La pandemia ha messo a nudo la nostra fragilità, ci richiama al senso dell’esistenza e all’urgenza di interrogarci su come custodire il progetto del Creatore, progetto di fraternità universale. Ci interpella a ripensare le modalità di vita e ci chiama alla cura delle relazionalità fondamentali – con Dio, con gli altri, con il creato – di cui è costitutivamente intrisa la nostra esistenza. L’imprevisto ci pone davanti alla necessità di una profonda conversione personale e comunitaria, al compito di uno speciale tempo della cura per un nuovo vivere insieme, nella interdipendenza e nella reciprocità.
Dobbiamo riconoscere la radice umana della crisi ecologica: manca la coscienza di una origine comune, di una comune appartenenza e di un futuro condiviso. Solo insieme e facendoci carico dei più fragili, possiamo vivere le sfide globali di questo tempo inedito.
Quale la cura rigenerativa della cultura dominante, tecnocratica, devastante, foriera di ingiustizie? Occorre far leva su un nuovo umanesimo trascendente che può venire dalle motivazioni di fede: fonti di saperi e vigore etico di cui far tesoro nella interazione con ogni altro sapere, perché per dare vita ad una rinascita, c’è “la necessità di un pensiero pensante non strumentale”. La spiritualità ecologica può proporre un modello alternativo di intendere la qualità della vita, incoraggiando uno stile contemplativo, una vita più semplice e vera, una sobrietà liberante. Sobrietà che riguarda, oltre l’aspetto personale, il ripensare il modello di progresso e di sviluppo. Una economia che non consideri la realtà in modo consumistico ma dal punto di vista della destinazione universale dei beni. Il grido dei poveri e della terra convoca a responsabilità e a mobilitarci in ordine ad un nuovo ethos sociale per un nuovo modello di sviluppo dove al centro sia la dignità della persona ed una economia della cura.
La fraternità è luogo dove giustizia e sobrietà abitano uno stile di vita fatto di custodia dell’altro, di riconoscimento della propria finitudine, di riscoperta del proprio compito nel creato perché il tempo che stiamo vivendo non passi senza fecondità e ripensamento dei codici dell’umano.

Il volume, a cura di Argia Passoni, raccoglie gli Atti del Convegno promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa nel contesto delle Dolomiti (24-28 agosto2020) con il Patrocinio del Comune di Predazzo (TN). Propone i contributi di Martín Carbajo Núñez Ofm (Teologia morale e Etica della comunicazione), Don Stefano Culiersi (Liturgia e Storia della teologia), S.E. Mons. Mario Toso (Vescovo di Faenza Modigliana), Marcella Morandini (Direttore Fondazione Dolomiti Unesco), Stefania Falasca (Vaticanista, Editorialista di Avvenire), Rosario Lembo (Presidente Comitato Italiano Contratto Mondiale dell’Acqua), Simone Morandini (Teologia della creazione e Ecumenismo), S.E. Mons. Lauro Tisi (Arcivescovo di Trento), Maria Bosin (Sindaco di Predazzo).

Il volume, che presenta importanti piste per la riflessione personale e comunitaria, può essere richiesto a Cooperativa Sociale Frate Jacopa – Tel. 06631980 – 3282288455 – info@coopfratejacopa.it – www.coopfratejacopa.it. – Prezzo € 14,00.

Per i residenti nelle  Valli di Fiemme e Fassa lo puoi trovare presso la Libreria Lagorai di Predazzo

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata