img64 (4)

Apertura lavori presentazione del libro di Mario Toso

Luca Tentori

Buona sera e benvenuti.

Verrebbe da dire: dove eravamo rimasti?
Sì perché un anno e mezzo fa, a marzo del 2017, ci siamo ritrovati per parlare di una altro libro di monsignor Mario Toso, dal titolo “Per una nuova democrazia”, stampato dalla Libreria Editrice Vaticana. Un volume corposo e sistematico che ha preso in esame il volto e i meccanismi della democrazia, il pensiero della dottrina sociale della Chiesa e molti suggerimenti pratici per i cattolici impegnati in politica.
img68 (1)Il libro che presentiamo quest’oggi, più agile giunto in pochi mesi alla sua seconda edizione, si sofferma su quest’ultimo punto lanciando un grido d’allarme, basato a ragione su una crisi che prosegue da anni: il rapporto, come dice il titolo, tra cattolici e politica. Una denuncia forte cade dalla penna di monsignor Toso insieme a proposte per una via d’uscita che tolga dalle secche la nave dei cattolici impegnati o che si vorrebbero impegnare in politica.
La dottrina sociale della Chiesa, una forte formazione cristiana, il ruolo delle comunità, il grande capitale narrativo ed esperienziale dei cattolici nell’ultimo secolo.
Tutto da riattualizzare in scenari nuovi, ma non si parte da zero. E la passione con cui monsignor Toso da anni incita a questo è già un buon punto di partenza: segno di una Chiesa che non tace e che non ha rinunciato alla formazione e alla presenza dei cattolici in politica. Ne hanno piena cittadinanza.
Su questo siamo tutti d’accordo. Nel corso della serata discuteremo dei modi e in alcune piste concrete. Lo faremo con tre interventi: l’introduzione della professoressa Vera Negri Zamagni, e dei professori Stefano Zamagni e Ernesto Preziosi; le parole dell’autore e anche le vostre domande e osservazioni dal pubblico.
Prima di lasciare la parola ai saluti di alcuni istituzioni e realtà civili e religiosi, essendo questa la presentazione di un libro è doveroso riferire da “quale pulpito viene la predica”. Cioè chi è il nostro autore che ringraziamo per i contenuti profondi ed appassionati che periodicamente ci regala.
Monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza e Modigliana, è vescovo incaricato della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna per la pastorale sociale e del lavoro e presidente della Consulta per la pastorale sociale dell’Emilia Romagna. Ha scritto questo libro con la sapienza di una grande esperienza acquisita nei lunghi anni di studio sull’argomento (docente e già Rettore all’Università Pontificia Salesiana) e come Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni nell’ambito della dottrina sociale della Chiesa e della filosofia sociale e politica. È uno dei massimi esperti di Dottrina sociale della Chiesa.
Inizierei con don Paolo Dall’Olio, da poco direttore dell’Ufficio della diocesi di Bologna per la pastorale per il lavoro.
La parola poi a un soggetto istituzionale: per il Comune di Bologna l’Assessore Casa, Emergenza abitativa, Lavori pubblici, Virginia Gieri.
Per ilmondo dei giovani, in particolare dell’Università abbiamo con noi Lucia Vespe, incaricata regionale della Fuci Emilia Romagna.
Infine, anello importante quello delle comunicazioni: Alessandro Rondoni che porta il saluto dell’Ucsi, di cui è stato presidente e dell’Ufficio regionale di comunicazioni sociali della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna di cui è direttore.
L’introduzione è della professoressa Vera Zamagni con alle spalle una lunga carriera di insegnamento e anche di responsabilità politica a livello regionale. Attualmente è anche Coordinatrice del Settore Dottrina Sociale dell’Istituto Veritatis Splendor.
Grazie allora all’Istituto Veritas Splendor che ci ospita e al cui interno è presente la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, e agli altri enti che hanno dato il loro patrocinio all’iniziativa: la Fraternità Francescana e la Cooperatica Frate Jacopa, Ac, Mlac, Mcl, Usci Fuci e le Acli.
Rimaniamo in famiglia e in casa qui al Veritatis: il professore Stefano Zamagni grande economista, docente all’Università di Bologna, collaboratore anche di alcuni testi del magistero pontificio, già presidente dell’Agenzia per il terzo settore. Al suo attivo numerose pubblicazioni. Credo che non abbia bisogno di altre presentazioni. In una sua recente intervista ad Avvenire Bologna 7 nel presentare questo libro ha detto: «La seconda secolarizzazione che stiamo vivendo, adotta come slogan “Opera come se la comunità non esistesse”. I cattolici in politica devono sforzarsi di smentire questa convinzione».
E’ ancora importante la comunità nella formazione dei politici cattolici? Cosa portano le comunità cristiane al mondo politico? Abbiamo perso questo legame?
Ernesto Preziosi è Presidente del Centro studi storici e sociali (Censes) e docente di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”. Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto Deputato per il Partito Democratico. L’occasione è ghiotta per tempestarlo di domande per capire dal “di dentro”, dalla “viva carne” le problematiche e le sfide dei cattolici in politica.
Nel testo monsignor Toso traccia un identikit dell’impegno politico dei cattolici: “è una risposta ad una vocazione, a servizio del bene comune”. Ci sono alcune esigenze fondamentali, essendo l’azione di un credente: l’amore cristiano, la coerenza con la fede professata, il rigore morale, la capacità di discernere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, il necessario dal superfluo; un’esistenza virtuosa: la capacità di esprimere un giudizio culturale in sintonia con la tradizione e le sue fonti; la competenza professionale e non ultima la passione per il bene comune”.
Un identikit impegnativo impregnato sul Magistero sociale della Chiesa. Si fa fatica oggi? Vi sentite soli come politici cattolici nel portarlo avanti? Pensate di incidere nel vostro partito?
L’intervento conclusivo è dell’autore a cui lascio volentieri la parola senza perdere però il vizio o la virtù dei giornalisti: quella di fare qualche domanda.
1. Nella Chiesa vediamo sempre più spesso la bellezza e la grandezza di opere caritative: accoglienza, solidarietà, intelligenza negli interventi sociali.
Ma questo non rischia di essere una zattera in balia delle correnti se non poggia sulle fondamenta di una visione e di un’azione politica che regolamenti la società e i suoi valori?
2. Dove si è perso di preciso il punto di contatto tra cattolici e politica: nei singoli, nella Chiesa, nella gerarchia, nelle comunità? Cosa si è rotto?
3. Anche il cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, qualche settimana fa all’inaugurazione dell’Anno accademico della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, ha espresso la preoccupazione della Chiesa per la voce dei cattolici in politica che è diventata sempre più flebile fino ad essere quasi inconsistente. A mali estremi estremi rimedi. Nel volume ripropone di tornare ai fondamenti: prima fra tutte la formazione politica nelle comunità (non partitica).
4. Quali strade concrete: come uscirne. Ad un giovane che vorrebbe iniziare domani mattina in un impegno politico cosa consiglierebbe?

Luca Tentori
Giornalista di Avvenire
e 12Porte

img65 (1)