img60 copiaLa memoria del Perdono di Assisi, che il padre S. Francesco ha chiesto e ottenuto per noi, ogni anno viene a consolarci e a ravvivare la nostra speranza nella misericordia di Dio. Questa festosa ricorrenza ci offre l’opportunità di una riflessione sul grande dono del perdono che ci è dato gratuitamente, segno e testimonianza dell’amore sconfinato di Dio nostro Padre.
L’estate è illuminata dalla luce del perdono che viene a risanare cuore e mente di ogni uomo che si apre alla sua benefica azione. Ogni uomo infatti sperimenta la debolezza, l’incoerenza, la chiusura in se stesso e a volte nel suo intimo si insinua anche la malvagità. Nel momento in cui la persona rientra in se stessa, sente il bisogno di purificazione, di rinnovamento, sente il desiderio di ricominciare; allo stesso tempo si rende conto che con le sole sue forze non ce la fa. Se però riesce ad alzare gli occhi al Signore, sperimenta che è possibile essere perdonato, purificato, rigenerato.
Significativo l’esempio di S. Francesco: “Un giorno il beato Francesco […] si ritirò in un luogo adatto per la preghiera. Ripensando con amarezza gli anni passati malamente ripeteva: ‘O Dio sii propizio a me peccatore!’. A poco a poco si sentì inondare nell’intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza. Cominciò allora ad uscire da sé: l’angoscia e le tenebre che gli si erano addensate nell’animo scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia.[…]. Quando quella luce e quella dolcezza si dileguarono, egli aveva uno spirito nuovo e pareva ormai mutato in un altro uomo” (FF 363).
Sorgente unica del perdono è l’amore misericordioso di Dio che vince sempre sulla debolezza e sulla cattiveria dell’uomo come afferma Papa Francesco: “La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona” (MV, 3).
Gesù ci rivela questo amore eccessivo del Padre al di là di ogni aspettativa dell’uomo. Solo Lui poteva presentarci il Padre come fa nella parabola del figliol prodigo: Egli è quel padre che attende il ritorno del figlio che se ne è andato sbattendo la porta di casa. E quando torna, gli va incontro, lo abbraccia e soffoca sulla sua bocca le parole di pentimento. Solo Gesù poteva rivelarci questa misericordia senza confini del Padre che dà, consegna alla morte il suo figlio amato per i peccati dell’umanità.
Gesù ci racconta anche la parabola dei due servi debitori: in essa con chiarezza afferma che tutti abbiamo bisogno del perdono, tutti siamo debitori. Anche in questa parabola ribadisce la magnanimità del Signore che ci perdona, ma aggiunge anche che il perdono avuto gratuitamente deve diventare in noi un lievito che trasforma la nostra vita, che come nella esperienza di S. Francesco, ci dà uno spirito nuovo e ci rende “altri uomini”, ci rende cioè capaci di perdonare, di amare fratelli che sbagliano e commettono del male magari contro di noi.
L’accogliere questa novità nella nostra vita diventa condizione per il perdono di Dio: “Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli, perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6, 14s). Il perdono deve entrare a far parte stabilmente dei nostri rapporti, deve diventare la modalità delle nostre relazioni e in questo modo rinnoverà il nostro vivere quotidiano. Il nostro mondo è pieno di persone che non sopportano la diversità, di persone che cercano di farsi giustizia, che non perdonano.. ecco allora l’odio, la violenza, la guerra.
Il perdono invece è via alla pace, fondamento di rapporti fraterni, via per una vita diversa. Il perdono via per una umanità secondo il progetto del Creatore, per un vivere umano da “figli del Padre”.
A S. Francesco che aveva sperimentato la dolcezza e il bene grande del perdono, lo Spirito del Signore rivela che la immensa ricchezza del perdono è un bene per tutta l’umanità; perciò lo ispira a chiedere il perdono al di sopra di ogni altro dono e a renderlo più vicino possibile, alla portata di tutti, in un luogo umile, gratuito come è la Porziuncola.

p. Lorenzo Di Giuseppe

IL PERDONO CONTINUA A “GENERARE PARADISO”

“Mi piace ricordare oggi prima di tutto, le parole che, secondo un’antica tradizione, san Francesco pronunciò proprio qui, davanti a tutto il popolo e ai vescovi: “Voglio mandarvi tutti in paradiso!”. Cosa poteva chiedere di più bello il Poverello di Assisi, se non il dono della salvezza, della vita eterna con Dio e della gioia senza fine, che Gesù ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione? Il paradiso, d’altronde, che cos’è se non il mistero di amore che ci lega per sempre a Dio per contemplarlo senza fine? img62
Cari fratelli e sorelle, il perdono di cui san Francesco si è fatto “canale” qui alla Porziuncola continua a “generare paradiso” ancora dopo otto secoli. In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo.
Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace. Chiediamo a san Francesco che interceda per noi, perché mai rinunciamo ad essere umili segni di perdono e strumenti di misericordia.”

(Dalla Meditazione di Papa Francesco
in Visita alla Porziuncola 4 agosto 2016
per l’VIII Centenario del Perdono d’Assisi)