Siamo lieti di continuare la collaborazione con Casa Gianni, la Comunità terapeutica per persone con problemi di dipendenza, presso la quale si è tenuto il 3° appuntamento del Ciclo “Seminare speranza nella città degli uomini” che ha visto l’incontro con l’Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Zuppi sul tema “Lavoro e pace”. Nel Cantico di aprile il Responsabile della Comunità, Hazem Cavina, ci ha offerto uno specifico contributo al tema con l’articolo “Attività lavorativa: un’esperienza di ergoterapia” per le persone a loro affidate in vista della riabilitazione e del reinserimento sociale. Ora siamo a condividere con i lettori del Cantico alcune riflessioni frutto del Laboratorio avviato in questo tempo dalla Comunità terapeutica sul tema “speranza”, a partire dall’interesse suscitato dall’ospitalità dell’incontro presso Casa Gianni. Sono riflessioni di persone in cammino tra molte difficoltà che ci aiutano a metterci in ascolto dei bisogni di speranza e che soprattutto ci rimandano con forza al fatto che dalla speranza non si può prescindere.
LA SPERANZA È ILLUSIONE?
Parto dal presupposto di essere un credente nella fede in Dio. Ma a volte penso che la speranza possa essere una sorta di illusione del nostro pensiero e che di conseguenza incida sulle nostre azioni illudendoci.
Penso che nella vita sia normale avere una speranza, o più di una, ma siamo noi stessi a crearci un ideale di vita che possiamo ottenere attraverso l’impegno e la perseveranza.
La speranza è come se fosse un sogno che ti rende più vivo. La preoccupazione può sorgere nel momento in cui realizziamo che, come succede nei sogni, è poi difficile che si avveri ciò che speriamo. Ciò può succedere se non siamo noi stessi a concretizzarli attraveso la quotidianeità e attraverso le nostre azioni.
Dal detto “la speranza è l’ultima a morire” mi viene spontaneo pensare che in certi momenti della vita anche chiunque, che sia credente oppure no, viene a contatto anche solo con un piccolo pensiero di speranza. Questo mi fa pensare che la speranza faccia parte di tutti noi. La preghiera è necessaria per un credente praticante ma la speranza è, almeno per me, un modo per aiutarsi con un’autofiducia e un’autostima, che forse a volte in alcuni contesti ci viene a mancare. Ecco allora che la ricerchiamo sperando che le nostre idee e i nostri pensieri si valorizzino e si indirizzino verso quello che vorremmo ottenere.
Anche io ho la mia speranza ed è quella di ottenere quello che mi sono prefissato inseguendo la strada giusta, guardando avanti nel mio presente e verso il futuro senza voltarmi indietro ma con la consapevolezza del mio passato, in modo che, attraverso gli errori passati e la determinazione di oggi, io debba e possa crearmi una vita degna di essere vissuta appieno.
Oggi mi sento di dire di aver appreso nuovi meccanismi dentro di me e una nuova mentalità che mi permetterà di credere in me stesso ed in quello che sto realizzando costantemente, giorno per giorno.
Rispondendo al titolo del mio articolo dico “NO”, la speranza non è un’illusione ma è una forza in più dentro di noi che, se compresa, ci può aiutare a contribuire al raggiungimento dei nostri obiettivi, senza dimenticare che dipenderà sempre anche da noi stessi e da come ci porremo verso la vita.
SPERANZA E FORZA
La forza viene data dalla speranza. La speranza in un progetto, in un’idea da raggiungere.
Partendo dai fallimenti, dai raggiri e da me stesso, si “spera” che il progetto si formalizzi e prenda forma e consistenza.
La forza e la speranza assieme diventano un’entità molto potente, che ha molte possibilità di raggiungere l’obiettivo che ci prefissiamo.
Senza forza non c’è speranza e senza speranza non c’è vita. Il cammino verso la consapevolezza della concretezza del progetto passa necessariamente attraverso la coscienza del fatto che la speranza sia forza e spinta personale.
Tante volte la vita o le persone hanno cercarto di seminare speranza in me, ma senza risultato. Mancava la forza di crederci.
Ora sento invece che la mia speranza assieme alla mia forza sono il sogno che mi mantiene vivo e fiducioso del mondo in cui viviamo ed anche in me stesso.
Probabilmente imparare ad essere consapevoli di avere una forza personale ancor più grande ci renderebbe tutti maggiomente portati a considerare la speranza non solo come una effimera illusione ma come un motore di vita, sia per noi sia per tutte le persone.
SPERANZA ED EMOZIONI
Penso che speranza sia un qualcosa di profondo, radicato in ognuno di noi, strettamente legata ai sensi ed alle emozioni. È la capacità di riunire le nostre forze e di concentrare per raggiungere un fine.
La speranza non è qualcosa di fisico, di materiale, ma è qualcosa di invisibile che percepiamo dentro di noi stessi, che coltiviamo dentro di noi, che ci aiuta ad andare avanti e che ci dà motivazione e determinazione.
Credo che la speranza sia legata fortemente alle emozioni positive. Anche ora che scrivo quest’articolo sto sentendo molte emozioni che nascono e crescono dentro di me, capaci di variare il mio umore e di farmi avere sensazioni differenti l’una dall’altra. La speranza è in grado di farci provare meno fatica nell’affrontare determinate situazioni. Ci dà la determinazione adatta a superare ostacoli, ci entusiasma, ci riempie di energia e positività, ci aiuta a vivere meglio e serenamente.
Ognuno di noi fa ricorso alla speranza fin da piccolo in tante piccole occasioni, ad esempio quando immaginiamo chi vorremmo essere, oppure quando pensiamo a quello che ci piacerebbe fare o dove ci piacerebbe andare o con chi ci piacerebbe stare. La speranza ci aiuta a trasformare i sogni in realtà.
L’essere umano per natura si affida alla speranza e man mano nel corso della vita fa sempre più affidamento in essa.
È un continuo rinnovo perché, vivendo, le nostre priorità cambiano e così di conseguenza cambiano i nostri desideri e le nostre speranze.
Una cosa a cui bisogna far caso è che ci si affida alla speranza soprattutto quando non siamo soddisfatti, quando qualcosa non ci accontenta, quando le nostre aspettative sono state disattese.
Forse è una necessità che ha l’essere umano per vivere in modo felice e positivo.
Talvolta possiamo definire la speranza come “curativa”. Immaginiamo ad esempio tutte quelle situazioni in cui ci troviamo ad affrontare le sofferenze delle malattie.
Dando speranza si acquisisce automaticamente più fiducia in se stessi e nella propria forza.
Quindi la speranza cos’è? Io credo che sia una virtù, un qualcosa che ci dà la forza di superare le nostre paure e ci fa raggiungere i nostri obiettivi, che ci dà la spinta per andare avanti e non ci fa crollare. La speranza è da coltivare e proteggere perché è essenziale per ognuno di noi in quanto ci aiuta a superare e vincere le nostre debolezze.
SPERANZA E VOLONTÀ
In passato tutto e subito… tempi brevi… soldi regalati dalla famiglia… agi avuti non sono serviti a rendermi la vita migliore.
Ecco allora sopraggiungere la speranza di non lasciarsi sopraffare dagli istinti primitivi, dalla vita vissuta al momento ed al limite.
Ma anche la speranza di riscoprire quei momenti di calma e serenità che il vivere più lentamente ti porta a riassaporare.
Ciò che sto capendo è che la speranza che noi tutti abbiamo verso una nuova vita migliore va cercata, voluta fortemente ma soprattutto guadagnata con costanza e volontà.
Guadagnata con doveri, lavoro, impegno, responsabilità, perseveranza e pazienza ma è soprattutto sulla pazienza e la perseveranza che vorrei soffermarmi.
Pazienza perché cambiare vita dopo molti anni trascorsi in un certo modo è difficile e richiede tanta energia e sofferenza, che ci devi mettere tu unitamente alla visione futura e non immediata dell’obiettivo da raggiungere.
Perseveranza perché è necessario non mollare mai anche quando la vita e le circostanze ti presentano difficoltà all’apparenza inimmaginabili da affrontare.
La volontà unitamente alla vita normale possono rendere equilibrata e piacevole l’esistenza senza le quali invece si rischia di cadere e ricadere nelle difficoltà della quotidianità.
Dal Laboratorio della Comunità Terapeutica
Casa Gianni