Concluso a New York il II vertice dei paesi membri del Trattato sulla proibizione delle armi atomiche. La leva della “finanza etica” per disinvestire sulle industrie degli armamenti atomici
Una scommessa da giocatori d’azzardo. Sul piatto del tavolo verde c’è la Terra, e se la sfida andrà male sarà l’apocalisse. Militari e politici la chiamano «deterrenza nucleare», termine asettico che suggerisce fermezza e salvaguardia. I paesi che hanno aderito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), oltre la metà di tutti i membri delle Nazioni Unite, indicano invece proprio questa strategia come l’esatto contrario: «Una minaccia alla sicurezza umana e un ostacolo al disarmo nucleare», «una scommessa non provata», «una mera teoria con la quale si sta rischiando il futuro dell’umanità».
Si è chiusa con una netta condanna della deterrenza nucleare la II Conferenza degli Stati parti del Tpnw che si è svolta a New York al Palazzo di vetro dal 27 novembre al 1° dicembre. Un confronto tra paesi firmatari, organizzazioni della società civili, Comitato internazionale della Croce Rossa, scienziati ed esponenti del mondo finanziario. Diversi stati, presenti come osservatori, hanno dichiarato l’intenzione di aderire al Trattato rafforzandone il peso politico: se l’Indonesia, quarto paese più popoloso al mondo, ha già ratificato la decisione in Parlamento, anche una nazione emergente come il Brasile, e poi Gibuti, Guinea Equatoriale, Mozambico e Nepal lo faranno a breve. Presenti anche alcuni paesi che sostengono l’uso delle armi nucleari nelle dottrine di difesa, come Germania, Belgio, Norvegia e Australia. In tutto 94 stati.
La Santa Sede è stata il primo stato a sottoscrivere il Trattato, l’Italia non l’ha fatto, a causa della sua appartenenza alla Nato. E perché nelle basi militari di Ghedi e Aviano custodisce – non ufficialmente – testate nucleari statunitensi.
La Dichiarazione finale della II Conferenza sottolinea dunque la necessità di «sfidare il paradigma di sicurezza basato sulla deterrenza nucleare, evidenziando e promuovendo nuove prove scientifiche sulle conseguenze e sui rischi umanitari delle armi nucleari e contrapponendole ai rischi e ai presupposti insiti nella deterrenza nucleare».
Soddisfatta la Direttrice Esecutiva di Ican, Melissa Parke: «La condanna della dottrina della deterrenza nucleare da parte dei membri del Tpnw è una mossa estremamente significativa. Mai prima d’ora un Trattato delle Nazioni Unite aveva messo in evidenza la minaccia che la deterrenza nucleare rappresenta per il futuro della vita sul nostro pianeta. La deterrenza è inaccettabile – dichiara Parke – perché si basa sulla minaccia di scatenare una guerra nucleare che ucciderebbe in poco tempo milioni di persone e porterebbe inoltre a un inverno nucleare con carestia di massa che, secondo recenti ricerche, ucciderebbe miliardi di persone».
Importante alla Conferenza il contributo degli scienziati. Il Gruppo consultivo scientifico ha presentato infatti i risultati di ricerche che dimostrano che l’eliminazione delle strutture per le armi nucleari è possibile. E che esistono modi per ottenere la conversione delle stesse strutture ad uso civile e per sviluppare processi per il controllo degli armamenti, come il conteggio delle armi e l’autenticazione delle testate.
Spazio anche alle testimonianze dei membri delle comunità colpite dall’uso (a Hiroshima e Nagasaki) ma anche dai tanti test e dallo sviluppo delle armi nucleari, assieme alle richieste di riconoscimento da parte dei governi dei danni arrecati alle persone, in particolare alle popolazioni indigene.
Significativa la presenza anche di esponenti della comunità finanziaria – con un intervento del presidente di Etica Sgr Marco Carlizzi – che ha presentato in assemblea una dichiarazione congiunta di oltre 90 investitori che rappresentano oltre 1.000 miliardi di dollari di asset in gestione, per incoraggiare gli Stati a lavorare con la comunità finanziaria al rafforzamento del Trattato, anche ponendo fine ai rapporti di finanziamento con l’industria delle armi nucleari. Alla Conferenza dell’anno scorso gli investitori presenti erano 35 per 250 miliardi.
Alla Conferenza ha partecipato anche una delegazione di 23 Parlamentari di 14 Paesi, in gran parte stati che non hanno firmato il trattato. Per l’Italia c’era Laura Boldrini (già presente alla Conferenza di Vienna del 2022) anche in rappresentanza dell’intergruppo formato alla Camera dei Deputati su questo tema. Francesco Vignarca di Rete italiana pace e disarmo, che assieme a Senzatomica rappresentava a New York l’Italia nella campagna Ican, spiega che «il Tpnw si sta dimostrando sempre di più una strada concreta, uno strumento che sta mettendo in pista azioni, nei diversi ambiti che caratterizzano l’esistenza degli arsenali nucleari: politica, diplomazia, società civile, scienza, finanza»
La Terza Conferenza degli Stati parte del Trattato TPNW si terrà dal 3 al 7 marzo 2025 a New York, sotto la presidenza del Kazakistan, paese tra i più attivi a sostegno del Trattato, anche perché sul suo territorio venivano condotti i test nucleari sovietici.
Luca Liverani
Il Cantico
ISSN 1974-2339
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