La Cooperativa Sociale Frate Jacopa insieme alla Fraternità Francescana Frate Jacopa, alla Rivista “Il Cantico” e alla Parrocchia S. Maria Annunziata di Fossolo in Bologna, nel mese di ottobre, nell’ambito della Rassegna “Segnali di Pace” promossa dal Tavolo Provinciale della Pace col sostegno della Provincia di Bologna, ha organizzato due incontri sul tema: “Abitare la terra, custodirne i beni. Per un’economia di Pace”.

segnali1Nel primo incontro il Prof. Simone Morandini, docente di teologia della creazione alla Facoltà teologica del Triveneto, prendendo spunto dal suo ultimo libro intitolato: “Abitare la terra e custodirne i beni”, è partito dalla considerazione che abitare la terra oggi è diventato un problema. Di questo si ha coscienza fin dagli anni ’60 del Novecento. Tutta la terra è percorsa da ferite che minacciano la stessa esistenza dell’uomo sul pianeta. Uomo ed ambiente sono strettamente connessi, a tal punto da poter affermare che la crisi ecologica che ci minaccia è “antropogenica” o che siamo nell’era “antropocene”.

Ciò significa che nessuno è esente da responsabilità e che ciascuno di noi deve praticare stili di vita leggeri; deve ripensare se stesso e il proprio modo di abitare la terra; deve riflettere sulle condizioni della convivenza umana, poiché la questione non è solo economica o sociale o politica, ma è innanzitutto etica. Alla crisi ambientale non siamo condannati inesorabilmente, ma piuttosto ci dobbiamo convincere che essa richiede un’amministrazione responsabile e non un dominio irresponsabile del pianeta per risanare le ferite della terra e della famiglia umana. Una nuova prospettiva del nostro tempo è offerta dallo “sviluppo sostenibile” che significa garantire un futuro alle generazioni che verranno (cfr “Caritas in Veritate”, n.50) non per un benessere materiale senza limiti, sempre più abbondante e solo per noi, ma come scelta di uno sviluppo che assicuri a tutti di poter avere abbastanza. Lo sviluppo non deve essere inteso solo in termini economici, cioè come bisogno di avere tante cose, poiché esso riguarda la persona umana con la sua creatività e spiritualità, alla ricerca di una qualità della vita che dipende dalle relazioni, dai beni culturali, dalla bellezza, avendo cura di realizzare un’esperienza che sia generativa di una nuova umanità, anche nelle piccole cose, poiché da questa nuova sensibilità diffusa dipenderà la possibilità di conservare e custodire la creazione stessa. Ma per fare questo occorre una nuova cultura in alternativa alla cultura anestetizzante proposta dai media. È una questione educativa.

Il Prof. Riccardo Moro, docente di economia politica all’Università di Milano, parlando di “Economia ed ecologia: ripensare le regole della casa comune per edificare la pace”, ha riproposto l’esigenza di uno sviluppo che ricostruisca il nesso indissolubile tra Pace, Perdono e Giustizia. Affermare che la giustizia sia un’equa distribuzione degli averi e delle opportunità, non è sufficiente. Oggi è più significativo parlare di una giustizia “riparativa”, cioè ricostruttiva delle relazioni attraverso il dialogo (vedi il Sud Africa di Nelson Mandela). Se si vuole diffondere un messaggio universale in cui la giustizia sia legata alla pace e al perdono, occorre partire dalla consapevolezza che, per poter giudicare gli altri, è necessario innanzitutto ammettere in prima persona di avere sbagliato. Il perdono è riconoscersi reciprocamente come persone che, partendo dalla rottura avvenuta delle relazioni, cercano di ricostruirle per fare la pace camminando insieme. La Costituzione italiana ci può aiutare ad assumere questa mentalità, in quanto essa afferma il principio dell’inclusione che oggi non è più così attuale come lo era tra i padri costituenti nel primo dopoguerra, quando il dolore e le ferite recenti del conflitto mondiale avevano affratellato e sensibilizzato gli uomini a una comune volontà di rinascita e di pace.segnali2

Alle relazioni è seguito un dibattito vivace, coordinato da Giorgio Grillini, Presidente della Cooperativa Sociale Frate Jacopa, caratterizzato da un dialogo stimolante e costruttivo che ha destato partecipazione e interesse tra i partecipanti. Le proposte di rinnovamento degli stili di vita avanzate dagli esperti grazie alle loro competenze e alla loro capacità comunicativa, hanno aperto prospettive nuove per la realizzazione di una cittadinanza attiva e solidale da condividere e promuovere nel territorio.

Lucia Baldo