p. Lorenzo Di Giuseppe ofm

I giorni che stiamo vivendo sono giorni difficili, sull’umanità vengono scaricate notizie che ci mettono nell’angoscia e ci domandiamo: ma dove arriva la malvagità umana? Probabilmente siamo di fronte ad una cattiveria che va oltre l’umano. Siamo sommersi da preoccupazioni oscure e per niente sereni sul cammino futuro dell’umanità, soprattutto per le guerre che si rivelano massacri di innocenti indifesi, flagelli senza fine; e la pace si allontana sempre di più. E nessuno sa cosa succederà domani. I nostri posteri, se vorranno definire questo nostro tempo, non potranno chiamarlo un tempo di progresso, di attenzione al bene dell’uomo perché, diciamolo pure, una barbarie così diffusa non la possiamo riscontrare nei tempi passati.
C’ è in atto una politica insensata e i responsabili delle sorti della convivenza umana, mai si domandano qual è il bene delle persone. Cosa gravissima, nella formazione delle coscienze si inocula l’odio e la speranza della distruzione totale dell’altro; si dice perché “arriverà il giorno della vendetta”. Mai tanto sangue è stato versato sulla terra e sappiamo che Dio, anche a noi, come a Caino, ne domanderà ragione.
La ricerca della pace, nei numerosi incontri ad essa dedicati, è sempre più un problema di convenienza, un problema economico, un problema di equilibrio della potenza delle armi ammucchiate negli sconfinati depositi di cui i vari stati hanno fatto incetta.
Le parole di Gesù “vi do la mia pace, non quella del mondo” ci sembrano quanto mai attuali ed uniche, capaci di suscitare speranza di un mondo nuovo, di un mondo che ponga al centro i problemi dei poveri, degli esclusi, degli svantaggiati. La pace proposta dal mondo è pace per convenienza, pace per sfinimento delle risorse belliche, pace per calcoli esterni alla vita dell’uomo. Ma questa è una pace che non può tenere, perché non ha fondamenta, non coinvolge il cuore dell’uomo.
Come possiamo comprendere la pace di Gesù, ripetutamente annunciata da Gesù risorto? La pace di Gesù è fondata sulla esperienza del perdono, dell’amore totale di Dio che ci accoglie e ci abbraccia come siamo. Ma quale è la via per giungere a questa pace? Ce la stanno indicando i tanti giovani, di tante nazioni che in questi giorni come uno tsunami buono approdano alla Porziuncola.
Sono tanti, di nazionalità diverse, di lingue diverse, ma qualcosa li accomuna: sono giunti qui perché hanno avuto sete del perdono, si sono nutriti del perdono, hanno incontrato uno che non li giudica ma semplicemente li ama.
Ma come possiamo comprendere il perdono? C’è una pagina del Vangelo che dalle labbra di Gesù stesso ci aiuta, È la pagina del Padre del Figliuol Prodigo.Nessuno poteva dirci: Dio è così se non il Figlio che conosce veramente il Padre. Dio è perdono pieno, perdono perfetto. Il Padre attende il figlio che ha sbagliato; appena lo vede va incontro a lui, lo abbraccia, non lascia che si scusi, lo ricostituisce in tutta la sua dignità, ridona a lui il sigillo e lo ripristina nella sua dignità di figlio. Questo amore pieno, concreto, che solleva la vita, è il perdono: è l’aspetto vincente, creatore dell’amore che non conosce limiti. E quando la debolezza umana è così grande, l’amore del Signore non si ferma: addirittura si carica del peccatore, come della pecorella smarrita, la carica sulle sue spalle, sulla sua croce e la porta alla salvezza.
Gesù parla della pace dopo la sua resurrezione, dopo che sulla croce ha amato il Padre portando sulle sue spalle noi peccatori. Il perdono è questo amore sconfinato che ci ha trasformati da peccatori a figli. Dio solo può perdonare in questa maniera. Ma noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio. Lo Spirito di Gesù può trasformare il nostro cuore di pietra e renderci capaci di amare i fratelli. Il perdono può abitare anche in noi, e renderci costruttori della pace vera, della pace saldamente radicata nell’amore e nel perdono. Siamo invitati a guardare a Gesù Cristo: perdonati dal suo amore, ad avere in noi i suoi sentimenti, sentimenti di accoglienza, di amore, di comprensione. E così il perdono sperimentato costruisce i cuori per vivere la pace, quella che ci dà Gesù Cristo.