New media: attenti ai rischi! | ilcantico.fratejacopa.net

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NEW MEDIA: IL CERVELLO È A RISCHIO
Il nostro cervello è buono ma un utilizzo eccessivo delle nuove tecnologie può impedirne un corretto sviluppo. Questa la sintesi dell’intervento di Adriana Gini, neuroscienziata del Gruppo di neurobioetica dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” al Forum “Youth Communication in social media age” organizzato il 14 aprile dallo stesso ateneo e dall’Università europea di Roma. “Il cervello si modifica con le nostre esperienze – ha spiegato la scienziata – dobbiamo quindi chiederci quanto le nuove tecnologie risultino dannose per un normale sviluppo cerebrale”.
La neuroscienziata ha spiegato che, anche se finora sono ancora pochi gli studi sul tema, sono stati evidenziati alcuni pericoli: “La dipendenza, la ristrutturazione delle networks cerebrali o rewiring, la superficialità del ragionamento legato alle modalità di comunicazione che favoriscono la brevità e l’immediatezza, una ridotta capacità a ritenere le memorie recenti”. Rischi che, in attesa di dati più certi, possono essere scongiurati alternando l’uso delle tecnologie con lo sport, la lettura e le relazioni sociali, nonché “la pratica del silenzio, la meditazione e la preghiera che favoriscono le aree cerebrali che ci rendono più pazienti e altruistici”.

COMPUTER E TELEFONINI: PRIMA DEL SONNO NON FANNO BENE
Non si naviga prima di andare a letto, non si gira tra Twitter e Facebook a tarda ora, non si scrivono messaggini da sotto le coperte, non si gioca con la Playstation dopo cena. Altrimenti si dorme male. Lasciate alle nonne il tempo di aggiornarsi e questi entreranno nella lista dei buoni consigli che daranno ai nipotini. Servirà qualche tempo prima che nella saggezza popolare si affermi un concetto nuovo: la tecnologia è capace di migliorare le nostre giornate ma anche di peggiorare le nostre notti. Lo dice la National Sleep Foundation, un’associazione non profit basata a Washington che dal 1990 lavora per migliorare il sonno degli americani. Un sondaggio sul sonno condotto per l’associazione rivela che oggi negli Stati Uniti non si dorme bene. Quattro americani su dieci dicono che non riescono quasi mai a passare delle notti decenti, sei su dieci si lamentano perché al risveglio non si sentono mai davvero riposati. Incrociando i dati gli esperti del sonno hanno scoperto che quelli che dormono male spesso sono anche quelli che prima di ritirarsi si dedicano alle loro passioni tecnologiche: Internet, videogiochi, telefonini.

C’è una spiegazione scientifica per le cattive nottate della tecnologia. «L’esposizione alla luce artificiale nelle ore tra il tramonto e il momento in cui andiamo a letto sopprime il rilascio di melatonina, un ormone che concilia il sonno» spiega Charles Czeisler, della scuola di medicina di Harvard. Questo però vale anche per la vecchia televisione, che notoriamente non scoraggia affloscianti pisolini. La differenza, chiarisce Michael Gradisar, dell’australiana Flinders University, è che la televisione, come gli stereo per sentire la musica, è una tecnologia che lascia all’utente un ruolo «passivo», mentre i videogiochi, la Rete o i telefonini chiedono un considerevole sforzo «attivo» al cervello di chi li utilizza, colpendolo con stimoli aggressivi, ben diversi da quelli rilassanti che potrebbero arrivare, per esempio, da un libro. Meglio lasciar fuori certi gadget modernissimi dalla camera da letto, allora. Se proprio non si resiste, si conceda l’ingresso solo all’ebook (senza schermo retroilluminato).