La nostra famiglia

Ci siamo “CoiVolti”. Così si chiama il progetto della Caritas della Diocesi di Bologna a favore di chi scappa dalla guerra. Col sostegno della Fraternità Francescana Frate Jacopa e della Parrocchia di S. Maria Goretti, abbiamo dato la disponibilità ad accogliere una famiglia ucraina a casa nostra.
Di fronte alle notizie della guerra tutti ci siamo chiesti cosa fare per farci prossimi di chi, malmenato e ferito, ha bisogno di aiuto, rifiutando sia l’atteggiamento indifferente del levita e sacerdote, sia l’atteggiamento prepotente dei briganti, come ci insegna papa Francesco nella “Fratelli tutti”.
Sentiamo compassione, ci mettiamo nei loro panni e agiamo di conseguenza in modo solidale, ognuno secondo le sue possibilità.
A casa nostra abbiamo due stanze vuote lasciate dai figli ormai grandi; io, Costanza, sono appena andata in pensione. Ci è sembrato proprio di non avere scuse e giustificazioni valide per tirarci indietro, per non rispondere positivamente a questa chiamata e abbiamo superato il timore di abbandonare abitudini e sicurezze stravolgendo un po’ il ritmo della vita personale e familiare.
Per usare le parole dell’Evangelii Gaudium, accettiamo di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri, consapevoli che così la vita si complica meravigliosamente (270).
Ci rassicura poi poter contare sulla collaborazione di fratelli e sorelle della Fraternità e della Parrocchia che fin dall’inizio hanno dato il loro aiuto.
Insieme è possibile affrontare le diverse necessità e fare tutti esperienza di comunità “in uscita” che testimonia l’amore ricevuto dal Padre.
E quindi, con il pieno accordo di Michele, ultimogenito, studente ancora in famiglia, abbiamo accolto la “nostra” famiglia, composta da nonna, mamma e figlia. La comunicazione ovviamente non è facile parlando loro l’ucraino o il russo e poche parole di inglese. Siamo sempre col telefonino in mano per utilizzare Google traduttore.
Col passare dei giorni le relazioni sono diventate più aperte e vediamo più serenità sui loro volti, compatibilmente con le notizie preoccupanti dei bombardamenti sulla loro città dove sono rimasti i familiari. In questa prima fase oltre alle incombenze sanitarie, stiamo organizzando la vita di Yulia, ragazzina di 12 anni, il corso di alfabetizzazione, l’inserimento a scuola, l’attività sportiva. In Parrocchia ha conosciuto una coetanea italiana con cui si sta frequentando. Mantiene anche un contatto con la sua scuola attraverso compiti da svolgere che le vengono inviati. La preoccupazione è stata subito quella di evitare che stesse sempre chiusa in camera col telefonino in mano.
Anche le signore hanno appena cominciato un corso di italiano e sono molto disponibili a collaborare alle faccende domestiche. Infatti abbiamo già avuto occasione di apprezzare alcuni tipici piatti ucraini da loro preparati.
Non sappiamo cosa sarà il loro futuro e questo crea una situazione di incertezza e disorientamento. Noi possiamo solo dar loro un po’ di tranquillità e amicizia che allievi l’angoscia provocata da un mese chiusi in casa sotto le bombe, un viaggio in corriera dalla Polonia verso l’ignoto e le notizie terribili dal loro paese, non dimenticando di continuare a pregare per la pace.

Costanza e Marco Tognetti

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata