Secondo lo Spirito è il film sulla vita del cardinale Giacomo Lercaro

“Se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo il pane terreno?”: è questa la frase che il card. Giacomo Lercaro fece scrivere sull’altare della cattedrale quando fu arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968. Al Concilio Vaticano II – di cui fu uno dei quattro moderatori – il cardinale sostenne la necessità della povertà della Chiesa, guidò la riforma liturgica, promosse la collegialità fra Papa e vescovi, un mondo del lavoro solidale ed equo e un nuovo confidente rapporto fra Chiesa e mondo. Rapporto col mondo ch’egli ha perseguito davvero con coraggio, in una continua ricerca della pace e del bene comune, come dimostrò nel rapporto sviluppato negli anni post conciliari con la città di Bologna.

img111Nel film (produzione LabFilm) diretto da Lorenzo K Stanzani, parlano del cardinale Lercaro: Umberto Bedendo, mons. Luigi Bettazzi, Nicla Buonasorte, Guido Fanti, Emma Fattorini, Giampiero Forcesi, Giuliano Gresleri, Raniero La Valle, Fabrizio Mandreoli, mons. Marcello Semeraro, mons. Ernesto Vecchi.
Il 19 marzo 1947 Giacomo Lercaro venne consacrato vescovo da monsignor Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, e il successivo 27 aprile fece il suo ingresso solenne nell’arcidiocesi di Ravenna. Il 19 aprile 1952 venne trasferito alla sede di Bologna dove entrò ufficialmente il 22 giugno. Il 12 gennaio 1953 Pio XII lo creò cardinale con il titolo di Santa Maria in Traspontina.
Nell’ottobre del 1958 partecipò al Conclave in cui venne eletto papa Giovanni XXIII. Dal 1962 partecipò ai lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II. Nel giugno 1963 prese parte al Conclave che portò all’elezione di papa Paolo VI.
Il 21 agosto dello stesso anno venne nominato membro della commissione per il coordinamento dei lavori del Concilio e il successivo 15 settembre diventò uno dei quattro moderatori del Concilio stesso. Dal 1964 al 1967 presiedette il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia e dal 1965 fu membro della commissione postconciliare per l’interpretazione dei testi del Concilio. Nei mesi di settembre e ottobre del 1967 partecipò al I Sinodo dei vescovi.
Il 1º gennaio 1968, prima giornata della pace, a Bologna, il cardinale pronuncia un’omelia, predisposta dal suo collaboratore ed ex-parlamentare Giuseppe Dossetti, nella quale condanna i bombardamenti sul Vietnam in nome di Dio. È un caso internazionale, Paolo VI giunge alla drammatica decisione di rimuovere il cardinale dalla sua carica.
La sua più alta testimonianza sacerdotale la offrì con l’esempio della sua piena e indefettibile fedeltà al Papa, rimettendo a Paolo VI il suo mandato ministeriale: «Il Papa mi ha detto vieni ed io sono venuto. Il Papa mi dice va’ ed io vado». Così semplicemente egli si espresse con edificazione di tutti nel dare l’annuncio al popolo bolognese della rinuncia al magistero attivo. Il 12 febbraio 1968 lasciò la sede arcivescovile di Bologna.
Nell’agosto 1968 fu legato pontificio al XXXIX Congresso eucaristico internazionale di Bogotà. Tenne la rubrica radiofonica “Ascolta si fa sera” per un periodo nei primi anni 70. Si distinse per la sua catechesi. Egli leggeva passi del Vangelo, con accenti pieni di sentimenti umanitari, in odore di santità, senza aggiungere alcuna sua parola.
Il 18 ottobre 1976 morì nella sua residenza di Villa San Giacomo, nell’immediata periferia di Bologna, e le sue spoglie vennero tumulate nella Cattedrale di San Pietro