Senza titoloSiamo grati al Signore che ci ha donato Papa Francesco. Come sempre l’ azione misteriosa dello Spirito ci sorprende ed anche questa volta quello che Lui ha operato è proprio quello che ci voleva in questo momento per la vita della Chiesa: lo abbiamo sentito come se ad un assetato, sotto un sole bruciante, si fosse presentata una qualche persona con una brocca di acqua fresca. Di questo nuovo Papa, in questi brevi giorni del suo ministero petrino, ci hanno colpito parole e gesti in profonda sintonia tra loro. Intanto il suo nome: Francesco è per tutti noi un nome prezioso, un nome che già da solo evoca un programma e uno stile di vita umile e povero. E le sue parole confermano quello che ci ha indotto a pensare: parole semplici, dirette, profumate di Vangelo. Ed anche i gesti compiuti in questi giorni ci dicono che Papa Francesco vuole stare in mezzo alla gente, egli si inchina per accogliere la benedizione di Dio invocata dai cristiani presenti a piazza S. Pietro, nelle sue visite fuori programma saluta tutti, suggerisce di donare ai poveri l’equivalente del viaggio dall’Argentina per assistere alla cerimonia di inizio Pontificato, lava i piedi agli ammalati di aids, paga il conto della pensione e ritira gli effetti personali. Una persona che vive come un uomo normale. Sembra che abbia bruciato la distanza con il pescatore Pietro, questo lavoratore che Gesù trasformò in pescatore di uomini e che scelse come pietra fondamentale sulla quale edificare la sua Chiesa. Insieme a questa bella notizia in questi giorni ci ha piacevolmente stupito lo straordinario interesse che si è manifestato da parte dei media di tutto il mondo per le vicende della Chiesa (sono stati presenti a Roma circa seimila giornalisti!). Ci siamo domandati quale significato può avere questa enorme ribalta data ai fatti del Papato. Si potrebbe pensare che si tratti di curiosità per un evento che interessa tutto il mondo, di gusto della spettacolarizzazione di scene che sembrano venire dal passato. O forse c’è una vaga intuizione che si tratti di qualcosa di importante? Potrebbe essere che nell’inconscio della umanità sia presente la convinzione che la Chiesa esiste per camminare insieme a tutta l’umanità sotto la guida di Pietro, il cui ministero è perpetuato da ogni Papa, e deve poter contare sulla fede di Pietro a cui Gesù diede il compito di sostenere la fede dei fratelli. A noi sembra che nonostante l’indifferenza, nonostante il secolarismo, c’è magari, molto attutita, la consapevolezza che la Chiesa sia portatrice di un compito importante per tutta l’umanità, che la Chiesa che è Popolo di Dio, non vive per se stessa ma è depositaria di un dono per tutta l’ umanità. Infatti mentre gli uomini ordinariamente vivono ponendo molta attenzione ai beni materiali, ricercando la vita comoda e curando i propri interessi, sentendosi dio della propria vita, lasciando in periferia il rapporto con Dio, sono venuti a trovarsi in una condizione di smarrimento e di schiavitù dal proprio egoismo. La maggior parte dell’umanità ha smarrito la via della vita e si è posta pericolosamente su sentieri che portano alla corruzione, al decadimento, alla morte. La Chiesa, questo Popolo di Dio che ha in Pietro la guida, anch’essa bisognosa di purificazione, vive la sua missione di essere in mezzo all’umanità come sale, luce e lievito nuovo, richiamando l’attenzione all’amore di Dio da noi non meritato eppure presente nella nostra storia: è questo amore, che come liberò il popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto e come risuscitò Gesù dalla tomba, libera anche noi oggi e ci risuscita dalle nostre debolezze, dalle nostre perversioni, dalle nostre morti, dandoci la possibilità di una vita pulita, di una vita fraterna, di una vita nuova. La Pasqua, verso la quale camminiamo, è questo annuncio e la Chiesa guidata dal nuovo pastore Francesco lo ripete a tutti.

p. Lorenzo Di Giuseppe