Presentazione del Messaggio per la Celebrazione della Giornata Mondiale della Pace

S.E Mons. Mario Toso

PREMESSA
img169Il Messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale della pace 2018 (= MGMP) pone al centro dell’attenzione il problema di oltre 250 milioni di migranti nel mondo, 22 milioni e mezzo dei quali hanno ottenuto lo status di rifugiati.1 Secondo papa Francesco , il nostro mondo è il passo che si realizza in affronterà racconto problema non solo aprendo i cuori alla sofferenza altrui, ma operando intenso, affinché migranti e rifugiati siano disponibili una casa sicura tramite il riconoscimento e la promozione dei loro diritti e doveri. Solo così sono sono, protetti ed integrati.
Uno scanso di equivoci, il pontefice è immediatamente visibile, onde evitare fraintendimenti ed inutili polemiche, e cioè che cosa dovrebbe avvenire avvenire avvenire avveniresenza che siano dimenticati o danneggiati doveri e diritti dei cittadini ospitanti. Ecco le parole del pontefice: «Praticando la tutela della prudenza, i governanti sapranno accogliere, proteggere e comprendere,” nei limiti consentiti dal bene comune inteso, [per] consentire quell’inserimento “. (MGMP n.2). Non sono mai stato così facile e sicuro. 1).
Il MGMP si concentra sul tema dei migranti e dei rifugiati specie riferendosi al loro difficile percorso di uscita dai paesi fino al loro arrivo o approdo in altri Paesi. Rimane piuttosto fuori campo, quindi, è una tragedia, una migliore migrazione delle imprese che corrisponda al bene comune), hanno anche il diritto a non emigrare, cioè ad essere nelle condizioni di successo i propri diritti ed esigenze legali nel Paese d’origine.
La fiducia del diritto è un emigrare, che è ben presente nel Magistero sociale, sia puro di allargare lo sguardo sulla complessità del fenomeno migratorio e dei profughi, sia sulle possibilità politiche di riduzione o di contenimento.
Tuttavia, allargare la riflessione è un problema non emigrare e alle operazioni politiche, previsto, reso il più articolato e, poco, poco incisivo. Per quanto riguarda, non è sovranazionale, resta, comunque, l’obbligo di affrontare la questione migratoria anche dal punto di vista della prevenzionee, grazie, le risposte economiche e implicative, al fine di contenere un fenomeno che ha assunto dimensioni davvero importanti, e ricondurlo entro dimensioni più accettabili.

1. LE CAUSE DELLE TANTE MIGRAZIONI E DEI TANTI RIFUGIATI
In verità, il MGMP non rinuncia ad un’aggiunta del tutto sull’aspetto che debbono essere presi in considerazione dall’altra parte del mondo. In questa sezione, in cerca di risposte – anche qui in modo piuttosto stringata – alla domanda sul perché oggi si danno così consistenti flussi di migranti e rifugiati.
Per comprendere e, di conseguenza, diventa imprescindibile individuare le cause . Tra questi, papa Francesco menziona: a) l’accentuarsi di un’interminabile ed orrenda sequela di guerra, conflitti, genocidi e di cosiddette «pulizie etniche»;
b) il desiderio di una vita migliore, al fine di lasciarrsi alle spalle la «disperazione» di un futuro impossibile da costruire;
c) il desiderio di ricongiungersi alla propria famiglia, e di trovare opportunità di lavoro e di istruzione;
d) la fuga da una miseria, aggravata dal degrado ambientale (cf MGMP n.2).
In altri contesti, ad esempio nel Discorso in occasione degli auguri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (11 gennaio 2016), fermandosi sull’emergenza migratoria, in vista delle soluzioni e del superamento della paura di fronte a un fenomeno così enorme e imponente , papa Francesco si presenta un elenco più esauriente delle sue cause, che ne comprendeva anche un approfondimento, come ad individuare quelle che si potrebbero chiamare più precisamente causa ultime , come la «cultura dello scarto», comandata dagli idoli del profitto e del consumo.
La cultura dello scarto, afferma papà Francesco, non si sente più le persone come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povero e disabili, se «non resta ancora», vieni i nascituri, o «non si usa più», come gli anziani.
Rende insensibili ad ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che è tra i più deprecabili, in presenza di molte persone e famiglie che soffrono per mancanza del cibo e / o malnutrizione. E così, più deboli, spesso strumentalizzati, ridotti dall’arroganza dei poteri ad «oggetti» per fini egoistici o per calcoli strategici e politici, sono costretti ad emigrare in maniera irregolare. Sovente include solo un intervento chirurgico la tratta o il contrabbando di esseri umani, purificati dai rischi di perdere durante il viaggio, la dignità e perfino la vita.
In questo contesto, papa Francesco sollecita i vari paesi e gli uomini di buona volontà ad un impegno comune , che rivoluziona la cultura dello scarto e dell’offesa della vita umana, come anche un insieme di politiche, in una visione che vada oltre l” ‘attenzione, anzitutto nella Direzione della Prevenzione : «Gran parte delle cause delle migrazioni – rimarca il Pontefice – Si potrebbero essere molte possibilità di sciagura, almeno, mitigarne Le conseguenze Più Crudeli. Anche oggi, e prima che sia troppo tardi, molto si può fare per fermare le tragedie e costruire la pace.Ciò significherebbe però rimettere in discussione abitudini e prassi consolidate, a partire dalle problematiche connesse al commercio degli armamenti, al problema dell’approvvigionamento di materie prime e di energia, agli investimenti, alle politiche finanziarie e di sviluppo, fino alla tomba piaga della corruzione. img201 (2)
Siamo consapevoli allora, sul tema della migrazione, occorrerà progetti a medio termine lungo che vadano oltre la risposta di emergenza.
L’integrazione dei paesi nei paesi di accoglienza e, nel contempo, favorire lo sviluppo dei Paesi di origine con politiche solidali, che però non sottomettano gli aiuti a strategie e pratiche ideologicamente estranee o contrarie alle culture dei popoli cui sono indirizzate ».
Sicuramente, tra le cause delle migrazioni, un nuovo modo di vedere annoverare anche: a) la carenza di un nuovo ordine economico e politico internazionale e sovranazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra, in vista di una comunità mondiale come famiglia di popoli , con l’applicazione del Diritto internazionale. Di fronte a un fenomeno migratorio così generalizzato, e dai risvolti diversi diversi rispetto al passato, un poco servitobbero azioni circoscritte al livello meramente nazionale.
Le migrazioni internazionali, che debbono considerarsi un’importante componente della realtà sociale, economica e politica del mondo contemporaneo e la loro consistenza numerica significa necessario una sempre più stretta collaborazionetra i paesi generatori di migrazioni e Paesi ricettori, oltre che la presenza di adeguate normative, in grado di armonizzare i diversi assetti legislativi.
E così, al fine di salvaguardare le esigenze e i diritti delle persone e delle famiglie emigrare e, al tempo stesso, quelli delle società di approdo; b) la mancanza di una riforma del sistema monetario e finanziario internazionale; c) il primato dell’economia e della finanza, generatore di diseguaglianze ed ulteriori povertà; d) la debolezza dei voti popolari mondiali, ovvero l’insufficiente organizzazione delle società civili a fronte dei problemi globali e la difesa dei beni collettivi; e) la crisi, pressoché generalizzata, della democrazia rappresentativa, partecipativa e deliberativa; f) ildeficit di politica, spesso in balia di oligarchie e di populismi, che la orientano verso particolarismi pilotati da utenti che controllano i mass media e la finanza; g) l’indifferenza nei confronti dell’altro e di Dio; h) il fanatismo e il fondamentalismo religiosi; i) le varie forme di terrorismo; l) un pluralismo culturale frammentato o divaricato sino a perdere l’unità, essenziale pur nella diversità; m) l’incertezza del diritto, un motivo del prevalere di un individualismo libertario ed utilitarista.

2. LA RETORICA, CHE ENFATIZZA I RISCHI PER LA SICUREZZA NAZIONALE, E L’ONERE DELL ‘ACCOGLIENZA DEI NUOVI ARRIVATI
Perché papa Francesco parla di retorica? Vive, forse, fuori dalla storia? Egli non è perché non veda la cruda realtà delle migrazioni, le dimensioni bibliche del fenomeno, i rischi, gli oneri ei gravi limiti dell’accoglienza da parte dei vari Paesi.
Tutt’altro. Nello Stesso MGMP, Vieni già qui sottolineato, evidenzia che i governanti hanno il dovere di creare le condizioni, finalizzate ad accogliere, proteggere ed integrare, per quanto è possibile e limitare i benefici del Bene Comune, Ossia dal bene di Tutti , migranti, Rifugiati e cittadini dei Paesi ospitanti.Ciò implica un’adeguata conoscenza dei problemi, un discernimento nei termini di prudenza e di giustizia, nonché collaborazione internazionale. Sul volo di ritorno da Lund, in Svezia, dove è stato recato dal 31 ottobre al 1 ° novembre 2016 per partecipare alla commemorazione dei 500 anni della Riforma luterana, rispondendo alla domanda di un giornalista sull’accoglienza dei rifugiati in quel Paese e nel resto europa, ha affermato: «[…] in teoria non si può chiudere il cuore un rifugiato, ma ci vuole anche la prudenza dei governanti: perché sono molto aperti a riceverli, perché un rifugiato lo si deve integrare.
E se un paese ha una capacità di venti, diciamo così, di integrazione, faccia fino a questo. Un altro di più, faccia di più.Ma sempre il cuore aperto: non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore, e alla lunga questo si paga. […] si paga politicamente; come anche si può pagare politicamente una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare. Perché, è il pericolo quando un rifugiato o un migrante – non è integrato? Mi permetto la parola – forse è un neologismo – si ghettizza , cioè entra in un ghetto. E una cultura che non è successo in rapporto con l’altra cultura, questo è pericoloso ».
Papa Francesco, rispondendo al giornalista, in sostanza ha fatto capire di non essere avulso dalla realtà, bensì un pontefice che ragiona con realismo e concretezza.Ha detto ribadito che: a) l’accoglienza è certa una questione di umanità, ma deve essere accompagnata dall’integrazione, perché un migrante o un rifugiato non integrato può diventare pericoloso per la società; b) si deve distinguere tra migrante e rifugiato: l’accoglienza del primo è regolata da norme ben precise ed è diversa da quella del secondo; c) l’accoglienza non deve diventare uno slogan demagogico, ma deve essere accompagnata dal prudente discernimento di chi accetta: c’è chi può accogliere e integrare poco, chi di più.
img173Nel MGMP il pontefice stigmatizza, dunque, quella retorica che enfatizza i problemi fino ad ora, le misure reali del fenomeno migratorio, delle sue conseguenze negative e positive, fomentando paure e chiusure, vale a dire, creando ulteriori problemi, che seminano violenza, discriminazioni razziale e xenofobia.
Un fronte di un fenomeno indubbiamente vasto, poco controllato e, sempre, caotico e poco gestito, che vede i paesi di arrivo impreparati e scoordinati, desidera fugare i timori esagerati, affinché la questione venga affrontata con maggior lucidità ed efficacia. Per non considerare le migrazioni solo una minaccia o un’invasione dannosa, sollecita un guardarle con uno sguardo fiducioso, come un’opportunità per costruire un futuro di pace (cf MGMP n. 2).
L’arrivo massiccio di migranti e di richiedenti asilo, le tragedie affrontate con lo sviluppo disordinato dei flussi migratori, non sono opportunità per forza manipoli populisti, alterare dati o fomentare emotività esasperate. È, invece, il pensiero di affrontare un problema così complesso, senza creare cortine di fumo che impediscono di valutarlo nelle sue giuste proporzioni e nei suoi contorni precisi. Le migrazioni sono un problema con cui si può vedere a lungo. Esse sono, infatti, un aspetto strutturale non solo della moderna globalizzazione, ma dell’evoluzione stessa della nostra storia mondiale. E, ecco, controlla di esercizio un serio discernimento.
Prendendo in considerazione, in particolare, la situazione italiana, in alcuni casi è così: a). Questo è un modo di pensare e di pensare che si tratti di una società multiculturale e multireligiosa; b) secondo le percentuali di stranieri presenti nei Paesi dell’Unione Europea, l’Italia, con il suo 9,8%, viene dopo Svezia, Norvegia, Germania, Cipro, Irlanda, Estonia, Austria, le cui percentuali vanno dal 15% al 18%; viene anche dopo Spagna, Croazia, Grecia, Francia, Inghilterra, Olanda, Malta, Belgio, che registrano percentuali dal 10% al 13%; c) sembra difficile sostenere che sia in atto all’invasione di richiedenti asilo e di immigrati,perché l’ACNUR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, chiamato ad adottare la protezione internazionale dei rifugiati) ricorda che più dell’85% dei richiedenti asilo sono accolti nei Paesi più poveri in via di sviluppo. Si pensi al Libano, grande poco meno del Trentino-Alto Adige, che con una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, ne conta 200.000 profughi, più un’intera Europa, che conta più di 510 milioni di abitanti; d) dalle migrazioni provengono anche benefici culturali ed economici per tutti; e) il progressivo invecchiamento della popolazione italiana trova, di fatto, una compensazione provvidenziale nei nuovi arrivi di immigrati e nel nuovo popolo che sta facendo formandosi tramite l’accoglienza e l’integrazionechiamato ad assicurare la protezione internazionale dei rifugiati) ricorda che più dell’85% dei richiedenti asilo sono accolti nei Paesi più poveri o in via di sviluppo. Si pensi al Libano, grande poco meno del Trentino-Alto Adige, che con una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, ne conta 200.000 profughi, più un’intera Europa, che conta più di 510 milioni di abitanti; d) dalle migrazioni provengono anche benefici culturali ed economici per tutti; e) il progressivo invecchiamento della popolazione italiana trova, di fatto, una compensazione provvidenziale nei nuovi arrivi di immigrati e nel nuovo popolo che sta facendo formandosi tramite l’accoglienza e l’integrazionechiamato ad assicurare la protezione internazionale dei rifugiati) ricorda che più dell’85% dei richiedenti asilo sono accolti nei Paesi più poveri o in via di sviluppo. Si pensi al Libano, grande poco meno del Trentino-Alto Adige, che con una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, ne conta 200.000 profughi, più un’intera Europa, che conta più di 510 milioni di abitanti; d) dalle migrazioni provengono anche benefici culturali ed economici per tutti; e) il progressivo invecchiamento della popolazione italiana trova, di fatto, una compensazione provvidenziale nei nuovi arrivi di immigrati e nel nuovo popolo che sta facendo formandosi tramite l’accoglienza e l’integrazionecon una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, residenti 1 milione e 200.000 profughi, più dell’intera Europa, che conta più di 510 milioni di abitanti; d) dalle migrazioni provengono anche benefici culturali ed economici per tutti; e) il progresso della popolazione italiana, è una risposta che ha fatto l’accoglienza e l’integrazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, residenti 1 milione e 200.000 profughi, più dell’intera Europa, che conta più di 510 milioni di di abitanti; d) dalle migrazioni provengono anche benefici culturali ed economici per tutti;e) il progressivo invecchiamento della popolazione italiana trova, di fatto, una compensazione provvidenziale nei nuovi arrivi di immigrati e nel nuovo popolo che sta facendo formandosi tramite l’accoglienza e l’integrazione
Stando alle statistiche, dunque – nonostante nell’immaginario europeo e non solo italiano, per molti, l’ondata recente di richiedenti asilo si tradurrebbe in più terrorismo e meno posti di lavoro disponibili – non pare si debba porre alla base della crisi socio-economica L’arrivo di immigrati e la concorrenza sul piano del lavoro, quanto piuttosto un insieme di concause culturali, sociologiche, economiche, tecnologiche, tra le quali la separazione della fertilità, il declino morale a favore di un individualismo libertario ed utilitarista, la finanziarizzazione economica e il primato del profitto a breve termine, la digitalizzazione e la robotizzazione incontrollate del lavoro.

3. UN DISCERNIMENTO GUIDATO DALLA SAPIENZA DELLA FEDE
È interessante notare come papà Francesco, un fronte del fenomeno migratorio e dei rifugiati, segnali l’importanza di un discernimento che deriva dall’esperienza della fede cristiana , ma anche dalla sollecitudine secolare della Chiesa migranti ei Rifugiati. Lo sguardo della fede aiuta a vedere oltre gli aspetti derivanti dalle migrazioni, ma in modo particolare quelli positivi. Sollecita alla conversione. Alla luce della fede si colgono le dimensioni teologiche, ecclesiologiche, missionarie e pastorali delle migrazioni stesse.
Le azioni provvidenziale per eseguire il piano di Dio di unacomunità universale , di una sola famiglia dove tutti, migranti e paesi locali che li accolgono, sono chiamati a vivere nella solidarietà e nella condivisione, a partire dalla fraternità e dalla destinazione universale dei beni.
La famiglia è una storia nuova, in una città con tutte le porte (cfr Isaia cap. 6 e Apocalisse cap. 21). La pace è il “sovrano” che la guida, la giustizia, il principio che governa la convivenza al suo interno (cf MGMP 3). img175
In forza dello sguardo contemplativo della fede, giungiamo a scoprire quel Dio che, grazie all’Incarnazione di Cristo, abita nelle persone, nelle case, nelle strade, nelle piazze.Proprio Lui è all’origine della fraternità, della solidarietà, della giustizia, del desiderio di vero, di bene e di pace che si trova in ogni persona, credente o non credente. La presenza di Dio nei singoli, nei popoli, nella loro storia, il consenso di osservare i migranti ei rifugiati con uno sguardo favorevole, positivo. In loro, poiché l’umanità è fecondata dalla divinità, abita una ricchezza insospettata. Non arrivano a mani vuote: sono un carico di coraggio, capacità, energie e aspirazioni, oltre ai tesori delle loro culture native. In questo modo beneficiamo della vita della Nazioni che li accolgono.
Secondo lo sguardo contemplativo della fede – secondo papa Francesco -, può aiutare anche gli uomini responsabili della cosa pubblica una politica di accoglienza fino al massimo dei limiti consentiti dal bene comune intettamente. Con questo sguardo, potremo essere in grado di riconoscere i germogli di pace che già spuntano, e di prenderci cura della loro crescita. Potremo trasformare in cantieri di pace, spesso divisi e polarizzati da conflitti che riguardano proprio la presenza di migranti e di rifugiati (cf MGMP 3).

4. DIRETTIVE PER L’AZIONE
Il discernimento, comprensivo dell’analisi della situazione e di una valutazione del fenomeno migratorio alla luce dei grandi principi biblici e morali, secondo papa Francesco, sfocia in una strategia che combina quattro azioni fondamentali e complementari: accogliere, proteggere, promuovere, integrare .
Il MGMP illustra brevemente, rimandando la precisazione della Loro articolazione nazionale ed internazionale a Patti a causa futuri Globali ( Globali Compact ), il Che e Stato approvato Dalle Nazioni Unite alla multa del 2018: uno, riguardante le Migrazioni sicure, ordinata e Regolari; l’altro, i rifugiati.Qui passiamo in rassegna le quattro azioni, considerate dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il servizio di sviluppo storico, come suggerito dallo stesso MGMP. QUESTI 20 Punti Sono il RISULTATO della Consulta con varie Conferenze episcopali e ONG Cattoliche, impegnate nel Settore migranti e Rifugiati. Sono stati approvati da papa Francesco.
Fraternità Francescana Frate Jacopa, è bene sottolineare che la Sezione Migranti e Rifugiati, guidata come afferma dallo stesso papa Francesco, promuove le Conferenze episcopali nazionali per la natura dei Global Compact sia 20 Punti spiegati a tutte le parrocchie e alle organizzazioni ecclesiali.L’obiettivo è quello di promuovere una solidarietà più efficace verso i migranti ei rifugiati. Ogni conferenza può dare priorità a punti che ritiene più rilevanti nel proprio contesto, per poi portarli all’attenzione del proprio governo, sensibilizzando i responsabili dei negoziati.
Per quanto detto, viene utile riportare qui i 20 Punti di azione (pastorale), suddivisi secondo i quattro verbi sovraelencati:
I – Accogliere: richiama l’esigenza di migliorare le vie sicure e legali per migranti e rifugiati
La decisione di emigrare deve essere libera e volontaria. La migrazione deve prodursi ordinatamente nel rispetto delle leggi di ciascun Paese interessato. A tal fine la Chiesa insiste sui punti sotto elencati.
1. Non si può effettuare espulsioni arbitrarie e collettive di migranti e rifugiati. Bisogna sempre rispettare il principio di “non refoulement”, ovvero non si può rimandare indietro migranti e rifugiati in paesi considerati non sicuri. Tale principio è basato sulla sicurezza che può essere considerato un criterio di sicurezza generale del paese. Per questo elenco di elenchi di “paesi sicuri” di interesse pubblico, in quanto non considera i bisogni reali di protezione dei rifugiati.
2. Le vie legali Per una ricerca sicura e volontaria, Cosi come per il ricollocamento di Rifugiati, devono essere ampliate attraverso l’uso di visite umane per le PERSONE Più vulnerabili, L’Adozione di Programmi di sponsorizzazionel’adozione di programmi di riconduzione, l’adozione di programmi temporanei per paesi, l’adozione di programmi di accoglienza diffusa.
3. La prospettiva della sicurezza della persona deve sempre prevalere su quella della sicurezza nazionale, nel profondo rispetto dei diritti inalienabili di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. La sicurezza di frontiera, la garanzia di accesso a servizi base a tutti i migranti, richiedenti asilo e rifugiati, l’assicurazione di sicurezza a chiunque scappi da guerre e violenze e la preferenza di soluzioni alternative alla ricerca di utenti che entrano nel territorio nazionale senza essere sano

II – Proteggere: Recitare il dovere di riconoscere e di difendere i diritti e la dignità dei migranti e dei rifugiati
La Chiesa sottolinea la necessità di un approccio integrale alla questione migratoria, che metta al centro la persona umana in tutte le sue dimensioni, nel profondo rispetto della sua dignità e dei suoi diritti. Tra loro, il diritto alla vita è fondamentale, e il suo esercizio non può dipendere dallo status migratorio di una persona. A tal fine la Chiesa insiste sui punti sotto elencati.
img1774. Gli emigranti sono considerati dalle autorità di origine attraverso l’offerta di informazioni e di certificazione di emigrazione, la costituzione di un ministero ministeriale dedicato alla diaspora e l’offerta di assistenza e protezione consolare all’estero.
5. Gli immigrati sono considerati dalle autorità del paese di arrivo onde prevenire il loro sfruttamento, il lavoro forzato e la tratta. Questo è stato fatto attraverso la proibizione ai datori di lavoro dei documenti, l’assicurazione della possibilità di aprire conti bancari e la determinazione di un salario minimo da pagarsi almeno una volta al mese.
6. I migranti, i richiedenti asilo e rifugiati devono essere messi nella condizione di poter utilizzare al meglio le loro capacità e competenze. Il permesso di lavoro, il coinvolgimento delle comunità locali nell’accoglienza di richiedenti asilo, l’accesso ai mezzi di telecomunicazione e lo sviluppo di programmi di reintegrazione lavorativa e sociale per coloro che decidono di ritornare in patria.
7. Le situazioni di vulnerabilità di minori non accompagnati dalla loro famiglia sono trattate in accordo ai dettami della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. L’alternativa di soluzioni alternative per minori in genere, l’offerta di custodia temporanea o affidamento per minori non associati e l’istituto di accoglienza diversi per famiglie, minori e adulti.
8. Tutti i migranti minorenni sono protetti in accordo ai dettami della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Questo è il modo di pensare le nascite.
9. Bisogna l’accesso all’istruzione a tutti i minori migranti, richiedenti asilo e rifugiati, i loro accesso alla scuola primaria e secondaria di tutti lo stato migratorio con uno standard uguale ai cittadini.
10. Bisogna osservare ai migranti e ai di di Rifugiati un ACCESSO adeguato al benessere assicurare il Loro diritto alla salute e all’assistenza sanitaria di base, Dallo Stato migratorio, assicurando l’ACCESSO AI SCHEMI pensionistici e la portabilità dei CONTRIBUTI in function funzione caso di Rimpatrio .
11. Bisogna evitare che migranti e rifugiati diventino apolidi, il diritto a una nazionalità secondo le convenzioni internazionali e assicurando la cittadinanza a tutti i bambini al momento della nascita ( ius soli ).

III – Promuovere: rimanda al dovere di favorire lo sviluppo umano integrale
dei richiedenti asilo e rifugiati, assieme a quello delle comunità locali. Tutti i Paesi sono inclusi nei loro piani di sviluppo nazionale. Una bella cosa, la Chiesa insiste sui punti sotto elencati.
12. Bisogna sostenere il riconoscimento e lo sviluppo delle competenze dei richiedenti, richiedenti asilo e rifugiati nel Paese di arrivo attraverso la garanzia di accesso all’istruzione terziaria, ad altri corsi di perfezionamento, ad apprendistati e programmi di stage alla pari dei cittadini e attraverso processo di valutazione e convalidazione dei titoli di studio altrove.
13. Bisogna promuovere l’iscrizione socio-lavorativa dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati nelle comunità locali attraverso il riconoscimento della loro libertà di movimento e luogo di residenza, pena la possibilità di lavorare a richiedenti asilo e rifugiati, ospiti a tutti corsi di lingua locale, corsi su usi e costumi locali e produzione di materiale informativo nelle loro lingue originali. img179 (1)
14. Bisogna sempre interesse e preservare l’integrità e la famiglia, detto Dallo stato di migratorio. Questo è un privilegio di piacere, che consente di gestire i problemi di famiglia, eliminando ogni abuso di lavoro e di responsabilità. di questi ultimi in attività lavorative non vada uno scapito della loro salute e del loro diritto all’istruzione.
15. Bisogna applicare ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati con bisogni speciali e vulnerabilità lo stesso trattamento riservato ai cittadini nelle loro condizioni, migrando e promuovendo l’inclusione di minori non accompagnati o separati in situazioni di disabilità nei programmi educativi speciali previsti per i cittadini .
16. È necessario aumentare la quota di migrazione internazionale, in modo da tutti i beneficiari dello stato migratorio. Questo è il modo migliore per aiutare le famiglie a vivere in situazioni disagiate.
17. Deve essere sempre la libertà religiosa, sia in termini di professione che di pratica, tutti i migranti, richiedenti asilo e rifugiati, dallo stato migratorio.

IV – Integrare: significa arricchire le comunità locali attraverso una maggiore partecipazione di migranti e rifugiati
La presenza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati è importante per gli stranieri. L’incontro di culture diverse è fonte di mutuo arricchimento. L’inclusione partecipativa di tutti allo sviluppo delle nostre società. A tal fine la Chiesa insiste sui punti sotto elencati.
18. Bisogna favorire l’integrazione, intesa venire processo bidirezionale che riconosce e valorizza la ricchezza della cultura dell’altro. (Ius soli), concedendo rapidamente la vita a tutti i rifugiati, slegando la nazionalizzazione da criteri economici e di conoscenza linguistica (almeno per gli oltre 50), ampliando i canali di ricongiungimento familiare e concedendo regolarizzazioni straordinarie per migranti che hanno risieduto nel territorio nazionale per lunghi periodi.
19. È necessario promuovere una storia verso l’altro, richiedenti asilo e rifugiati attraverso il finanziamento di attività di scambio interculturale, la documentazione e diffusione delle “buone pratiche” relative all’integrazione di migranti e rifugiati, assicurando che gli annunci pubblicitari siano fatti almeno nelle lingue parlate dalla maggior parte dei migranti e dei rifugiati e promuovendo programmi di integrazione nelle comunità locali.
20. Agli stranieri costretti a scapare una causa di crisi umanitaria sorte in terra di emigrazione e programmi nei settori di evacuazione e / o rimpatrio assistito sono essere assicurati le condizioni per la reintegrazione nel paese d’origine. Questo è stato fatto attraverso l’aumento dei fondi per una crisi umanitaria attraverso il riconoscimento dei titoli e delle professioni acquisite dagli stessi lavoratori e dal loro inserimento nel mercato di origine.

I Punti di azione, oltre che come contributo alla stesura, alla negoziazione e all’adozione dei Global Compacts per Migranti e Rifugiati, come già accennato, sono considerati come strumento di animazione pastorale nelle nostre comunità, associazioni ed aggregazioni. Sembra, devi diventare oggetto di studio e di diffusione.

Mons. Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana

1 Sul fenomeno migratorio in tempi di globalizzazione può tornare utile la lettura di M. AMBROSINI, Migrazioni , Egea SpA, Milano 2017, ove è possibile trovare una bibliografia essenziale.
Ma si veda anche: FONDAZIONE MIGRANTES, Rapporto italiani nel mondo 2017, Ed. Tau, Todi (PG) 2017.
2 Cf SILVANO TOMMASI, Crisi d’integrazione europea, testo dattiloscritto di una conferenza presso l’Istituto di Scienze Sociali “Nicolò Rezzara”, Vicenza, 16-17 settembre 2016.
3 Sappiamo che, con riferimento alla soluzione dei corridoi umanitari, si è impegnata anche la CEI, la quale è scesa in campo, definendo dei protocolli d’intesa con la collaborazione del Ministero degli Esteri, ritenendo per ora unica via di accesso sicuro e legale verso l’Europa per i profughi in fuga da guerre e da persecuzioni. In questa direzione si è mossa pure la Comunità di sant’Egidio con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, con progetti completamente autofinanziati. Una simile iniziativa è diventata importante: come ho già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini; impedire lo sfruttamento da parte dei trafficanti di esseri umani, che si arricchiscono sulla pelle di chi fugge dalle guerre;