Migrazioni: un fenomeno in crescita | ilcantico.fratejacopa.net

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Dossier statistico Caritas/Migrantes

Vent’anni fa gli immigrati in Italia non superavano il mezzo milione di presenze. Nel frattempo la popolazione immigrata è cresciuta di quasi 20 volte, arrivando alla soglia di 5 milioni, ma “insieme al numero degli immigrati sono aumentate anche le chiusure”. È la valutazione fatta dal Dossier statistico immigrazione realizzato dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes, giunto quest’anno alla ventesima edizione.

UN IMMIGRATO OGNI 12 RESIDENTI
All’inizio del 2010 l’Istat ha registrato 4 milioni e 235 mila residenti. Secondo la stima del Dossier, invece, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti, le presenze sono 4 milioni e 919 mila (1 immigrato ogni 12 residenti, il 7% della popolazione italiana). Questa realtà nel panorama europeo si caratterizza anche per il notevole dinamismo: l’aumento è stato di circa tre milioni di unità nel decennio e di quasi 1 milione nell’ultimo biennio. Quanto agli irregolari, si stima che essi siano 500-700 mila, tendenzialmente in calo (lo scorso anno le stime ipotizzavano circa un milione). “Intanto, però, complice la fase di recessione – constata il Dossier –, sono cresciute anche le reazioni negative. Gli italiani sembrano lontani, nella loro percezione, da un adeguato inquadramento di questa realtà” e “su questa distorta percezione influiscono diversi fattori, tra i quali anche l’appartenenza politica”. Nella ricerca Transatlantic Trends (2009), ad esempio, gli intervistati hanno ritenuto che gli immigrati incidano per il 23% sulla popolazione residente (sarebbero quindi circa 15 milioni, tre volte di più rispetto alla loro effettiva consistenza) e che i “clandestini” siano più numerosi dei migranti regolari (mentre le stime accreditano un numero attorno al mezzo milione).

INTRECCI INTERCULTURALI
Secondo i dati del Dossier sono circa 240 mila i matrimoni misti celebrati tra il 1996 e il 2008 (quasi 25 mila nell’ultimo anno); più di mezzo milione le persone che hanno acquisito la cittadinanza, di cui 59 mila nel 2009; oltre 570 mila gli “stranieri” nati direttamente in Italia; quasi 100 mila quelli che ogni anno nascono da madre straniera; più di 110 mila gli ingressi per ricongiungimento familiare. La collettività romena è la più numerosa, con quasi 900 mila residenti; seguono albanesi e marocchini, circa mezzo milione, mentre cinesi e ucraini sono quasi 200 mila. Nell’insieme, queste 5 collettività coprono più della metà della presenza straniera (50,7%). Roma e Milano, con rispettivamente 270 mila e 200 mila stranieri residenti, sono i comuni più rilevanti, ma gli immigrati si stabiliscono anche nei piccoli centri, spesso con incidenze elevate. Ad esempio, sono il 20% a Porto Recanati (Mc).

IL CONTRIBUTO ALL’ECONOMIA

Gli immigrati contribuiscono alla produzione del Prodotto interno lordo per l’11,1% (stima di Unioncamere per il 2008). “Venendo essi a mancare, o a cessare di crescere, nei settori produttivi considerati non appetibili dagli italiani (in agricoltura, in edilizia, nell’industria, nel settore familiare ecc.) il Paese sarebbe impossibilitato ad affrontare il futuro”, osserva il Dossier. Gli immigrati, infatti, “versano alle casse pubbliche più di quanto prendano come fruitori di prestazioni e servizi sociali”: quasi 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l’anno “che hanno contribuito al risanamento del bilancio dell’Inps”. Essi, inoltre, dichiarano al fisco oltre 33 miliardi l’anno. A livello occupazionale gli immigrati incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti, e sono sempre più attivi.

IL FATTORE “CRIMINALITÀ”
Come ogni anno il Dossier Caritas Italiana e Fondazione Migrantes ridimensiona l’enfasi data al fattore criminalità con motivazioni fondate: tra le tante, è dimostrato che “il ritmo d’aumento delle denunce contro cittadini stranieri è molto ridotto rispetto all’aumento della loro presenza”; “il confronto tra la criminalità degli italiani e quella degli stranieri ha consentito di concludere che gli italiani e gli stranieri in posizione regolare hanno un tasso di criminalità simile”.

SBARCHI, RESPINGIMENTI E RIMPATRI
Caritas e Migrantes riconoscono la “necessità di controllare le coste” contro i trafficanti di manodopera, ma il rigore “va unito al rispetto del diritto d’asilo e della protezione umanitaria”. “Il contrasto degli sbarchi – afferma il Dossier – non deve far dimenticare che nella stra grande maggioranza dei casi all’origine dell’irregolarità vi sono gli ingressi legali in Italia, con o senza visto, di decine di milioni di stranieri che arrivano per turismo, affari, visita e altri motivi”. Rispetto a questi flussi anche la punta massima di sbarchi raggiunta nel 2008 (quasi 37 mila persone) è “ben poca cosa”. E “risulterà inefficace il controllo delle coste marittime – rileva – se non s’incentiveranno i percorsi regolari dell’immigrazione”. Intanto nel 2009 sono stati registrati 4.298 respingimenti e 14.063 rimpatri forzati, per un totale di 18.361 persone allontanate. Le persone rintracciate in posizione irregolare, ma non ottemperanti all’intimazione di lasciare il territorio italiano, sono state 34.462. Le persone trattenute nei centri d’identificazione e di espulsione sono state 10.913. Nell’insieme il 58,4% non è stato rimpatriato.