’orizzonte dell’evangelizzazione proposto dall’Anno della Fede (Porta Fidei, 7), sono state scelte come titolo del presente testo perché costituiscono l’animus per una nuova evangelizzazione che, lungi dal poter essere l’esito di un dovere inteso in senso moralistico, può generarsi solo da una profonda esigenza interiore, dal non poter trattenere per sé il dono ricevuto, poiché il dono della fede riempie di senso la nostra vita ed è ciò che dà stabilità e pienezza ad ogni vita. E la carità di Cristo è l’exemplum in cui specchiarci. Un Dio che si fa uomo, servo per l’uomo, nostro compagno di viaggio, rivela l’eccelsa dignità in cui ci ha posto e prima ancora rivela il suo volto. Dio si è fatto pellegrino per manifestarci il suo amore, per mostrare che si fa carico dell’uomo come il buon samaritano. La sua grandezza si rivela nella compagnia, nella vicinanza. “Il suo pellegrinaggio diventa così la ragione, il metodo e il fine del nostro andare… Ogni missione deve partire da qui: la nuova evangelizzazione non può che configurarsi come il pellegrinaggio dell’uomo, già raggiunto da Dio, verso il proprio fratello” (B. Maggioni, Nuova evangelizzazione, EMP 2012). È un cammino di prossimità per l’inverarsi dell’amore nel mondo perché l’umanità possa rispondere dello statuto creaturale dell’uomo, un uomo voluto per amore e orientato all’amore. Quanto questo statuto sia oscurato e disatteso è nell’evidenza dei nostri giorni. L’impoverimento disastroso dell’umano, l’inquinamento del cuore e della mente, la desertificazione spirituale che corrode di senso e di speranza, sono lì ad indicarci l’urgenza di una nuova evangelizzazione. Nuova perché inediti sono i contesti in cui si pone, un mondo sempre più globalizzato ma sempre più incapace di farsi dimora di tutta la famiglia umana; e nuova perché sempre è da rinnovare la nostra fede, è sempre da compiere quel “pellegrinaggio di fede in fede” che solo permette di non essere nell’“anestesia del cuore” e di portare frutto.
La carità di Cristo urge a metterci in cammino, a uscire, a uscire in compagnia di Gesù, lungo le strade del mondo. È l’invito costante di Papa Francesco in questo nostro tempo a “camminare, edificare, confessare” per custodire l’umano.
“Camminare” perché la fede richiede l’accoglienza dell’“Esci dalla tua terra, dalle tue sicurezze, affidati alla Parola del Signore…”, esige il cammino con Lui, alla Sua presenza. “Edificare”: siamo chiamati ad avere consistenza, ad essere “pietre vive”, vivendo come Popolo di Dio. “Confessare”: sempre ricordando che o siamo trasparenza di Cristo e del suo amore, o siamo rimando ad altro. Le istanze della nuova evangelizzazione rinviano sotto questo profilo all’invito rivolto a S. Francesco dal Crocifisso di S. Damiano: “Va, e ripara la mia casa…”, che è innanzitutto riparare la comunione con il Cristo per poter essere uomini e riparare la convivenza umana. La fede è per la vita, per la nostra maturazione, ma è anche una custodia della vocazione umana dell’umanità, del disegno di Dio sull’umanità, altrimenti cadiamo nella barbarie.
Il presente testo di formazione vuole essere di aiuto a porci in questa prospettiva di conversione e di rinnovato cammino di amore, fondato sulla certezza di ciò che il Signore può trarre anche dalla nostra povertà, senza lasciarci vincere dalla paura dei nostri limiti.
È urgente prendere sempre più coscienza che la nostra fede “non è” se non si annuncia, se non si professa con la vita. Riandare alle radici, per innestare il nostro pellegrinaggio della fede sull’animus fondante della carità di Cristo, è il percorso che umilmente questo lavoro intende offrire, • individuando le cause dell’attuale contesto di scristianizzazione per rintracciare la via di speranza nel modello di uomo donatoci in Cristo Gesù (1° capitolo);
• rifacendoci al “come” della missione di Cristo per vivificare il nostro essere in missione (2° capitolo);
• ripercorrendo il senso pieno del “professare la fede” che attiene alla nostra identità (3° capitolo);
• rimeditando la modalità dell’annuncio suggerito dallo Spirito a S. Francesco, inviato al mondo intero, per amministrare a tutti “le odorifere parole del Signore Gesù” (4° capitolo);
Un percorso offerto poi, a partire dall’evangelizzazione come missione di Chiesa,
• con una particolare attenzione alla specificità laicale (5° capitolo);
• evidenziando tra i luoghi dell’evangelizzazione, la priorità della famiglia (6° capitolo);
• dando rilievo all’evangelizzazione del sociale, dove mettere a frutto, in situazione, la dottrina sociale della Chiesa quale strumento straordinario di nuova evangelizzazione (7° capitolo).
La promulgazione dell’Enciclica “Lumen Fidei”, nel momento di stesura finale del testo, ci ha consentito di impreziosire ogni capitolo con la luce offerta da alcuni brani inseriti nelle Schede che accompagnano le varie unità. Le Schede diventano così rimando a nutrire la riflessione proposta con la meditazione dell’intera architettura di questa prima Enciclica di Papa Francesco. Accompagna il Testo, come di consuetudine, il Calendario Francescano 2014 che col tema guida “Custodire la creazione” quest’anno fa memoria nello scorrere dei mesi e dei giorni di un importante aspetto dell’evangelizzazione, l’evangelizzazione del creato, sollecitandoci anche con la bellezza delle immagini ad accoglierne la preziosità, orma dell’“Altissimo Onnipotente Bon Signore”.
Nel consegnare questo libro, che ricordiamo è sempre frutto di una fraternità – fraternità di formazione –, ci è gradito ringraziare particolarmente Don Massimo Serretti (docente di Teologia dogmatica alla Pontificia Università del Laterano) che ha nuovamente arricchito questo servizio fraterno con la sua competenza. E una speciale riconoscenza desideriamo esprimere di cuore a S. Em.za il Card. Velasio De Paolis che, concedendoci di pubblicare una sua importante riflessione proposta negli “Incontri alle radici della fede”, ci ha donato il capitolo di apertura del testo.
L’augurio che porgiamo ad ogni lettore è che l’approfondimento del tema, per grazia dello Spirito, possa aiutare a vivere con rinnovata speranza il tempo presente, tempo di aridità e di crisi, ma in quanto tempo del deserto “tempo della più grande opportunità per ritornare a ciò che è essenziale” (cfr. Apertura Anno della fede).

Argia Passoni,
Coord. Commissione Nazionale Formazione