Per un mercato equo e sostenibile
“L’alleanza dei consum-attori per una prossima economia ha l’obiettivo di aiutare società civile, attori economici e istituzioni a gettare le basi per un cambiamento negli obiettivi dell’attuale economia, per creare le condizioni per un benessere economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile”: lo ha detto l’economista Leonardo Becchetti a Padova, in occasione del primo incontro pubblico del progetto “Per una nuova etica civile”, che ha preso le mosse con l’appuntamento dedicato al tema “Mercato e beni comuni: modelli economici per la sostenibilità”. Il progetto della Fondazione Lanza, di cui l’incontro sull’economia è il primo di una serie fino al maggio prossimo, articolato su tre filoni (oltre a quello su economia e ambiente, gli altri due riguardano “Filosofia e teologia” e “Medicina”), è di ampio respiro e muove da alcune domande che Simone Morandini, il coordinatore dell’iniziativa, ha sintetizzato così: “Come ritessere i legami sociali in un contesto che sembra talvolta come disconnesso? Come ritrovare la capacità di costruire assieme bene comune? Come riattivare quella capacità di dialogo costruttivo tra posizioni differenti che costituisce elemento portante del vivere civile?”. La risposta offerta dalla Fondazione Lanza si basa sull’assunto che sia possibile “individuare le linee per un rinnovato senso civico di fronte a una situazione sociale, politica, civile che desta preoccupazione”, come ha spiegato Matteo Mascia, l’altro coordinatore dell’iniziativa.

Fattori-chiave di sviluppo futuro
Economia e sostenibilità, dunque, in primo piano il 18 ottobre a Padova, dove accanto a Leonardo Becchetti, c’era un altro economista ed esperto di politiche ambientali: Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari, di Venezia. Becchetti ha introdotto il “Manifesto per una prossima economia”, partendo da alcuni concetti di fondo. “Sebbene la nostra generazione abbia raggiunto traguardi molto ambiziosi in ambito scientifico e tecnologico, questo progresso – ha detto – non ha ancora condotto verso una società giusta e siamo ben lungi dal soddisfare i nostri bisogni primari, e ben lontani da una ‘felicità sostenibile’. Così occorre ripensare il nostro sistema economico arricchendolo degli ingredienti necessari a rispondere ai bisogni di tutti e far fiorire le nostre esistenze. Fattori chiave di questo processo sono corresponsabilità, giustizia sociale, solidarietà, gratuità, condivisione e realizzazione personale”. Dal canto suo, Carraro ha messo in luce gli aspetti di sua specifica competenza, vale a dire la sostenibilità ambientale delle scelte economiche, l’esigenza di incrementare programmi di sviluppo sostenibile che godano del sostegno da parte delle politiche pubbliche, l’importanza che le politiche dell’energia implementino la difesa dell’ambiente pur dovendo rispondere a domande crescenti di fonti di energia.

Verso una “nuova” economia
Quali possibilità concrete ci sono che un “Manifesto per una prossima economia” possa trovare accoglienza e sostegno nell’attuale momento del mercato? Di fronte a un tale quesito, Becchetti anzitutto ha rilevato che “oggi si registra una capacità produttiva che consentirebbe in caso di equa distribuzione delle risorse di far vivere degnamente un ampio numero di persone”, mentre ci troviamo alla “presenza di centinaia di milioni di persone che soffrono la fame e di miliardi di individui che vivono sotto la soglia di povertà”. Quanto all’ambiente, il “suo deterioramento nel futuro prossimo sembra minacciare l’umanità tutta e il pianeta stesso, ma oggi danneggia in misura proporzionalmente maggiore le popolazioni più povere”. Ci sono inoltre altre povertà, quale quella “di senso”, che induce molti nei Paesi sviluppati a far uso di farmaci antidepressivi, e i “comportamenti di mercato a competitività esasperata, che tendono a trasformare ogni attività in marketing, favorendo pratiche di mercato scorrette e azioni di green washing, piuttosto che con strategie e comportamenti reali verso l’ambiente ed il sociale”.

Creare indici di sostenibilità
Esiste quindi, secondo Becchetti, una concreta possibilità di “agire influenzando il mercato nella direzione dell’equità e della sostenibilità”. Ciò esige di “promuovere una grande alleanza organizzata dei consumatori e dei risparmiatori responsabili, i consum- attori. I candidati naturali a formarla – ha detto – sono quelle organizzazioni dei lavoratori e quelle reti della società civile da sempre impegnate nel promuovere i valori di giustizia e sostenibilità”. La rete sociale ipotizzata dovrà essere “battagliera”, nel senso – ha aggiunto Becchetti – che “deve impegnarsi a progettare, testare e sviluppare un indice complessivo di sostenibilità aziendale. Inoltre dovrà integrare e coordinare le strutture di rating e di formazione delle valutazioni e sensibilizzare i consumatori ed organizzare i flussi informativi per la diffusione dei dati sulla sostenibilità aziendale”.

a cura di Luigi Crimella