La stabilità politica di interi Paesi e aree del pianeta nei prossimi decenni dipenderà da questo indicatore. Il cibo sarà il petrolio e la terra l’oro del nuovo millennio. Sarà interesse dei governi disinvestire nelle armi. Perché non saranno le guerre, né il terrorismo, le principali minacce alla sicurezza del futuro. Sarà il prezzo dei cereali. A profetizzarlo è brown-cibo-petrolioLester Brown, ecologista statunitense, definito dal Washington Post “uno dei pensatori più influenti del mondo”. Fondatore del Worldwatch Institute, che ha messo in discussione il Prodotto interno lordo (Pil) come principale indicatore del benessere economico dei Paesi, Brown oggi presiede l’Earth policy Istitute, il cui modesto scopo è: “l’elaborazione di un piano per salvare la civiltà e individuare il percorso per raggiungere quest’obiettivo”.
A Milano per il Forum di Barilla su cibo e nutrizione, l’analista americano sfodera la sua retorica che, per contenuti e previsioni, appartiene al filone catastrofico. “Il sistema globale della produzione di cibo sta andando incontro a una tempesta perfetta, che rischia di compromettere la nostra capacità di nutrirci” afferma. “A spingere il mondo verso il collasso è una miscela di fattori esplosivi: l’incremento della popolazione, le accresciute esigenze alimentari di un numero crescente di consumatori, la competizione per i biocarburanti, la scarsità e lo spreco di acqua, l’erosione del suolo, i cambiamenti climatici causati dal surriscaldamento globale”.
Il cibo sarà l’oro dei prossimi decenni. Nel 2007 il prezzo del grano è duplicato e l’ascesa dei prezzi delle principali derrate alimentari continuerà inarrestabile. “La diffusione di tumulti popolari genererà, con buona probabilità, instabilità politica” prevede Brown. “Potremmo assistere al disfacimento delle istituzioni e alla caduta di qualche governo”.
Per evitare il peggio è necessario un cambiamento epocale dei nostri paradigmi economici e delle scelte politiche che di conseguenza ne scaturiranno.“ Quando a Washington uno parla di sicurezza nazionale subito tutti pensano ai budget militari e ad armamenti sempre più sofisticati” dice Brown a Unimondo dopo il suo discorso all’Università Bocconi. “Il problema è che abbiamo ereditato il concetto di sicurezza da un secolo dominato da due guerre mondiali e da una guerra fredda. Ma l’aggressione armata non è più la principale minaccia per il nostro futuro. I rischi maggiori provengono dai cambiamenti climatici, dalla scarsità idrica, dal prezzo dei cibi in aumento e dal fallimento della politica. Non è più possibile separare la sicurezza alimentare dal concetto stesso di sicurezza. È il momento di ridefinire la sicurezza non solo dal punto di vista teorico ma anche pratico. L’attuale spesa militare degli Stati Uniti è di 800 miliardi di dollari l’anno. Parte di questi soldi devono essere ridistribuiti per sradicare la povertà, cambiare l’attuale sistema energetico verso le risorse rinnovabili, aumentare la produttività idrica e combattere l’erosione dei suoli. Il ritmo a cui dovremo farlo sarà un ritmo militare. Perché abbiamo poco tempo. L’alternativa la stiamo già vedendo in atto: è il land grabbing, l’accaparramento delle terre da parte di ogni singolo Stato per la propria individuale sopravvivenza. Ma è una scelta miope che non porterà molto lontano”.
Emanuela Citterio (Unimondo)