Dall’Assemblea CDAL di Bologna per il Cammino Sinodale

Inizio dell’Assemblea con la partecipazione del Card. Matteo Zuppi.



Sabato 4 Dicembre presso la Chiesa del Corpus Domini si è tenuta l’Assemblea della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, la prima dopo il rinnovo del Comitato di Presidenza.
L’assemblea, presieduta dalla Segretaria del Cdal Claudia Mazzola e da Don Davide Baraldi, si è svolta alla presenza del nostro Cardinale Matteo Zuppi.
La riflessione proposta per la giornata ha avuto come tema di approfondimento la ‘Solitudine’:” Curare l’epidemia della solitudine”. Questo tema è scaturito dagli incontri del Comitato di Presidenza che ha constatato come, tra i vari effetti della pandemia in atto, vi fosse un aggravarsi delle situazioni di solitudine e povertà all’interno del tessuto sociale ed ecclesiale.
Uno stimolo per approfondire l’argomento è tratto dal volume “Solitudine” di Mattia Ferraresi dove viene definito come “il male oscuro delle società occidentali”. Come ha spesso sottolineato il Santo Padre è la cultura dello scarto che genera oggi sempre più l’isolamento allontanando tra di loro le persone.
Per entrare più nel vivo del problema è stata proposta all’assemblea una rappresentazione teatrale su una esperienza di solitudine, seguita dal coinvolgimento dell’assemblea condividendo gli stimoli scaturiti da questa esperienza.
Nella solitudine l’incontro con l’altro è una luce di speranza, ma forse lo è ancora di più “l’attesa” sapere che qualcuno verrà a trovarmi, si interessa a me, so che vieni !… È un po’ come l’Avvento.
Con la partecipazione, in video-collegamento, del Cardinale Josè Tolentino Mendoça autore del libro “Pregare ad occhi aperti” è proseguito l’incontro con la lettura di tre preghiere tratte dal suo volume.
Ad ogni lettura seguiva una riflessione dialogata tra il nostro Vescovo e l’autore del Libro da cui prendiamo alcuni spunti.
La preghiera ‘ ad occhi aperti’ è una preghiera che ci apre alla semplicità della vita, del quotidiano, alle domande della situazione concreta viste non come ostacolo ma come nuova forma di ospitalità della vita.
Per Matteo Zuppi la ‘preghiera ad occhi aperti’ non è scontata, normalmente ci si chiude in noi stessi, invece bisogna aprire gli occhi per trovare l’altro: ‘trovo mè stesso se trovo l’altro’.
La Preghiera è anche la forma per costruire la storia, leggere il mondo, costruire il mondo.
“Pregare il vuoto” – ‘Insegnaci Signore a pregare questo vuoto’ – È la prima preghiera proposta.
L’esperienza della pandemia ci ha portato a conoscere, col distanziamento sociale, nuove forme di solitudine, ma in particolare il vuoto affettivo. La solitudine, la mancanza di speranza, le incertezze, la chiusura in noi stessi creano il vuoto attorno a noi e acuiscono l’incapacità di andare incontro all’altro. Ecco che tutto questo portiamo nella preghiera a Dio. Dobbiamo guardare il mondo e le nostre ferite con gli occhi di un bambino. Solo Lui può darci la forza per vincere il vuoto.
Seconda preghiera “Consigli di Giuseppe per il nostro avvento” – ‘Torna a guardare al tempo con innocenza, come a un compito che i bambini conoscono meglio di te’ –. Abbiamo perso il senso del tempo, non sappiamo più cosa sia “l’attesa”, non l’accettiamo. La ‘velocità’, la simultaneità sono oggi i dogmi della società. Tutto questo ci porta alla superficialità, all’appiattimento dei nostri rapporti.
Senza l’attesa diventiamo analfabeti della vita. La vita generativa è fatta di attesa (pensiamo alla nascita di un bambino: 9 mesi di attesa). Oggi viviamo solo nello spazio, abbiamo perso la dimensione del tempo. L’ascolto è legato al tempo, non possiamo costruire relazioni profonde con l’altro senza dedicare tempo. Non c’è ascolto senza tempo.
“La sorpresa della misericordia” Terza preghiera. ‘Signore, la velocità a cui viviamo ci impedisce di vivere… tutto scorre, fuori e dentro di noi, in un effimero galoppo’. È la misericordia del Signore che ci ridona la speranza, che muove la storia della salvezza ci fa comprendere il significato dell’ascolto e della presenza. Dobbiamo reimparare dall’ascolto a riallacciare rapporti, valorizzare gli incontri, trasformare la solitudine in comunione, creare legami di fraternità, senza lasciare indietro nessuno, senza ‘scarti’. È il dono e la sorpresa della Misericordia.
Nelle conclusioni, tratte dal Vescovo Matteo Zuppi assieme a Don Davide, veniamo sollecitati a prendere seriamente il nuovo Cammino Sinodale intrapreso dalla Chiesa. Ognuno per la sua parte, e quindi anche noi come Aggregazioni Laicali. È un itinerario che vede impegnata tutta la Chiesa in un percorso in varie tappe fino al 2030:
2021-2022 e 2022-2023 Fase narrativa;
2023-2024 Fase sapienzale;
2024-2025 Fase profetica;
2025-2030 Restituzione degli Orientamenti degli Orientamenti sinodali.
Nella fase iniziale siamo chiamati a muoverci in un percorso di ‘ascolto’ che coinvolga tutti, dalle parrocchie alle associazioni, dalle zone alle comunità religiose ecc. Tutti, quindi anche le aggregazioni laicali, sono impegnati in questo cammino, ad essere di stimolo nel loro gruppo, nelle parrocchie ma anche nelle realtà mondane con cui vengono a contatto in modo da poter raggiungere anche le più distanti dalla Chiesa. È un ascolto che deve creare nuovi legami di comunione trasformando, con l’amore, la solitudine in condivisione per un nuovo modello di convivenza nei gruppi, nel quartiere, nella città.
L’invito alle nostre aggregazioni è quindi quello di partecipare a questo cammino non per ‘dovere’, ma come soggetti attivi nella Chiesa.

Alfredo Atti, rappresentante FFFJ nella Consulta
Aggregazioni laicali della Diocesi di Bologna

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata