Presentazione

Le motivazioni
Il 2015 si caratterizzerà per due importanti eventi internazionali: a maggio a Milano prenderà il via Expo 2015, Esposizione Internazionale sul tema «Nutrire il pianeta. Energia per la vita». In autunno si svolgerà l’assemblea delle Nazioni Unite (NU) per approvare i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015.
Per sollecitare la comunità internazionale a definire norme giuridicamente vincolanti sul diritto all’acqua, riconosciuto dall’ONU nel 2010, il Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua presenta la proposta di un «Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali» che definisca le modalità per rendere concreto il «Diritto umano all’acqua e ai servizi igienici».

Siamo convinti che non si possa lasciare che siano le imprese e i mercati ad appropriarsi dell’acqua e a definirne le modalità di accesso. Spetta ai Movimenti dell’acqua, che con la loro mobilitazione sono stati capaci di creare le condizioni per indurre la comunità internazionale a riconoscere il diritto umano all’acqua, impegnarsi per ottenere, da parte delle Nazioni Unite, l’approvazione di un trattato internazionale che ne regolamenti gli aspetti sostanziali.

Lo strumento
acquaDurante un anno di lavoro congiunto col Dipartimento delle Scienze Giuridiche Nazionali e Internazionali dell’Università Bicocca di Milano, si è identificato come strumento di diritto internazionale fattibile un Secondo Protocollo opzionale al Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali delle NU (PIDESC), di cui è stato redatto un progetto.
Tale progetto di Protocollo è attualmente oggetto di verifica e confronto, riguardo ai suoi contenuti, coi principali Movimenti internazionali dell’Acqua, diverse organizzazioni della società civile e, a livello nazionale, con alcune Istituzioni come il Ministero Affari Esteri italiano, il Comune di Milano, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e con Paesi che hanno già riconosciuto il diritto all’acqua o sono impegnati a sostenerlo negli Obiettivi dell’Agenda post 2015.
L’obiettivo è quello di identificare un gruppo di Stati e Istituzioni disposti a presentare alla comunità internazionale nel 2015, in occasione di EXPO e della Assemblea delle NU sull’Agenda post-2015, la proposta di aprire un negoziato per un Secondo Protocollo PIDESC.
Il progetto di Protocollo presenta importanti elementi di avanzamento e novità, rispetto alle Risoluzioni, Convenzioni e Trattati esistenti, in quanto stabilisce un diritto umano «autonomo», specifico in tema di acqua e servizi igienici, che deve essere garantito dagli Stati sul piano sostanziale e su quello procedurale.
Il Protocollo è accompagnato da un documento di Commento, che illustra il criterio di stesura e i riferimenti alla giurisprudenza internazionale su cui si fondano i singoli articoli, ed evidenzia gli elementi di innovazione sostanziale introdotti e i passaggi di implementazione richiesti agli Stati.

Il contenuto
Una volta entrato in vigore, il Protocollo sarà vincolante per gli Stati che ne sono parte. I 32 articoli danno concreta applicazione ai principi richiamati nel Preambolo.
Gli elementi di innovazione sostanziale sono:
1. quantificazione del diritto all’acqua e l’obbligo per gli Stati di garantirlo
2. il rafforzamento delle comunità locali, che vengono riconosciute come uno dei soggetti del cosiddetto «Collective System», a cui viene attribuito il diritto di determinare il tipo di servizio idrico e le modalità con cui tale servizio deve essere gestito
3. il riconoscimento dei sistemi comunitari di gestione del servizio idrico
4. l’ introduzione di una scala di quantità di acqua per persona al giorno, che definisce il diritto garantito dallo Stato, l’uso personale soggetto al pagamento di una tariffa, lo spreco:
•quantità minima di acqua al giorno per persona (50-100 lt secondo linee guida del’OMS di cui ognuno ha diritto, gratuitamente
•dal minimo garantito fino a 250 l/p/g soggetto a tariffa
•giustiziabilità dello spreco, che viene quantificato progressivamente oltre 250 l/p/g
5. la quantificazione delle perdite massime di rete consentite (20%)
6. la menzione esplicita dell’accaparramento d’acqua (water grabbing), della fratturazione idraulica (fracking) e delle dighe come pratiche da disincentivare e assoggettare a studi di impatto ambientale
7. la definizione di una politica dei prezzi che rispetti il diritto delle persone insolventi al quantitativo d’acqua minimo vitale stabilito
Il progetto di Protocollo richiama e dà attuazione a una serie di principi sul diritto umano all’acqua.
In particolare, il progetto:

  1. definisce l’acqua un bene comune pubblico, da usare in solidarietà
    afferma l’inderogabilità del diritto umano all’acqua, anche in situazioni eccezionali (guerra)
    afferma il principio della precauzione e della sostenibilità rispetto al diritto delle future generazioni
    definisce la nozione di progressiva attuazione del diritto, che non può essere interpretata come una dilazione indefinita delle misure da intraprendere
    introduce il principio di non-discriminazione e sottolinea la tutela e priorità dei gruppi vulnerabili
    stabilisce la priorità dell’uso umano associato a nutrizione, uso alimentare, igiene
    quantifica la possibilità di accesso alle risorse idriche nei limiti di una distanza di 1000 metri e di 500 metri per i servizi igienici.
    obbliga gli Stati a tutela del diritto all’acqua:
    √ a dotarsi di misure non regressive rispetto alle legislazioni vigenti
    √ a fornirsi della legislazione adeguata per assicurare il diritto, includendo meccanismi di partecipazione pubblica
    √ a promuovere la creazione di servizi pubblici e comunitari per la fornitura dei servizi idrici
    √ a essere responsabili riguardo alla gestione operata da terzi in riferimento al rispetto del diritto e alla concessione di fonti di acqua naturale e minerale
    √ a monitorare l’attuazione degli obblighi attraverso organismi indipendenti
    √ a prevenire e sanzionare le violazioni, gli inquinamenti delle falde a tutela della buona qualità
    √ a operare misure di riparazione per violazioni di diritti soggettivi e collettivi
    √ a prevenire azioni di individui o imprese che possano interferire con il diritto umano all’acqua e all’igiene personale
    √ a fornire, ogni due anni, al Comitato per i Diritti economici, sociali e culturali un rapporto sull’attuazione del Protocollo
    √ a promuovere il diritto all’acqua attraverso la cooperazione internazionale e valutare la fattibilità di un Fondo di solidarietà internazionale per garantire il diritto nelle aree più povere
    afferma il diritto di tutti a una informazione completa e trasparente e alla partecipazione ai processi decisionali, che devono essere democratici e partecipati
    consente a chiunque, di riferire e informare il Comitato per i Diritti economici, sociali e culturali, riguardo alle inadempienze degli Stati. Il Comitato ha la facoltà di avviare indagini e richiamare l’attenzione dell’Assemblea Generale dell’ONU, attraverso il Segretario Generale.

Come sostenere questa proposta
La proposta richiede l’adesione di un primo blocco di Stati, disponibili a sostenere il negoziato per il Protocollo e successivamente a promuovere l’adesione di altri Stati.acqua 2
In primo luogo si tratta quindi di avviare una azione di promozione del progetto di Protocollo presso il Governo Italiano, in particolare sul Ministero degli Affari Esteri e su altre Istituzioni (Chiesa, Caritas, ONG internazionali) perché prendano in carico o sostengano questa iniziativa e procedano alla verifica dei contenuti e della fattibilità anche in funzione dell’inserimento nella nuova Agenda delle NU su obiettivi post-2015.
Le Associazioni, Comitati, singoli cittadini che condividono questa richiesta possono segnalare il loro interesse a sostenere questa proposta inviando la loro adesione a segreteria@contrattoacqua.it
Sulla base delle adesione pervenute si procederà alla attivazione di un Comitato di sostegno e al lancio di una petizione on-line.

Documento a cura del Comitato Italiano per il
Contratto Mondiale sull’acqua – Onlus

Via Rembrandt 9 – 20147 Milano – + 39.02.89072057
www.contrattoacqua.it
segreteria@contrattoacqua.it