IL PERDONO D’ASSISI

Da mezzogiorno di lunedì 1 agosto a martedì 2 agosto si celebra la Festa del Perdono.
Riportiamo al nostro cuore il dono straordinario dell’Indulgenza concessa per intercessione di S. Francesco. C’è bisogno più che mai in questo nostro tempo di comprendere la forza rigenerante di quel perdono che ci rende a nostra volta capaci di perdonare.
La Festa del Perdono possa vederci impegnati a fare esperienza di perdono e ad evangelizzare il perdono: il perdono via alla pace nella famiglia, nella Chiesa, nella società. Avviciniamo alla possibilità di usufruire di questa speciale concessione, con la proposta della Celebrazione della Festa nelle nostre Parrocchie o là dove ci troviamo a vivere un momento di riposo.
Condividiamo con tutti la gioia del Santo di Assisi che, nel proclamare l’indulgenza ottenuta, ne ha proclamato la finalità fraterna: “VI VOGLIO MANDARE TUTTI IN PARADISO”.

Buona Festa!
Fraternità Francescana Frate Jacopa

Entrando nella chiesetta della Porziuncola, la soglia ci avvisa con una bella scritta:
“Questo luogo è santo!”. Subito ci si sente avvolti da un clima di preghiera come se le antiche pietre fossero intrise dei pensieri e degli affetti del padre S. Francesco e delle numerosissime persone che lungo i secoli qui hanno pregato. Nell’intimo nasce una sensazione di pace interiore e il desiderio di perdono. Ed accade che le persone, pur gelose della propria privacy, sorprendentemente aprano nella semplicità e nella verità la loro vita, dicano i loro problemi, raccontino i loro drammi. A volte le persone si portano dentro un peso da fatti non solo recenti, un groviglio causato da ingiustizie e da ferite; ed è veramente difficile venirne fuori, liberandosene. Ma ecco la potenza della grazia, così presente in questa chiesetta dove in modo sempre nuovo si rende presente che Dio ama tutti noi peccatori, perdona i nostri sbagli, le nostre cattiverie, sempre ci rialza, ci ridona la nostra dignità di suoi figli.
Rinforzati dallo Spirito di Gesù si intraprende la via del perdono: da soli non ce la faremmo mai, ma con l’aiuto dello Spirito siamo forti. Ed avviene come una nuova nascita, un ricominciamento. È molto probabile che S. Francesco intendesse proprio questo quando diede la notizia della indulgenza del Perdono quasi gridando: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.
L’esperienza del perdono è prima di tutto una esperienza personale, un aprirsi all’azione di Dio Padre misericordioso, un essere rigenerati interiormente e una volontà di ricominciare. Ma il perdono è anche un fatto sociale quando il male coinvolge la società, quando l’ingiustizia e la violenza offendono comunità o anche l’intera umanità. Siamo chiamati anche noi a sentirci coinvolti, a domandarci cosa possiamo fare ed a cercare di perdonare.
A questo riguardo Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli Tutti” ci aiuta a chiarirci le idee in questo nostro tempo in cui i fatti e le vicende ancora una volta ci fanno assistere a Capi di stato che ingiustamente decidono di ergersi a padroni su persone indifese e a bombardare e distruggere popolazioni e strutture, deteriorando insieme risorse fondamentali di vita. Dalla enciclica (cf FT 236– 254) possiamo dedurre alcuni punti chiari.
Prima di tutto occorre fare attenzione perché il nostro comportamento non sia né di inerzia e rassegnazione, né di intolleranza e di violenza. La tentazione dell’odio è molto forte, ma “Mai Gesù Cristo ha invitato a fomentare la violenza e l’intolleranza” (FT 238). Il Vangelo chiede di perdonare “settanta volte sette” (Mt 18,22). Non si tratta di proporre un perdono rinunciando ai diritti delle persone davanti a un corrotto o a un criminale. Noi siamo chiamati ad amare tutti, anche i nemici, senza eccezione; ma amare un oppressore non significa consentire che continui ad essere tale, “al contrario, il modo buono di amarlo è cercare in vari modi di farlo smettere di opprimere” (FT 241). Ciò che conta è non alimentare l’ira, la vendetta, le ritorsioni, l’odio che portano un male alle persone e non servono per risolvere il problema. Nelle situazioni che stiamo vivendo non è per niente facile capire cosa è meglio fare. Di sicuro il perdono ha senso se si fa di tutto per superare il male con il bene, coltivando quelle virtù che promuovono la riconciliazione, la solidarietà e la pace.
Stando qui nella Porziuncola ci torna in presenza un episodio della vita di S. Francesco accaduto a Montecasale. Alcuni “briganti” vanno dove vivevano i frati e con violenza esigono cibo e bevande. I frati riescono a mandarli via. Tornando il padre Francesco e venuto a sapere del fatto, ordina ai frati di ricercare queste persone, e portando con sé squisiti cibi e ottime bevande di gridare:
“Fratelli briganti, venite da noi!”. Il Signore per l’umiltà e la carità di quei frati convertì i “briganti” (cf FF 1759). La potenza dell’amore del Signore è al di sopra di qualsiasi cattiveria o prepotenza di noi uomini e noi siamo chiamati ad accogliere la sua opera mediante il perdono.

p. Lorenzo Di Giuseppe