mariajpegNel momento supremo della sua Passione, negli ultimi istanti della sua vita, “Gesù vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!” (cfr. Gv 19, 26-27). Nella lettera apostolica “Evangelii Gaudium” Papa Francesco commenta: “Queste parole di Gesù, sulla soglia della morte, non esprimono in primo luogo una preoccupazione compassionevole verso sua madre, ma sono piuttosto una formula di rivelazione che manifesta il mistero di una speciale missione salvifica. Gesù ci lascia sua madre come madre nostra. Solo dopo aver fatto questo Gesù ha potuto sentire che “tutto era compiuto” (EG, 285 ).
Ai piedi della croce Gesù ci affida a Maria e affida Maria a noi. È un mistero da accogliere, da tenere con noi, da contemplare con lo stesso cuore del nostro padre S. Francesco che “circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù… In lei principalmente, dopo che in Cristo, riponeva la sua fiducia” (FF 1165).
Nella contemplazione del dono immenso che Gesù ci fa ponendo una connessione profonda tra Maria e la Chiesa, Maria e ciascun cristiano, possiamo intravvedere un tratto profondo della delicatezza misericordiosa di Dio nostro Padre nei nostri confronti.
Papa Francesco ci viene incontro nell‘ ultima parte della Evangelii Gaudium e le sue riflessioni ci guidano a comprendere la meraviglia di questa opera di Dio. “Ai piedi della croce, nell’ora suprema della nuova creazione, Cristo ci conduce a Maria. Ci conduce a Lei perché non vuole che camminiamo senza una madre” (EG,285). Ecco la ragione profonda del comportamento di Gesù: Lui che conosce il nostro cuore sa che abbiamo bisogno di una madre. E Maria “come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio” (EG,2 85).
Tramite Maria, sentendoci avvolti dalla sua cura materna, per noi sarà più facile comprendere l’amore di Dio. Lei “è l’amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita” (EG, 286). Nell’esperienza di tutti noi si incontrano periodi difficili, giorni bui quando tutto sembra senza senso e tutto quel che facciamo non ha alcun sapore. La certezza che Maria è nella nostra casa non ci permette che la nostra vita si perda dietro cose frivole e dietro il vuoto, sprofondati nella nebbia della depressione e della disperazione.
“Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza” (EG, 286). L’allusione è chiaramente alla nostra vita, a volte più disastrata di una grotta per animali, resa maleodorante dai nostri peccati e dalla nostre debolezze: la venuta di Maria con noi può trasformare tutto, può trasformare le nostre povertà e renderci casa accogliente per Gesù.
Maria è colei che ha il cuore trafitto dalla spada, dal dolore della sua vita a fianco di Gesù crocifisso: lei comprende tutte le nostre sofferenze e a lei possiamo ricorrere nei momenti difficili e quando siamo oppressi da ingiustizie e sofferenze. Quale madre di tutti, è segno di speranza per le persone e i popoli che soffrono nel difficile e doloroso cammino verso la libertà e verso una vita dignitosa per tutti.
Molte popolazioni soffrono i “dolori del parto finchè non germogli la giustizia”.
Come ogni vera madre, Maria ci indica anche la via, il modo come vivere, e ci accompagna nella vita in un itinerario di fede, verso l’assunzione di una vita che ha al centro una docilità all’opera dello Spirito, un’accoglienza piena della volontà di Dio, una volontà di servizio umile e fedele come accadde nei lunghi anni a Nazaret . Lei ci ricorda che anche in noi, mediante l’opera dello Spirito Santo, viene ad abitare Gesù Cristo e che tramite noi, come tramite la sua maternità, Lui deve nascere e rendersi presente nella storia dell’uomo del nostro tempo per portare a tutti salvezza.
Occorre ripensare il mistero di Maria nella Chiesa, popolo di Dio, e in ogni cristiano. Senza disprezzare nessuna tradizione, sgorgata dalla pietà popolare, possiamo affermare la necessità di approfondire la presenza di Maria nell’insegnamento della Chiesa che potrebbe rivelarci grandi ricchezze ed orizzonti pieni di speranza.

p. Lorenzo Di Giuseppe