Una storia di fraternità

solidabjpegMi sono chiesta con quali singole parole avrei potuto sintetizzare ciascuno dei tre anni trascorsi a Frate Jacopa e mi sono risposta così, pensando per ciascun anno di poter cogliere il frutto di una pianta, tanto per rimanere in tema!

IMPEGNO, il frutto per il primo anno. Il primo anno è stato quello del contatto, del lavoro di preparazione e della conoscenza reciproca, del mettersi per la prima volta alla prova. Un’attività come quella necessaria per la struttura di Casa Frate Jacopa era una scoperta e una novità per tutti noi, eravamo all’interno di spazi nuovi senza conoscere poi nessuno dei volontari della Casa.
Anche noi di SolidAbile dovevamo scoprire la nostra attitudine e la nostra capacità di “fare squadra” in un’ attività diversa da quello che finora avevamo fatto. E’ stato sicuramente l’anno più faticoso e più difficile, ma veramente quello che è accaduto durante e dopo ha dimostrato la validità e la verità dell’esperienza vissuta.

CONDIVISIONE, una volta acquisito un certo rodaggio nel lavoro insieme, il secondo anno è servito per mettere in luce le singole competenze, le capacità personali e le preferenze. Metterle in comune e ritagliare ognuno il proprio spazio, sentire la propria funzione all’interno della squadra, poter esprimere una certa attitudine rispetto ad altre. Le relazioni più naturali, i rapporti con i volontari di frate Jacopa che nel frattempo erano diventati amici, la voglia di stare insieme: questi sono stati i frutti per il secondo anno!

PRENDERSI CURA, è sicuramente la sintesi più efficace per riassumere il terzo. Abbiamo vissuto in maniera approfondita e intima la conoscenza reciproca, la possibilità di esprimere se stessi nella relazione con l’altro e soprattutto l’ascolto dell’altro. Mettersi a disposizione, con le nostre positività e anche con i nostri limiti, entrare in una relazione di servizio con l’altro, spontanea e profonda. Un cammino vero e proprio di conoscenza anche personale, delle proprie capacità e delle proprie attitudini, dei desideri, anche e fortemente nello svolgimento delle attività che il lavoro ci richiedeva, così come nei momenti di relax o durante i giorni che a Pasqua abbiamo trascorso insieme. Il prendersi cura come il frutto più bello e più maturo che potevamo sperare di ottenere. Anche perché la naturalezza e la verità di quest’esperienza hanno fatto sì che attraverso il prendersi cura degli altri tutti noi abbiamo potuto sperimentare come questo abbia significato anche prendersi cura di sé, in un ritorno amplificato e terapeutico di quanto ognuno ha potuto offrire.giajpeg
Di quest’ultimo anno mi piace ricordare specialmente alcune cose, sopra tutte le altre comunque bellissime: la presenza di Flaminia, la più giovane del gruppo, le canzoni di Claudio, il gran lavoro sulle piante ideato da Cristiano, le riflessioni di Luca sull’esistenza, la creatività “tecnologica” di Simona, il ruolo e la sicurezza di Antonella, il buttarsi a capofitto di Lillj nell’esperienza di Pasqua, la tenerezza d Alessandra e la mia bellissima sensazione di sentirmi a casa dentro tutto ciò.

Vilma Fuccelli

ALCUNE NOVITÀ …

Novità da rimarcare in questo 3º anno di “Esperimenti di solidarietà”, sono due passi ulteriori particolarmente interessanti, portati avanti nella seconda metà del semestre:
1. L’interessamento mostrato dai ragazzi per il buon andamento dell’accoglienza e la bella esperienza della relazione con gli ospiti della Casa hanno portato a sviluppare momenti che potessero andare nella direzione di una maggiore capacità di offrire informazioni nel rapporto con gli ospiti, incominciando ad awiare i ragazzi a questo compito. Si è così dato vita ad alcuni momenti informativi, culturali e di visita a luoghi significativi, facendo sperimentare alcuni mini pellegrinaggi e visite guidate, con l’esperienza di soggiorno nella Casa, alternativamente nella veste di ospiti e nella veste di collaboratori della gestione.
2. L’interessamento poi per il giardinaggio e un costante lavoro di ricerca sulle piante elaborata da uno dei ragazzi anche con I’uso di internet, ha portato al progetto “Piante di Casa Frate Jacopa” con il censimento delle piante e una loro presentazione sintetica con le relative foto. Il lavoro, di notevole impegno, corredato anche dalla testimonianza della presenza del gruppo a Casa Frate Jacopa, sfocerà nella pubblicazione di un numero speciale della Rivista nazionale “Il Cantico” con una redazione partecipata dagli stessi ragazzi.
È venuto delineandosi quindi un percorso importante per una maggiore autonomia: dalla presa di coscienza dell’ambiente in cui si presta la propria opera all’ambiente piu vasto, la città in cui si è inseriti, in una riflessione articolata in modo semplice ma culturalmente significativa che ha messo in movimento nuove capacità ed il gusto della ricerca facendo assaporare la gioia di nuove scoperte.
Il punto di snodo verso questi nuovi traguardi si è avuto quando i ragazzi stessi hanno chiesto di apporre una Locandina nella Casa per dare il benvenuto agli ospiti, rendendoli partecipi del loro lavoro, ed hanno collaborato alla sua stesura. La Locandina, sottoscritta dai protagonisti del Progetto con il Patrocinio dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Municipio 18, ha messo in evidenza la gioia dei ragazzi di dire “ci siamo anche noi” (“e anche opera nostra questa accoglienza”).
I momenti di festa con le famiglie e di incontro, sia con la Scuola di Pace sia con I’Assessorato ai Servizi Sociali, sono diventate occasioni in cui gli stessi ragazzi sono riusciti ad esprimere direttamente molto più che in passato e ciascuno in maniera peculiare i progressi fatti, rendendo così evidente la fecondità di quella interazione insieme tra privato e pubblico che sta alla base della possibilità di un effettivo servizio alle persone più svantaggiate della comunità.

(Dalla relazione conclusiva del Progetto “Esperimenti di solidarietà 3” – Cooperativa Sociale Frate Jacopa)