Vincenzo Balzani

Studi e statistiche rilevano che il benessere delle persone non è direttamente proporzionale all’energia che consumano. Ad esempio, ogni cittadino americano consuma l’equivalente di 12.000 watt, il doppio di quanto consuma un cittadino europeo (6.000 watt), ma il benessere negli Stati Uniti non è maggiore di quello nei paesi europei. Nel 2017 in Svizzera è stato approvato, con un referendum, un piano energetico proposto dal governo su suggerimento dagli scienziati che prevede di diminuire il consumo procapite dai 6.000 watt attuali a 2.000 watt nel 2015.
Dunque, si può vivere bene anche consumando meno energia.
Ma come fare, nella pratica, a ridurre il consumo di energia? Gli esperti indicano due strategie: la prima è agire sulle «cose», cioè aumentare l’efficienza energetica di tutte le apparecchiature che usiamo. Quindi: automobili che consumano meno, lampade a led, infissi che impediscono l’uscita del calore, ecc. Indagini accurate in questo campo mostrano però che un aumento di efficienza causa spesso un effetto rebound (rimbalzo): quando aumenta l’efficienza di una «cosa», si tende ad usarla maggiormente e quindi il consumo di energia può addirittura aumentare.
Se si vuole realmente consumare meno energia, per contribuire alla sostenibilità ecologica e sociale, bisogna agire sulle persone.
Bisogna partire dal concetto di sufficienza, o, meglio, di sobrietà e convincere le persone, incoraggiarle e, in casi estremi obbligarle con leggi e sanzioni a ridurre l’uso non necessario dei servizi energetici. Per risparmiare realmente energia non basta «fare con meno» (efficienza), bisogna «fare meno» (sobrietà): minor consumo di prodotti inutili, meno viaggi, meno luce, meno riscaldamento, ecc. Se poi, dopo aver adottato la strategia della sobrietà, tutto quello che si usa è più efficiente, si avrà un risparmio ancora maggiore: è il «fare meno (sobrietà), con meno (efficienza) ».
Questi concetti devono essere applicati a qualsiasi risorsa, poiché tutte le risorse della Terra sono, più o meno, limitate.
Ecco allora che, dopo le transizioni energetiche (dai combustibili fossili alle energie rinnovabili) e quella economica (dall’economia lineare all’economia circolare), per giungere alla sostenibilità ecologica e sociale bisogna attuare una transizione culturale: dal consumismo alla sobrietà. Senza adottare stili di vita ispirati alla sobrietà si finirà col precipitare in un baratro perché, come dice anche papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’: «Lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solo in catastrofi».

* Coordinatore del gruppo di scienziati
http://www.energiaperlitalia.it/
Università degli Studi di Bologna

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata