La Terra e le creature, la Biosfera e la biodiversità

Bruno Bignami

 

1. Il benvenuto a tutti i partecipanti e ai relatori di questo 18° Seminario Nazionale sulla Custodia del Creato. Desidero ringraziare, anche a nome di don Giuliano, il Tavolo di studio coordinato dai nostri due Uffici Cei, UNPSL e UNEDI: la preparazione di questa giornata parte da lontano ed è frutto di un cammino sinodale che fa ben sperare per il futuro.
Ci siamo confrontati e abbiamo condiviso progetti: la scelta del tema della biodiversità è motivata dalla volontà di porre l’attenzione su un argomento che spesso rischia di essere trascurato o messo in secondo piano nella comunità cristiana. In realtà, mai come in questa stagione dobbiamo comprendere che la cura per la biodiversità è cura per l’uomo e per il dono della creazione. Un grazie sentito anche alla FAO che ha voluto essere presente con l’impegno diretto del vicedirettore generale Maurizio Martina.

2. Dio quando crea, differenzia. Non realizza tutto uguale, in modo seriale.
Non ama la monocultura.
Non semplifica nel monotono. Non realizza creature come duplicati.Il Creatore abita la terra con la varietà e la molteplicità. È garante della complessità: pensa non in serie ma in armonia.
Viene il sospetto che questo sia il modo per dimostrare tutta la ricchezza del suo amore. Il mondo appare come un insieme di differenze vocate all’interdipendenza. Il monaco san Basilio, nelle sue Omelie sull’Hexameron lo aveva intuito: «Dio connesse tutte le diverse parti dell’universo per mezzo di legami con indissolubile saldezza e stabilì tra di loro una così perfetta amicizia e armonia che le più distanti, nonostante la loro lontananza, apparivano un’unica simpatia universale» (2,2-3). I capitoli 38-42 del libro di Giobbe presentano una ricchezza di animali che nessuno può dire di conoscere del tutto: Dio può rinfacciare a Giobbe la non sufficiente conoscenza o la sua assenza nel momento in cui dava alla luce creature tanto diverse e complesse!
La biodiversità è inscritta nella creazione a tal punto che la riscontriamo anche nei sistemi umani: esiste una biodiversità delle economie, delle spiritualità, delle culture, dei cibi, nella gestione dei beni comuni (Elinor Ostrom)… Come scrive Elena Granata: «Non esiste vita che nasca dalla monotonia, dall’uniformità dei tratti, dalla somiglianza, dalla ripetizione di sé»1.

3. In questi decenni l’uomo ha finito per calpestare la biodiversità, impoverendola non poco. Lo denuncia papa Francesco in LS 33:
«Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio».
Tra l’altro, rimane vero che sappiamo molto poco della biodiversità del nostro pianeta. Sono censite attualmente circa 2 milioni di specie, ma si stima che il loro numero potrebbe oscillare da 3 a 30 milioni. La cifra più attendibile è 14 milioni. La difficoltà più grande riguarda l’ecosistema marino, che potrebbe ospitare fino a 10 milioni di specie. Stiamo quindi parlando di ciò che non conosciamo ancora o che potremmo persino non conoscere mai se diverse specie dovessero scomparire a causa del cambiamento climatico o a causa di un antropocentrismo dispotico che dimentica la responsabilità per il creato. Oltre tutto, la biodiversità non è distribuita in modo uniforme sul pianeta: vi sono specie endemiche, presenti solo in alcuni territori e vi sono specie particolarmente a rischio di estinzione oppure specie che sono state trapiantate in altre zone creando problemi di equilibrio biologico. Stando al linguaggio di Hannah Arendt possiamo ritenere che la perdita della biodiversità significa «la perdita del mondo».
La biodiversità fornisce alla vita umana un infinità di servizi di supporto e di risorse: basti pensare al ruolo fondamentale delle api nell’impollinazione. Un ecosistema che cambia non ha un impatto solo sulle specie animali o vegetali, ma anche sulla vita umana, sull’economia, sulla politica, sulle migrazioni dei popoli… La biodiversità modera gli eventi metereologici estremi, mitiga le piene e la siccità, protegge i corsi d’acqua e le coste dall’erosione, custodisce dall’aggressività dei raggi ultravioletti, purifica l’aria e l’acqua, regola gli organismi nocivi per l’agricoltura, diminuisce i batteri portatori di malattie, disperde i semi e garantisce l’impollinazione, rigenera la fertilità del suolo. C’è stato anche chi ha cercato di monetizzare questi servizi, giungendo a quantificarli in 33 trilioni di dollari USA (si tenga presente che il Pil della Terra è di circa 18 trilioni di dollari): il dato fa pensare, anche se opportunamente contestabile perché molte di queste risorse non sono monetizzabili. Solo il servizio di impollinazione naturale a livello globale può essere stimato in 350 miliardi di dollari l’anno: qualsiasi analisi costi-benefici porta a vedere la bilancia pendere dalla parte dei benefici a favore dell’umanità. In sostanza, la biodiversità conviene dal punto di vista etico, biologico, naturalistico ed economico!

4. Se tutto ciò è vero, occorre dare una sterzata all’approccio che abitualmente vediamo sui temi ambientali. Se vogliamo assumere fino in fondo il paradigma dell’ecologia integrale dobbiamo evitare di parlare solo di clima. I cambiamenti climatici sono una faccia della medaglia. L’altra faccia è offerta dalla perdita della biodiversità come alterazione dei biomi e degli ecosistemi. Le connessioni che viviamo sono fondamentali per il bene dell’uomo stesso. La stessa 49a Settimana Sociale di Taranto su «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro» non è riuscita a dare spazio consistente al tema della biodiversità. C’è da capire il motivo di un’assenza che invece non è tale in LS, che dedica alla questione 11 numeri (nn. 32-42).

5. In LS 36 leggiamo: «La cura degli ecosistemi richiede uno sguardo che vada aldilà dell’immediato, perché quando si cerca solo un profitto economico rapido e facile, a nessuno interessa veramente la loro preservazione. Ma il costo dei danni provocati dall’incuria egoistica è di gran lunga più elevato del beneficio economico che si può ottenere ». La perdita della biodiversità rivela come l’uomo rischia di vestire nello stesso tempo i panni del predatore e della preda. È predatore quando non si preoccupa di salvaguardare la varietà dei sistemi vitali e non ha cura delle connessioni. Attraverso l’inquinamento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua, l’agricoltura intensiva, la pesca industriale, l’uso di sostanze chimiche sui terreni si fomenta una violenza che calpesta e degenera. Ma questa situazione finisce per relegare l’uomo anche nel ruolo di preda: alcuni territori poveri di biodiversità diventano sempre meno abitabili, le allergie e alcune malattie sono frutto di una ribellione del corpo davanti alla perdita di biodiversità, la morìa di api accende la spia sulla qualità dell’aria in certi territori. Conviene educare allo sguardo che va in profondità, che preferisce all’immediato il tempo lento e lungo.

6. Nel frattempo, la guerra sta bloccando la transizione ecologica e sembra spingere quasi esclusivamente sul versante della transizione energetica. Solo quando ciò che accade tocca il nostro portafoglio, allora si scatena una forma di reazione. La conversione ecologica, auspicata da LS, chiede altro: «uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico» (LS 111).
Questa giornata di studi ci aiuti a rimetterci in carreggiata e a farci promotori della cultura della cura, capaci di valorizzare la biodiversità. Ciascuno possa tornare con uno sguardo diverso, un’idea da condividere, una proposta politica, una scelta educativa e una spiritualità convertita dall’ecologia integrale. Buona giornata a tutti! 

1 E. GRANATA, Biodivercity, Giunti, Firenze-Milano 2019, 33.

 

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata