Recensione del libro in Colloquia Mediterranea

img269Incontrare la pace, Roma, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, pp. 192.
Il testo in questione raccoglie gli atti del convegno “Incontrare la pace”, promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa, con il patrocinio del comune di Predazzo (TN) e svoltosi a Bellamente (TN) dal 20 al 23 agosto 2018. Il tema del convegno è stato individuato anche in aderenza al tempo presente, contrassegnato da conflitti su scala individuale e sociale. È una fase storica contraddistinta, almeno in Occidente da ansia, paura ed insofferenza, che sembrano “bloccare” molte persone nel loro propositi costruttivi e farle ripiegare su reazioni istintive, sovente strumentalizzare a livello politico-mediatico. Rimane comunque in ballo la responsabilità del singolo.
Proprio questa dimensione, ci sia consentito il termine, “personale” sembra il filo conduttore che lega i vari interventi dei relatori. In qualche modo il soggetto ha davanti due sfide: nel rapporto con se stesso e nella relazione con gli altri. In una prospettiva cristiana, la persona che incontra Cristo, incontra la pace, è chiamata ad aprirsi all’alterità e a promuovere solidarietà.
A riprese, durante i lavori, è stato sottolineato il significato biblico di pace (shalom), che si avvicina all’ideale di pienezza di vita per tutti e per ciascuno. L’intervento di apertura del convegno nonchè della prima parte dei lavori, denominata “Incontrare la pace”, a cura di Argia Passoni della Fraternità Francescana Frate Jacopa si è soffermato proprio sui questi temi. Ha proseguito dunque Mons. Mario Toso, con la relazione “Artigiani della pace”, che ha delineato la figura del cristiano quale “artigiani di pace”: pace, ricevuta incontrando Cristo, che richiede di essere personalmente vissuta. La prima parte è stata conclusa dall’intervento di D. Massimo Serretti, “La famiglia costruttrice di pace”, il quale ha evidenziato la dimensione relazionale della pace che trova nella famiglia il suo specifico ambito di approfondimento.
La seconda sezione dei lavori, denominata “Pace e diritti umani”, ha preso avvio con la riflessione di Marco Mascia sul tema “Diritti umani, democrazia e pace”: lo studioso ha sottolineato l’importanza delle dichiarazioni internazionali sui diritti umani, da accogliere e vivere come base per la costruzione di un sistema di relazioni internazionali più giusto. Gli altri due interventi di questa sezione, rispettivamente di Violetta Plotegher “Pace e diritti umani: progetto città rifugio” e di Maria Bosin “Accoglienza migranti”, hanno evidenziato alcune buone pratiche relative all’accoglienza e all’integrazione, messe in atto dalla e nella Provincia autonoma di Trento, e basate sul coinvolgimento delle comunità ospitanti. La terza parte del convegno, intitolata “Profezia di pace”, ha preso avvio con la proposta di Lucia Baldo, dal titolo “Profezia di pace sulle orme di S. Francesco”, nella quale ha messo in risalto la dimensione concreta, centrata sull’incontro, dell’impegno per la pace del Santo di Assisi. È seguito il saluto di D. Cristiano Bettega, allora direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, il quale ha sottolineato l’importanza di voler cercare ed effettivamente incontrare la pace. Riccardo Burigana, direttore del Centro per l’ecumenismo in Italia, nella sua relazione “Basta… Il cammino ecumenico e la pace nel XXI secolo”, dopo una essenziale ma completa ricognizione storica, si è soffermato sull’importanza del dialogo, inteso come pienezza ed accettazione dell’altro nella sua specificità ed ha messo in evidenza come il percorso ecumenico, oramai irreversibile, abbia consentito ai cristiani di cogliere l’importanza dell’assunzione consapevole della diversità quale accoglienza della pace, da declinare in modo opportuno nella dimensione storica in cui si è chiamati a vivere.
La quarta ed ultima sessione del convegno, avente come focus “Giustizia, economia e pace”, ha visto l’intervento di Paolo Rizzi, con lo stesso titolo, il quale è partito dalla constatazione che, ad un certo punto del suo sviluppo, la scienza economica ha preso le distanze da un qualsivoglia sistema di valori, con la conseguenza di dare sempre più peso al conseguimento dell’utile, sia da parte dei singoli che come società. A suo giudizio, per ricucire lo strappo, potrebbe aiutare il superamento delle classiche teorie sulla giustizia, che distinguono in giustizia commutativa e distributiva. In tale prospettiva si colloca il concetto di “giustizia contributiva” che contiene, orientando l’agire umano, un’obbligazione verso la comunità e permette, in tal modo, di tener conto anche dei cosiddetti beni comuni. I lavori sono stati quindi conclusi dalla relazione di P. Lorenzo Di Giuseppe OFM che ha posto l’attenzione sulla presenza del “germe della pace” in ogni donna e uomo, germe che deve essere coltivato partendo dalla consapevolezza di appartenere ad un’unica famiglia umana: famiglia che per il cristiano è quella dei figli di un unico Padre. Per i temi trattati e accuratamente investigati, il convegno apre concrete piste di riflessione ed impegno per quanti, a vario titolo, si sentono impegnati ad “incontrare” e vivere la pace, nei vari snodi esistenziali e storici.

Andrea Bonesso (Venezia)

img268Rivista ecumenica della
Fondazione Giovanni Paolo II
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