Luca Tentori e  Chiara Unguendoli

«Ecologia integrale. Come realizzare un futuro abitabile?»: è questo il titolo del dialogo avvenuto lunedì 11 ottobre a Bologna nell’aula Santa Clelia tra l’Arcivescovo e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, collegato da remoto.
Un incontro che ha fatto il punto su tante questioni: dalla cooperazione internazionale per ridurre l’inquinamento e produrre energie rinnovabili alla prospettiva della «Laudato si’», dall’agricoltura e fame nel mondo alla convergenza delle religioni sui temi ambientali. Di quest’ultimo tema il cardinal Zuppi ha ricordato la recente esperienza del G20 delle religioni vissuta proprio a Bologna nello scorso settembre.
Il ministro Cingolani ha offerto una panoramica nazionale e internazionale degli sforzi per invertire la rotta dell’inquinamento e lotta alle disuguaglianze. Qualche luce, alcuni punti di forza, ma molta strada ancora da fare e tante contraddizioni. La transizione ecologica è ancora all’inizio, e serve tanto sforzo da parte di tutti.
Non basta l’impegno di una manciata di paesi volenterosi o del vecchio continente da solo. L’Italia produce l’1% dell’inquinamento globale, e l’Europa il 9%. Se grandi Paesi non aderiscono a questi progetti ecologici non si riuscirà mai a invertire la rotta. «Siamo diventati otto miliardi – ha detto il ministro Cingolani – e il pianeta fatica a reggere questi numeri. Così le crisi climatiche aumentano le disuguaglianze. Il debito ecologico è in costante aumento. Presto ci sarà l’assise del Cop 26: 190 Paesi, di cui 3 miliardi producono il 20% dell’inquinamento, mentre 1 miliardo è senza elettricità e acqua. L’Italia nei grandi incontri internazionali sul tema ha affermato che non c’è transizione ecologica se non si superano disuguaglianze! Ci vogliono trilioni per superare un po’ di gap! Se saremo bravi dovremmo mantenere entro il secolo l’aumento di temperatura a 1 grado e mezzo. Non si ritorna indietro, ma c’è il rischio di peggioramento, con una agricoltura che non è sufficiente a sfamare tutti». «È un’illusione – ha detto l’arcivescovo – l’idea di salvarsi da soli. La «Laudato si’» e la «Fratelli tutti» di papa Francesco ci indicano l’ambiente e il mondo come casa comune».
Giovani ed ecologia integrale, servizio ma soprattutto sobrietà sono le parole chiave messe sul piatto dal cardinale Zuppi. «La pandemia – ha aggiunto – ci ha fatto constatare che solo insieme se ne esce. Non si può continuare così. Il Papa con la «Laudato si’» ha fatto pressione su tutti, ma i suoi allarmi sono stati trascurati. I tanti grandi non possono indugiare ancora: il Papa parla di transizione ecologica per tutti. Occorre un nuovo patto sociale per questo.
Dobbiamo superare la logica dell’io e lavorare insieme alle varie generazioni».
«L’ecologia – ha proseguito l’arcivescovo – ci dice che tutto è connesso – anche noi. Non abbiamo un telecomando ma dobbiamo dire no all’individualismo, no a un futuro indipendente dagli altri.
L’ecologia integrale è necessariamente connessa al bene comune, alla solidarietà. Molta responsabilità in questo ce l’hanno i mezzi di comunicazione sociale. Pensarci come comunità, non far prevaricare i pochi sui molti». Ci vuole un ordinamento mondiale per fare questo, l’Onu è da rafforzare per dare speranza a un destino comune che pare essere tradito. E anche la politica dev’essere consapevole attraverso l’amore politico, il no alla sudditanza all’economia.
L’incontro, promosso dal Tavolo diocesano per la custodia del creato e nuovi stili di vita, disponibile per essere rivisto integralmente sul canale di YouTube «12Portebo», è stato moderato da Argia Passoni e Marco Malagoli. Il Tavolo diocesano ha pensato questo appuntamento nell’ambito «Tempo del Creato» 2021 e nella prospettiva della 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani. L’iniziativa ha visto anche la collaborazione di don Davide Baraldi, vicario episcopale per il laicato.

Da Avvenire Bo7 – 17/10/2021

Il Cantico
ISSN 1974-2339
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