la-via-della-penitenzaIl presente volume per il cammino formativo di questo anno “La via della penitenza, risposta all’Amore” si pone nella linea del riandare alla fonte della nostra vocazione. Nel 2011 puntammo la nostra attenzione sulla grazia immensa che il Signore ci ha dato di poter essere e vivere come fraternità. Nel 2012 siamo riandati al Sacramento del Battesimo evento della nostra rinascita in Gesù Cristo morto e risorto che nella Chiesa ha partecipato a noi la sua stessa vita rendendoci per opera dello Spirito Santo suoi fratelli e figli del Padre. La presente riflessione sulla penitenza vuole aiutarci a meglio comprendere e assumere questa via per vivere pienamente il Battesimo.

La penitenza è uno degli aspetti fondamentali della vita francescana. S. Francesco, nel Testamento, parlando dell’inizio della sua conversione dice: “Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare così a fare penitenza” (cf FF 110) e il gruppo di Francesco e dei suoi primi compagni erano chiamati “Penitenti di Assisi”. Lo scritto più significativo rivolto da S. Francesco ai laici che intendevano seguirlo nella via evangelica abbracciata da lui e dai suoi compagni, pur rimanendo nelle condizioni ordinarie di vita nel mondo, ha come tema “coloro che fanno penitenza”. A ragione possiamo affermare che la vita vissuta e proposta da S. Francesco ha come caratteristica fondamentale la dimensione penitenziale.

Ma cosa intendiamo per penitenza? La penitenza inizia come risposta alla debolezza dei cristiani che, pur liberati gratuitamente dal peccato nel Battesimo, ricadevano nei peccati: per loro la Chiesa propose una via di penitenza perché il loro pentimento e la loro sofferenza diventassero grazia di rinnovamento. Lungo i secoli il discorso della penitenza ha subito varie trasformazioni. Noi ci rifacciamo all’esperienza di S. Francesco che oggi ritroviamo delineata nella sua ampiezza soprattutto nell’Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II “Reconciliatio et paenitentia – circa la riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa oggi”: “Se colleghiamo la penitenza alla metanoia cui si riferiscono i sinottici, allora penitenza significa l’intimo cambiamento del cuore sotto l’influsso della parola di Dio e nella prospettiva del Regno (cf Mt 4,17; Mc 1,15).

Ma penitenza vuol dire anche cambiare la vita in coerenza con il cambiamento del cuore, e in questo senso il fare penitenza si completa col fare degni frutti di penitenza (cf Lc 3,8): è tutta l’esistenza che diventa penitenziale… Penitenza significa, nel vocabolario cristiano teologico e spirituale, l’ascesi, vale a dire lo sforzo concreto e quotidiano dell’uomo, sorretto dalla grazia di Dio, per perdere la propria vita per Cristo, quale unico modo per guadagnarla (cf Mt 16,24-26; Mc 8,34-36; Lc 9,23-25); per spogliarsi del vecchio uomo e rivestirsi del nuovo (cf Ef 4,23) per superare in se stesso ciò che è carnale, affinchè prevalga ciò che è spirituale (cf 1Cor 3,1-20); per innalzarsi continuamente dalle cose di quaggiù a quelle di lassù, dove è Cristo (Col 3,1ss). La penitenza pertanto è la conversione che passa dal cuore alle opere e, quindi, all’intera vita del cristiano” (RP 4).

La penitenza è parola quasi desueta nel nostro tempo eppure conserva una grande attualità, per il nostro, come per tutti i tempi della Chiesa: essa è necessaria dal momento che l’uomo è peccatore e il suo cuore va allontanandosi da Dio. La penitenza è il cammino di liberazione dal peccato, origine dei mali dell’uomo nella loro sorgente contaminata; cammino di ritorno al Padre e di apertura verso i fratelli. Nel nostro tempo sono evidenti i dissesti prodotti dal peccato che sempre di più ci stupiscono per la profondità e la vastità del mistero dell’iniquità. La Misericordia di Dio in Gesù Cristo, più forte del peccato e delle conseguenze disastrose da esso prodotte, ci dà la possibilità di ricostituire una vita dignitosa da liberi figli di Dio, una vita pienamente umana. Nella preparazione del Testo ci ha orientati anche la scelta di Benedetto XVI di proclamare il 2013 “Anno della Fede”. Nel motu proprio “Porta Fidei” il Papa afferma: “Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera”.

S. Francesco è stato “testimonianza credibile” nel suo tempo, e lo è ancora oggi, ed ha costituito una via per aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio mediante la sua vita penitente tutta protesa alla ricerca di Gesù Cristo.
Il presente lavoro, vuole accompagnare le fraternità e le singole persone a ritrovare le linee essenziali della via della penitenza.

  • Siamo partiti dalla necessità di sentirsi peccatori (cap. 1), consapevolezza non facile nel nostro tempo in cui è diffuso il senso di colpa ma non la coscienza del peccato che richiama il rapporto con Dio.
  • La via della penitenza è dentro l’Alleanza di amore che è frutto dell’azione di Dio in Gesù Cristo ad opera dello Spirito Santo (cap. 2). La penitenza è la nostra risposta alla iniziativa di Dio che ci dona la sua Alleanza e ci dà di poter partecipare alla vita trinitaria.
  • Il peccato ha segnato profondamente la vita dell’uomo e uscirne fuori comporta anche una pena, una sofferenza, un impegno concreto che coinvolge in particolare il corpo chiamato ad obbedire all’insieme del piano di Dio sulla intera persona; in Cristo anche il corpo potrà essere ricondotto a collaborare alla salvezza (cap. 3).
  • La fraternità è certamente un dono di Dio, ma attraverso il cammino penitenziale siamo chiamati ad accogliere questo dono e ad assecondarlo facendo di noi stessi un dono e un servizio ai fratelli (cap. 4).
  • Guardando in particolare all’esempio di vita del padre S. Francesco, è evidente come la via della penitenza è legata alla scelta della povertà (cap. 5) a quel “vivere senza nulla di proprio” che riguarda sia la povertà di beni che la povertà di spirito.
  • Qualcuno potrebbe pensare che la penitenza sia una realtà solo personale, quasi intimistica; invece essa è un immetterci nel dinamismo di carità che ci fa abbracciare tutto il mondo, un vivere andando incontro agli altri con misericordia (cap. 6).
  • Chi percorre la via della penitenza è come una madre che porta un figlio nel grembo: il figlio è la vita di Gesù Cristo che produce frutti in noi, sono i frutti degni di penitenza (cap. 7).
  • Nell’itinerario di penitenza entra come grazia il perdono e la riconciliazione del Signore che diventa sacramento della misericordia di Dio affidato all’azione della Chiesa (cap. 8).

In una seconda parte il volume presenta la sezione dedicata alle Schede “Nell’orizzonte della penitenza – Stili di vita per un nuovo vivere insieme” che completano l’itinerario formativo, proponendo concrete attenzioni ai frutti della penitenza che siamo chiamati a portare in un fattivo amore verso l’uomo del nostro tempo. Confidiamo possano divenire stimolo per riflettere e assumere nel quotidiano rinnovate scelte di conversione. Collegato al tema delle schede il Calendario Francescano 2013 “Stili di vita per un nuovo vivere insieme” si fa memoria nello scorrere dei mesi e dei giorni del gioioso impegno per una vita più vera e feconda.

SCHEDE
«NELL’ORIZZONTE DELLA PENITENZA
STILI DI VITA PER UN NUOVO
VIVERE INSIEME»
1. STILI DI VITA PER UN NUOVO VIVERE INSIEME
2. EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO
3. SOBRIETÀ PER VIVERE DA FRATELLI
4. AMMINISTRATORI DEL BENE DELLA FAMIGLIA
5. RIPENSARE IL TEMPO…
6. STILI DI VITA E BENE COMUNE
7. RIPARARE LA CASA DELLA CONVIVENZA UMANA

Nel consegnare il presente testo che ricordiamo è sempre frutto di una fraternità – fraternità di formazione – desideriamo ringraziare particolarmente Don Massimo Serretti (docente di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università del Laterano) che ha nuovamente arricchito con il suo contributo questo servizio fraterno. Augurandoci che il presente sussidio, pur con tutti i suoi limiti, possa essere strumento di riflessione per chi intende comprendere la proposta francescana, invochiamo dal Signore l’abbondanza del dono dello Spirito che ci faccia sempre più profondamente riconoscere e testimoniare la bellezza della nostra vocazione.

Argia Passoni,
Coord. Commissione Nazionale Formazione