Commento ai messaggi del Papa e dei Vescovi per la Giornata mondiale del Creato 2022

Proponiamo la sintesi della preziosa riflessione offerta domenica 18 settembre 2022 da Don Stefano Culiersi nell’incontro promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa con la Parrocchia S. Maria Annunziata di Fossolo (Bo) nel Ciclo “Il tempo del creato”. È possibile rivedere la videoregistrazione sulla pagina youtube Fraternità Francescana Frate Jacopa.

Il magistero del Papa ci ha donato per questa Giornata del Creato un prezioso impegno della Santa Sede per gli organismi internazionali promossi dalle Nazioni Unite, circa il contrasto al cambiamento climatico e alla salvaguardia della biodiversità. Accanto a questo, i Vescovi italiani, che raccolgono la Chiesa italiana a Matera per il Congresso Eucaristico Nazionale, hanno voluto declinare il tempo del Creato con il messaggio eucaristico, offrendoci un testo di spiritualità che aiuterà la nostra conversione al Vangelo del Regno di Dio.
“Tutto nel frammento” è il tema del messaggio dei Vescovi italiani. Partiamo da qui, dal fatto che siamo frammentati. Divisi, in compartimenti stagni, siamo strattonati da un tema e dall’altro, inseguendo le proposte, con poca costruzione e unità. Questa frammentazione si riscontra anche nelle nostre forme sociali, che si aggregano temporaneamente attorno ad un tema per poi dividersi su altri temi.
In questa frammentarietà abbiamo bisogno di convergere, e per questo di conversione, di tendere insieme verso l’unità.

1. Un tempo per la conversione
Il senso di avere un tempo del creato è quello di mettere a tema qualcosa che altrimenti noi trascureremmo, presi dalla quotidianità o dalle urgenze, come se il tema dell’ecologia non fosse un tema però quotidiano o urgente per noi e per la nostra umanità.
È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune.
C’è una conversione che ci aspetta, quella ecologica, che chiede il nostro impegno e la nostra dedizione. Non è una conversione che si aggiunge ad altre, ma è l’unico appello alla conversione per il Regno dei cieli, che Gesù è venuto a inaugurare per noi.
“Il tempo è compiuto il Regno è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1)

L’unica conversione che fa credere al Vangelo di Gesù Cristo, cambia il cuore rispetto a Dio e ai fratelli, è anche la conversione che cambia il nostro rapporto con la Creazione e con le sue risorse.
La chiamiamo “ecologica” perché ci fa ragionare (logos) sulla risonanza (echo) degli organismi sul loro ambiente di vita e legge la nostra esistenza insieme all’ambiente, integrata con esso, con una visione complessiva e unitaria.
C’è una conversione ecologica che ci attende, perché noi continuiamo a considerarci avulsi dal nostro ambiente, che è la casa comune nella quale vivere con Dio e con i fratelli i doni di grazia e di natura.
C’è un uomo nuovo da rivestire, ad immagine di Cristo, che si muove davanti a Dio, verso i fratelli, nel Creato secondo la volontà del Padre.

2. Dalla liturgia, la formazione dell’uomo nuovo
Nell’azione liturgica, il Papa lo ha recentemente ricordato (DD 40-41), avviene una formazione speciale per il battezzato, perché a lasciarci istruire dall’azione rituale noi impariamo l’umanità di Gesù davanti al Padre.
La sua obbedienza amorevole al Padre, la sua misericordia verso tutti, il mistero di una Creazione nuova non più segnata dal male e dalla morte si svela a noi nella sua Pasqua di morte e risurrezione. E quando egli vivo raduna i fedeli per la celebrazione eucaristica, egli condivide con noi, proprio nei gesti rituali dell’eucaristia, quei tratti distintivi della sua nuova umanità redenta e glorificata, perché li facciamo nostri e progrediamo in essi.
Così il messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata del Creato 2022, pensando al Congresso eucaristico di Matera, riprende gesti e le parole dell’Eucaristia come propri di Cristo che offre a noi esempio e grazia per poterli assumere.
* Prese il pane:
Il gesto è un gesto violento, di sottrazione, di rapina se non c’è la consapevolezza di quello che è costato quel pane: delle professionalità, dei lavori, delle ore e delle risorse che servono per produrre quel pane, e da ultimo il sacrificio della terra, che viene solcata, seminata, mietuta per produrre il pane.
Senza consapevolezza il gesto del prendere rimane un gesto violento, perché non considera le molte mani che porgono quel dono.
* Rese grazie:
Per questo al prendere fa seguito il rendere grazie. La gratitudine è la cifra dell’uomo nuovo, di Cristo Gesù, che nei suoi occhi non si limita a vedere cose, ma è capace di simbolica, per cui vede in profondità il valore, le persone, Dio nel pane che prende.
Dice il documento che noi siamo un “grazie che cammina”. Bella espressione di chi si stupisce del dono. Quando invece siamo ingrati, ricordano i vescovi, siamo spietati, privi di misericordia.
* Lo spezzò:
La frazione del pane è il segno della condivisione, ricorda che non siamo soli. È il modo di agire dell’uomo nuovo Cristo Gesù, che non si considera da solo, ma si comprende insieme agli altri che sono presenti, per questo “fa le parti”. Nel gesto della frazione c’è una profezia del Regno, nella sua dimensione di pienezza per tutti, e del riposo sabbatico, come restituzione a coloro che hanno perso.
* Lo diede:
Gesù non mangia da solo ma mangia insieme agli altri. L’eucaristia allena alla condivisione, non abbuffandosi, per cui ognuno prende per se stesso, ma ognuno serve l’altro. In questo, Gesù diventa dono anche perché porge se stesso, nel porgere il cibo. E così anche noi diventiamo dono nella condivisione di quello che c’è in tavola.
La liturgia ci forma ad una umanità conforme a quella di Gesù e per questo capace di gestire risorse e beni con riconoscenza e gratitudine, con condivisione e generosità.

3. La voce del Creato: grido e lamento
C’è un cambiamento che ci interpella, a voler ascoltare il grido del creato, come invita a fare il Papa nel suo messaggio per la giornata del Creato 2022. Non si ode più soltanto la lode che Francesco interpretava nel cantico delle Creature, ma si sente anche un grido che viene da diversi disastri ambientali e dalle loro conseguenze.
Grida la terra e le sue creature per l’estinzione di queste ad opera di atteggiamenti predatori e irresponsabili; gridano i poveri, i più esposti ai fenomeni violenti del cambio climatico; gridano i nativi per l’invasione del loro habitat; gridano le future generazioni, cui consegnamo un pianeta fortemente segnato.

4. Impegno della Santa Sede a livello internazionale
“È anche per questo motivo che ho recentemente disposto che la Santa Sede, a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, aderisca alla Convenzione Quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici e all’Accordo di Parigi, con l’auspicio che l’umanità del XXI secolo «possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità » (ibid., 165).
La partecipazione della Santa Sede è un segno importante, perché generalmente la Santa Sede, organismo religioso, non siede in ONU, se non come osservatore, e la Città del Vaticano non è nell’ONU.
A partire dal 1972 l’ONU si è data un programma ambientale attraverso la costituzione di UN Environment programme. Questo organismo lavora attraverso dei sottogruppi specifici per alcuni temi.
La UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change/ Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si occupa appunto di cambiamenti climatici: è responsabile degli accordi di Parigi e della loro attuazione presso gli stati che aderiscono a questa conferenza internazionale.
La riunione delle parti interessate, ovvero dei firmatari degli accordi, si chiama COP, ed è arrivata alla sua 27a riunione, che si terrà in Egitto nel prossimo Novembre. A questa conferenza (COP 27) papa Francesco chiede di «Convertire i modelli di consumo e di produzione, per limitare l’aumento di temperatura previsto di solo 1,5°».
Più di recente Il programma ambientale delle Nazioni Unite ha elaborato anche un’altra conferenza di stati, per trattare il tema della biodiversità. UNBC (United Nations biodiversity conference/conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite). Questa si troverà per la quindicesima volta in Canada a dicembre di questo anno per la sua Conferenza tra le parti (COP 15). La Santa Sede, ispirandosi alla sapienza dei giubilei (Ricordare, ritornare, riposare, ripristinare) si farà promotrice di questo programma:
1. Chiara base etica per salvare la biodiversità
2. Difendere, sostenere, conservare e recuperare la biodiversità, soddisfacendo i bisogni in modo sostenibile
3. Solidarietà globale, perché la biodiversità è un bene globale
4. Avere una priorità per le persone vulnerabili, colpite dalla perdita di biodiversità.

Conclude il Papa:
“Durante questo Tempo del Creato, preghiamo affinché i vertici COP27 e COP15 possano unire la famiglia umana (cfr ibid., 13) per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità. Ricordando l’esortazione di San Paolo a rallegrarsi con chi gioisce e a piangere con chi piange (cfr Rm 12,15), piangiamo con il grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti, perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature”.

 Tutto nel frammento
Possiamo rivalutare la frammentarietà, non come dispersione, ma come totalità e importanza di ogni singolo gesto, che è sempre parte del tutto e insieme manifestazione del tutto. Questo dà valore ad ogni singola occasione che viviamo, perché non è priva di valore solo perché piccola e parziale, ma in essa può esprimere la totalità della nostra vita cristiana e del Regno, proprio a partire da una gestione delle risorse e delle energie che sia conforme alla volontà del Padre.

Don Stefano Culiersi. Liturgia e Storia della Teologia,
Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano

Il Cantico 
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata