img132Si celebra oggi 25 maggio la Giornata internazionale dei bambini scomparsi, indetta nel 1983 in ricordo del piccolo Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio del 1979. Un dramma che coinvolge ogni anno nel mondo ben 8 milioni di minori, secondo il Centro internazionale per i bambini scomparsi e sfruttati (ICmec), che ha sede in Virginia, negli Usa e a cui fa capo una Rete globale di associazioni attive su questo fronte, tra cui in Italia Telefono Azzurro. Roberta Gisotti ha intervistato il fondatore e presidente, il neuropsichiatra Ernesto Caffo:

Un dramma richiamato più volte da Papa Francesco. “È un dovere di tutti – ha ammonito – proteggere i bambini, soprattutto quelli esposti ad elevato rischio di sfruttamento, tratta e condotte devianti”. Questi bambini scompaiono e vengono poi dimenticati, in massima parte non vengono più ricercati, sia nei Paesi poveri che ricchi, 22 mila ogni giorno nel mondo, uno ogni due minuti in Europa, dove in massima parte le sparizioni riguardano piccoli migranti non accompagnati. Il prof. Ernesto Caffo:

R. – I bambini sono spesso vittime della tratta, di un mercato drammatico che li vede purtroppo oggetto di interessi nel lavoro minorile, nelle guerre. Nel nostro Paese abbiamo avuto un aumeto significativo, negli ultimi anni, perché i bambini stranieri non accompagnati sono aumentati e mancano di punto di appoggio e di protezione. È una piaga che sappiamo esistere in tutto il mondo e che richiede misure sempre più coordinate e adeguate.

D. – Dal 2009, sappiamo, i Paesi europei si sono dotati di una linea di emergenza, il 116000, per segnalare nuovi casi e aggiornare su casi già noti…

R. – Si accede attraverso sia il sito web e la chat sia attraverso le linee telefoniche. La cosa importante è che gli operatori che rispondono sono preparati e attivi 24 ore su 24 e che c’è un forte coordinamento tra Nazioni, soprattutto quelle che hanno un grave traffico di migranti, come ad esempio la Grecia o i Paesi dell’area balcanica. E ovviamente cerchiamo in questo caso di trovare dei punti di riferimento. Stiamo lavorando anche per realizzare una solida rete di segnalazione anche in quei Paesi da cui i bambini partono, quindi i Paesi del bicano del Mediterraneo, della parte africana, che possono in qualche modo attivare misure in cui i bambini possano chiedere aiuto.

D. – Siamo però di fronte ancora ad una tragedia in gran parte ignorata dai media e forse anche dalle istituzioni…

R. – Devo dire che ora, lentamente, queste realtà vengono alla luce, la sofferenza dell’infanzia incomincia a comparire sui tavoli della politica e delle istituzioni. È stata approvata da poco nel nostro Paese una legge sui minori stranieri non accompagnati che è uno strumento importante, utile per affrontare questo tema, così come d’altra parte ci sono coordinamenti europei. Però se pensiamo che oni due minuti in Europa un bambino scompare, è chiaro che resta inaccettabile pensare che tanti bambini non abbiano le tutele necessarie, in un mondo che d’altra parte ha tanti adulti che sono invece molto più tutelati.

(Radio Vaticana)