img107“L’antico spirito francescano che non si è mai spento”. Queste parole mi hanno accolto in Vescovado e poi, nella vuota Sala della Spogliazione, una melodia dolcissima, quasi d’arpa. Tante le persone nella sala d’ingresso per un momento d’accoglienza … le note di prova di Confitemini in Domino si sono iniziate a confondere con le voci che a mano a mano hanno riempito la sala. Riprende la melodia accompagnata dal canto Bless the Lord my soul (Benedici il Signore anima mia).
Veramente tante le persone presenti, ci sono anche famiglie con i bambini piccoli; molti gli esponenti delle varie Confessioni.
La preghiera è stata introdotta dalla meditazione di Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo della Diocesi di Assisi – Nocera U. – Gualdo Tadino: “la spogliazione di Francesco e la nostra conversione ecologica.
D’ora in poi voglio dire Padre nostro che sei nei cieli”. È stato messo in evidenza il gesto profetico di Francesco, il suo spogliarsi come riferimento per la nostra spogliazione.
Il primo momento ha visto al centro “Le lacrime della terra e dei popoli” con la meditazione di Cristina Leano del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, coordinatrice del Comitato direttivo di Tempo del Creato.
Un gesto simbolico, forte, ha caratterizzato questo momento: due giovani costretti a lasciare la loro terra, l’Eritrea, hanno portato un contenitore di vetro trasparente con le “lacrime” e su queste lacrime siamo stati invitati ad immergere le mani e a dare un nome alle lacrime stesse e al dolore che le ha provocate. Nel silenzio più totale alcune persone si sono avvicinate, io, nel mio cuore, ho pensato alle lacrime di tutti coloro che sono o si sentono emarginati. Abbiamo pregato per la conversione del cuore per “essere riconciliati con Dio, il creato, l’umanità”.
Il Benedicat tibi Dominus è servito da ponte per il secondo momento “In ascolto reciproco”, ma soprattutto in ascolto della Parola iniziando dalla lettura dal Vangelo di Giovanni 1,1-3.14, procedendo con la Lettera ai Filippesi 2,5-11, con Giovanni 13, 3-5, 12-15, con Marco 8,34-37, con la Lettera ai Galati 3, 26-28, con la Lettera ai Romani 8, 19-23, con Matteo 25, 35-36. Si sono alternati nelle riflessioni alcuni degli alti rappresentanti mondiali delle differenti confessioni cristiane convenuti in Assisi; il canone Confitemini Domino quotiamo bonus ha segnato lo stacco tra i vari interventi.
Il terzo momento è stato caratterizzato dal “Rito della Spogliazione”; l’invito è stato quello di ispirarsi a Francesco per abbandonare un Habitus”, un’abitudine per operare un cambiamento radicale nella propria vita.
Anche in questo momento c’è stato un gesto significativo; siamo stati invitati a scrivere su un foglietto bianco, che ci era stato consegnato. “Adesso, nel segreto della propria coscienza, ciascuno di voi, a partire dalla responsabilità nella propria chiesa, illuminato dalla Parola di Dio, è invitato a dare un nome a questo “abito”che genera tanto dolore nel mondo.
Ciascuno di noi è invitato a scrivere su questo foglio questo nome, questa parola.” In un vaso di creta a forma di cuore sono stati inseriti, tramite una fessura, i foglietti di ciascuno di noi; in silenzio, in processione lenta e ordinata tutti abbiamo compiuto questo gesto.
È stato naturale concludere con la preghiera del Padre nostro.
Bello il canto finale Nuova creatura di fra Maurizio Lenti proprio sulla spogliazione di Francesco.
Ci siamo incamminati poi verso Santa Chiara, quasi in processione. Il portone d’ingresso si è aperto solo per noi, per una veglia contemplativa. Nella Capella di San Damiano, davanti al Crocifisso che ha parlato a Francesco, in un silenzio interiore che facesse spazio alla Parola, ci siamo raccolti in preghiera.img109 (2)
Non mi era mai accaduto di stare per più di un’ora a contemplare quel Crocifisso risorto! Dopo il saluto delle Clarisse c’è stato un alternarsi di letture (in prevalenza dalle Fonti Francescane), di silenzi, di canti, scandita dall’accensione di un cero davanti al Crocifisso “come segno a tradurre in vita le parole accolte”; ne sono stati accesi dodici.
È risuonato più volte il “Francesco, va’, ripara la mia casa, che, come vedi, va in rovina”. come impegno da assumere nei confronti della casa comune, del creato e delle creature.
Ci sono stati riferimenti tratti dalla “Laudato si’” di Papa Francesco (11-13): “Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato …”;
riferimenti tratti dal messaggio del Patriarca Bartolomeo in occasione della Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato 2016: “È richiesta una vigilanza continua, formazione e insegnamento in modo che sia chiara la relazione dell’attuale crisi ecologica con le passioni umane della cupidigia, dell’ingordigia, dell’egoismo, della voracità rapace, delle cui passioni risultato e frutto è la crisi ambientale che viviamo …”;
riferimenti tratti dalla Dichiarazione “The world is our host” (Anglican Bishops for Climate Justice, 2015): “Nonostante gli scienziati del clima abbiano per molti anni messo in guardi sulle conseguenze dell’inazione, vi è un’allarmante mancanza di accordo globale sulla via da seguire. Crediamo che il problema sia spirituale oltre che economico, scientifico e politico … per questo motivo la Chiesa deve trovare urgentemente la sua voce morale collettiva …”;
riferimenti tratti dalla Dichiarazione della XII Assemblea della Federazione Luterana Mondiale 2017: “… La comunione (koinonia) è un dono prezioso ricevuto dalla grazia di Dio ed è anche un compito. I problemi di questo tempo non devono definirci. Le strutture e le forme terrestri possono cadere, ma in Cristo Gesù, il peccato e la morte non hanno potere su di noi … Preghiamo gli uni per gli altri e condividiamo le nostre risorse, spirituali e materiali, ovunque sia possibile …”.
A chiudere questo momento contemplativo un gesto simbolico molto bello: durante il canto, in modo ordinato, ciascuno dei presenti ha potuto accendere alla fiamma dei ceri una piccola candela come segno del proprio impegno a essere custode del creato.
Ai piedi del Crocifisso splendevano delle ciotole d’acqua in cui galleggiavano i nostri lumini accesi; tante piccole luci, messe insieme, brillavano ed illuminavano. Il sabato mattina ho potuto partecipare soprattutto al momento che si è svolto davanti alla Basilica Superiore di San Francesco. Dal Santuario della Spogliazione erano confluiti qui molti pellegrini, in processione. Con il sole che giocava a nascondino, con un forte vento che rischiava di far cadere gli addobbi floreali.
Il Card. Angelo Bagnasco ha concluso il suo intervento auspicando che “Dio ci doni intelligenza e cuore innanzitutto verso l’uomo, creatura di Dio e figlio del Padre in Cristo. Ci doni di impegnarci insieme perché la giustizia, il rispetto e la fraternità tra gli uomini possano riflettersi in un rapporto di alleanza cosmica, per cui il creato sia amato come la casa comune, dove le generazioni di oggi e di domani possano vivere con maggiore armonia e pace”.
Nel suo saluto il Sindaco di Assisi, Stefania Proietti, ha messo in rilievo come i cambiamenti climatici siano all’origine “di povertà, carestia, migrazioni e della perdita di tante vite umane. In un mondo in cui la crisi ecologica è una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità, occorre richiamare i valori della custodia del creato, dell’opzione preferenziali per i poveri e della pace che si costruisce nella vita di ogni giorno, anche nella quotidianità e nella vita delle città”.
Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico ha richiamato al prendersi cura dei più fragili; ad accogliere, custodire, tutelare la vita; “… la vita è un bene che non può essere lasciato in balia di false libertà, della solitudine e dell’abbandono …” ed ha concluso affermando: “San Francesco, al quale la nostra Opera è dedicata, ci ha insegnato che l’ecologia integrale passa solo attraverso la conversione del cuore. È solo allora che ci sentiremo intimamente uniti a tutto ciò che esiste …”.
A conclusione di questo momento è stata data lettura della Dichiarazione Ecumenica congiunta sul Creato (pubblicata a pag. 17).
Speciale è stata la presenza dei ragazzi dell’Istituto Serafico; fortemente simbolico il gesto finale di mettersi in marcia al loro fianco, dietro di loro perché il passo del cammino fosse dato dal più debole e nessuno fosse lasciato indietro.

Amneris Marcucci