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«La democrazia non è mai una conquista definitiva. Permane sempre l’esigenza di darle un’anima e corpi nuovi». Ne è convinto monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza e Modigliana, e lo ha sostenuto nel suo ultimo libro «Per una nuova democrazia» (Lev, 2016) presentato lunedì 13 marzo a Bologna all’Istituto Veritatis Splendor.
«Bisognerebbe in questa fase storica – ha detto Mons. Toso, delegato Ceer per la pastorale sociale e del lavoro – progettare il futuro investendo in politiche di lunga durata che abbiano una lunga visione, a cominciare dal mondo del lavoro con ampi investimenti pubblici. Bisognerebbe impostare una politica fiscale che vada a favore della crescita e a favore della diminuzione della diseguaglianza, dello sviluppo industriale. Oggi c’è bisogno proprio di una politica alta, di una politica che non si concentri solo nella difesa e nella tutela di quelle che sono le libertà individuali, ma che veda anche il bene comune che è il suo bene più proprio. Con la “politica del cerotto” non si va molto lontano».
Alla presentazione è intervenuta anche Vera Negri Zamagni, coordinatrice del Settore dottrina sociale all’Istituto Veritatis Splendor, che ha ricordato come nel contesto attuale, dopo aver perso la fraternità e l’uguaglianza, rischiamo di perdere la libertà.
«Il libro di Mons. Toso – ha detto invece l’economista Stefano Zamagni – è importante perché solleva questioni che di solito non vengono trattate. Ci indica che la crisi della democrazia in generale, e dell’Italia in particolare, ha radici molto profonde. Propone interventi che riguardano il passaggio a quella che ormai viene chiamata la “democrazia deliberativa”, cioè un modello di democrazia nel quale non si riduce tutto a procedure, ma che coinvolga nei processi partecipativi effettivi i cittadini.
Mons. Toso tira poi le orecchie al movimento sociale cattolico per la sua latitanza, non tanto a livello individuale ma come movimento ».
«Il volume offerto dal vescovo di Faenza – prosegue Stefano Zamagni – sottolinea infine l’urgenza di rivedere il rapporto tra la sfera dell’economico e la sfera del politico. La crisi della democrazia, in ultima istanza è dovuta al fatto che oggi la politica è stata messa al servizio del mercato. Ed è questo il motivo che spiega la disaffezione e l’inefficacia degli interventi. Bisogna allora rimettere le cose in ordine: l’economia deve avere il suo spazio ma la politica ricopre un ruolo ben preciso. La politica è il regno dei fini e l’economia è il regno dei mezzi».
Anche il parlamentare Antonio Preziosi del Partito democratico ha ribadito infine come al centro dell’azione politica ci deve essere la persona e la comunità. «In ambito sociale – ha concluso Preziosi – in questi ultimi decenni abbiamo assistito a un’abbondanza di magistero e a un’esiguo impegno sociale e politico dei cattolici italiani, soprattutto dal punto di vista dell’associazionismo».
Promotori dell’evento: Fraternità Francescana e Coop Frate Jacopa, «A gonfie vele» scuola di formazione sociale di Faenza–Modigliana, Consulta per la Pastorale sociale regionale, Ac, Mlac, Mcl e Acli.
È possibile rivedere l’intero incontro sul canale di Youtube dell’Istituto Veritatis Splendor.
Luca Tentori (Avvenire Bo7)

Gli interventi dei relatori saranno pubblicati nel prossimo numero del Cantico.

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