DAI VESCOVI DEL PAKISTAN UNA “MAGNA CHARTA” AL GOVERNO: FRENARE L’INTOLLERANZA RELIGIOSA
succede mondo“L’aumento della violenza e dell’intolleranza religiosa mette in pericolo la convivenza civile e sociale in Pakistan” e testimonia “il fallimento dell’amministrazione civile e giudiziaria”. Per questo urgono “misure improrogabili”: è il forte appello inviato al governo pakistano dalla Conferenza Episcopale e dall’Associazione dei Superiori Maggiori. Il testo del documento mette le autorità civili di fronte alle loro responsabilità inoltrando stringenti richieste all’esecutivo e alla Corte Suprema.
“L’omicidio di Shahzad Masih e Shama Bibi a Kasur ricorda che l’intolleranza in nome della religione è andata ben oltre lo stato di diritto: la giustizia sommaria viola la Costituzione e il Codice Penale – afferma il testo –. Tali incidenti riflettono la mancanza di governance, il fallimento dell’amministrazione civile e del sistema giudiziario, che garantiscono l’impunità a questi crimini contro l’umanità” spiegano i Vescovi.
La Chiesa cattolica chiede allora “misure improrogabili” per impedire che tali episodi avvengano di nuovo e presenta una “Magna Charta” al governo e alla Corte Suprema, in cui si domanda: di promuovere una inchiesta indipendente e rapida sui fatti di Kasur, per una “giustizia immediata”, che costituisca un chiaro precedente; di ritenere responsabili i religiosi islamici che hanno istigato alla violenza; di prendere provvedimenti per fermare l’abuso della legge sulla blasfemia; di prevenire tali episodi addestrando la polizia e dichiarandola responsabile di negligenza; di applicare le raccomandazioni espresse a giugno scorso dal giudice capo della Corte Suprema, per la protezione delle minoranze religiose.

(PA) (Agenzia Fides 19/11/2014)