img207Si è tenuto il secondo incontro alla riscoperta de “I volti di Frate Jacopa” la nobildonna romana che Francesco volle presente nel momento del transito e che, trasferitasi da Roma ad Assisi, ebbe il privilegio di essere sepolta a pochi passi dal Santo.
L’incontro, tenuto dalla Professoressa Amneris Marcucci, questa volta, ha avuto come cornice la splendida Basilica di San Francesco, dove siamo andati alla “scoperta” della presenza della nobildonna romana proprio all’interno della Chiesa.
Entrando nella Basilica inferiore, di cui abbiamo riammirato la stupenda struttura e le magnifiche pitture, ci siamo diretti verso la parete sinistra della navata centrale, dove troviamo raffigurata una donna vestita con abito scuro, quasi monastico che reca in mano un saio bianco. È proprio Jacopa nell’atto di portare al Poverello il panno cinerino.
Sotto l’affresco, che è stato oggetto di restauro nel 1600 circa ad opera del Sermei, si trova una lapide incisa nella quale è scritto che in quel luogo è stata sepolta Frate Jacopa dei Settesoli fino al 13 Agosto 1932.
È stato sottolineato un fatto molto importante: la sepoltura di una donna all’interno della Basilica e per di più oltre la grata, era certamente insolita; la grata, oggi rimossa, divideva in due la navata.
Scendendo nella Cripta, proprio alla confluenza delle scale, troviamo la nuova tomba di Frate Jacopa: una semplice nicchia in pietra rossa di Assisi custodisce una piccola cassa dove sono conservati i resti della nobildonna. La cosa meravigliosa che si presenta al visitatore è quella di constatare il privilegio che ha avuto questa donna di essere sepolta proprio lì, di fronte alla tomba di Francesco e se si pensa che tale onore è stato riservato solo a quattro compagni (Rufino, Masseo, Angelo e Leone) possiamo intuire la grandezza di Jacopa.
Ritrovarsi in quel luogo, unitamente ai tanti pellegrini, è sempre un momento di grande commozione e nel silenzio rispettoso si respira proprio la presenza del trascendente, di fronte al quale si può solo essere in assoluto e personale raccoglimento. Preziose sono state le spiegazioni e le puntualizzazioni di Valerio Febbraro nella Cappella delle Reliquie e davanti agli stupendi affreschi di Cimabue, di Lorenzetti, di Simone Martini, di Giotto.
Nella Cappella delle Reliquie ci hanno parlato di Jacopa i due veli in lino utilizzati per detergere il sudore dal volto di Francesco morente e una tunica bianca che il Santo aveva indossato.
L’attenzione, nella Basilica Superiore, si è soffermata sull’affresco del compianto di Chiara dove è raffigurata la Santa nell’atto di dare l’estremo saluto a Francesco. Risalta, in primo piano, una donna, con il capo o il volto velato, spiccano sul rosso del vestito due trecce bionde: “Jacopa dalle bionde trecce” ancora lei.
La scoperta e la riscoperta dei “Volti di Frate Jacopa” ci ha permesso di riportare alla luce avvenimenti per lo più sconosciuti ed ha affascinato tutti i presenti, che si sono ritrovati ad osservare le cose con occhi nuovi, con gli occhi di chi non aveva dato troppo peso ad un gesto, ad uno sguardo o ad un semplice cenno della mano.
La stessa Frate Jacopa, oltre ad aver prestato le sue cure amorevoli al Santo, oltre ad aver contribuito con le sue sostanze alla costruzione della nascente Basilica, ci è apparsa come una donna sempre vicina agli ideali di vita francescana, non affatto scontati per una nobile, soprattutto in quei tempi; lasciata la cura di tutti i suoi beni al figlio, aveva desiderato, e ottenuto, di trascorrere gli ultimi anni della sua vita ad Assisi, accanto a colui che aveva tanto ammirato.
Ritrovarsi in questa stupenda Basilica, ricca di spiritualità, dove aleggia la presenza del Serafico Padre, come d’altronde in ogni angolo di Assisi, guardando quei volti, risalendo quei gradini, accompagnati da Francesco, si prova l’emozione di salire verso l’alto, verso quella spiritualità e quella ritrovata fede che ci avvicina a quel “Sommo Bene” tanto agognato da Francesco in tutta la sua vita.
Gli incontri della professoressa Amneris Marcucci continueranno nei prossimi mesi sempre alla riscoperta dei luoghi e dei volti di Frate Jacopa.

Alberta Daloiso