Tempo di avvento, tempo di grazia per l'incontro | ilcantico.fratejacopa.net

Tempo di avvento, tempo di grazia per l’incontro | ilcantico.fratejacopa.net

È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà nella attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo” (Tt 2,11-13).

Buon Natale

La cultura che tutti respiriamo ci propone una vita tutta esaurita nei confini di questo mondo: nella ricerca del benessere, nella spinta costante ad essere al di sopra degli altri, nell’accumulo dei beni, nella scalata ad una miglior considerazione nostra e della nostra famiglia, all’impulso inarrestabile a comperare. Chiamandoci all’esistenza, il Signore ci ha posti in questo giardino che è la nostra terra, affidandoci il governo e la custodia del creato, mettendo in noi il desiderio di vivere con gli altri e di costruire la storia con gli altri. Non possiamo disattendere questa realtà, è la nostra vocazione a vivere da uomini, insieme agli altri uomini. Ma non è tutto qui: siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, cioè siamo in continua tensione verso Dio, verso la partecipazione alla sua vita, alla sua pienezza e alla sua gioia.

Ma Dio sa che il peccato ci ha frastornati ed abbiamo smarrito l’orientamento verso di Lui; ed allora è Lui che viene a noi nel suo Figlio Gesù Cristo. Questo è un fatto immenso che trasforma la nostra vita e la storia di tutta l’umanità. La Chiesa ogni anno, nel ripresentarci i punti salienti della Storia di Salvezza, prima di tutto ci pone davanti agli occhi, alla mente e al cuore, questa venuta, questo ingresso di Gesù Cristo che pone la sua tenda tra le nostre tende. È questo il tempo dell’Avvento, quattro settimane che precedono il S. Natale. Chi vive impregnato dello spirito del mondo non si accorge dell’Avvento: si accorge solo che in questo periodo dell’anno il traffico aumenta, le strade sono prese da un brusio particolare, che la gente sui marciapiedi viaggia con grandi buste e con tanti pensieri.

Nel vangelo Gesù chiama “sonno” la condizione che vivono queste persone, cioè sono nelle tenebre, nell’impossibilità di vedere la meraviglia di Dio che viene a noi, che si affianca a noi, che ci ama di un amore pieno di misericordia, che si fa carico delle nostre debolezze e delle nostre sofferenze. Sempre nel Vangelo Gesù invita noi suoi discepoli a “vegliare”, a “vigilare”, a stare in attesa, perché la sua venuta è sicura. È storicamente provata la sua venuta a Betlemme, dove apparve bambino accudito e riscaldato dall’amore di Maria e di Giuseppe: è il “suo primo avvento, nell’umiltà della nostra natura umana”. La sua nascita, fatto insignificante per la maggior parte dell’umanità che viveva nel sonno, si è ogni giorno di più rivelata il punto centrale della storia che si è divisa come “prima di Cristo” e “dopo Cristo”.

Questa sua prima venuta non esaurisce il venire di Dio a noi: essa è prova e annuncio che Cristo “verrà di nuovo nello splendore della gloria e ci chiamerà a possedere il Regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa”. La seconda venuta di Gesù Cristo sarà la salvezza totale dell’umanità, la vittoria del disegno di Dio e la distruzione del male e delle sue disastrose conseguenze, l’ingresso dell’uomo nella felicità e nella pace, la pienezza di tutte le promesse di Dio. Ma la misericordia di Dio è senza confini e Gesù che ne è il volto, la personificazione, ci ha promesso di stare con noi per sempre e di venire a noi nella nostra vita quotidiana: “Ora Egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo Regno”.

Questa continua venuta di Gesù non riguarda solo la nostra esistenza personale ma anche il nostro vivere sociale. La venuta di Gesù nei suoi vari momenti è sempre un aspetto della iniziativa gratuita di Dio, una manifestazione della sua volontà di salvarci. Il nostro compito è riconoscere ed accogliere l’opera di Dio. L’Avvento ci aiuta a rispondere al dono di Dio mettendoci davanti agli occhi alcune figure particolari che ci accompagnano e ci guidano: il profeta Isaia che riassume in sé il desiderio e il grido perché venga a noi il Messia, Cristo Signore; S. Giovanni Battista che vivendo nella sobrietà, con tutta la sua vita fa da battistrada alla venuta dell’Agnello di Dio ed allo stesso tempo si converte, si volge ad accogliere il Messia; Maria, la madre, che attende nel silenzio, nella preghiera e con amore fattivo si reca a dare il suo aiuto alla cugina Elisabetta. Non possiamo non attendere una così stupenda venuta!

Essa deve mettere in movimento, la nostra vita. Il rischio di non accorgerci di niente, di non vedere l’opera di Dio, è sempre in agguato, come è tentazione costante quella di accontentarci, di rassegnarci ad una vita deludente tutta articolata su quelle poche cose materiali che siamo costretti a fare tutti i giorni, ma senza alzare gli occhi, senza attendere nessuno. Possiamo svegliarci e vivere l’attesa di Gesù, anzi gridare a lui da dentro gli avvenimenti disastrosi che umiliano e feriscono gli uomini, possiamo preparare la via perché altre persone si accorgano della sua venuta, possiamo vivere nella sobrietà ponendoci come fratelli vicino ai più poveri, mentre aspettiamo la sua venuta possiamo servirci a vicenda, possiamo avere amore di ritorno a Gesù che viene.

p. Lorenzo Di Giuseppe