Pasqua 2014, Aleksej Naval’nyj il laico confessa di essere credente, secondo il suo stile e la sua sensibilità: la sua è una fede operante.
Tra questo slancio iniziale e il buio della fine, si aprirà il mistero della sofferenza e della solitudine. Prima del trionfo…
Cristo è risorto, cristiani ortodossi!
Auguri a tutti in occasione di questa grande festa.
Ma auguri anche ai non ortodossi, ai non credenti e agli atei. So che ce ne sono molti tra quelli che leggono questo simpatico diario. Quindi scrivo questo post innanzitutto per loro (non c’è senso a mobilitare gli ortodossi).
Sono stato ateo fino ai 25 anni, e per giunta piuttosto militante. Ora sono credente, ma siccome mi ricordo bene com’ero prima dei 25, non mi fanno orrore, non mi sconvolgono né mi stupiscono più di tanto le posizioni anticlericali, le interpretazioni fanaticamente scientifiche dell’ordine del mondo e la presa in giro della religiosità ostentata. Anzi, quest’ultima ha persino una sua utilità.
Tuttavia, mi pare che proprio la Pasqua possa pretendere al titolo di Festa di Tutti. È decisamente meglio del Capodanno, amici miei.
Pensateci bene: è la festa della cosa più importante che ci sia. La festa dell’inevitabile trionfo del Bene sul male. La festa della speranza. La festa della fede in un futuro migliore.
Contro che cosa si era battuto il Signore? Contro la menzogna, l’ipocrisia, la schiavitù, l’ingiustizia, l’usurpazione del potere da parte di delinquenti e ladri. Contro tutto quello che maggiormente ci disgusta, che ha disgustato molti prima di noi e disgusterà molti dopo di noi.
E fu molto dura per Lui. Non aveva chi potesse sostenerlo, cose come i nostri meeting erano proibite, gli OMON lo tormentavano con le lance, i mass media erano sotto il controllo dei farisei, al potere c’erano dei furfanti con proprietà immobiliari all’estero. E dei dodici che componevano il comitato centrale del suo partito, uno era un provocatore, un traditore che si era venduto per soldi e si era messo al servizio della Sezione “E” [l’Ufficio Centrale per la lotta all’Estremismo] del tempo.
E allora non li mettevano in prigione per 15 giorni con tre pasti al giorno, ma li frustavano immediatamente sulla schiena con una sferza uncinata a sette code.
I malvagi distrussero tutto quello che era stato fatto. I discepoli furono costretti a rinnegarlo. Lui stesso fu torturato e ucciso. E tutto crollò e calarono le tenebre.
Cosa sono tutte le nostre «difficoltà» e i nostri «problemi» in confronto a ciò che ha dovuto provare Lui? Ma il Bene, la Giustizia, la Fede, la Speranza e la Carità ebbero comunque la meglio.
E vinceranno sempre. È scritto in una strana frasetta in una lingua incomprensibile, che oggi viene ripetuta un milione di volte di seguito: «Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte e ha dato la vita a coloro che erano nei sepolcri».
Buona festa della Risurrezione a tutti voi, credenti e non credenti.
Buona festa dell’inevitabile vittoria del Bene!
Aleksej Naval’nyj (da “La nuova Europa”)
Aleksej Naval’nyj, nato il 4 giugno 1976 a Butyn’ (Mosca), ha studiato giurisprudenza e si è laureato in economia nel 2001. Dal 1998 ha lavorato come avvocato. Passato dall’agnosticismo alla fede in età adulta, è sposato con Julija e padre di due figli.
Politico per vocazione, dagli anni 2010 assurge a simbolo dell’opposizione antiputiniana, contro la corruzione e il monopolio del potere. Fonda il Comitato per la difesa dei moscoviti, il movimento giovanile «Alternativa democratica ». Membro del Coordinamento dell’opposizione russa, nel 2011 crea la Fondazione anticorruzione, e nel 2018 il partito Russia del futuro. Ben presto cominciano i processi a suo carico: uno nel 2013 per appropriazione indebita (5 anni), ancora nel 2014 (arresti domiciliari). Nel 2016 si candida alle elezioni presidenziali dichiarando di voler trasformare il regime presidenziale in parlamentare, e far entrare la Russia nell’Unione Europea.
La Commissione elettorale boccia la sua candidatura. Seguono numerosi arresti. La sua azione politica diretta finisce quando subisce un attentato col novičok nell’agosto 2020, sul volo che da Tomsk lo riporta a Mosca. Si salva per miracolo, viene trasferito in Germania per le cure. Il 17 gennaio 2021 decide di tornare a Mosca pur sapendo che lo attende l’arresto immediato. Subito dopo la sua equipe lancia in rete un secondo documentario sulla corruzione dello stesso Putin. Quando è ormai in detenzione subisce tre nuovi processi – dichiarati «politici » e infondati da varie istanze internazionali – il primo, nel 2021, lo condanna a due anni e mezzo; il secondo, nel 2022, lo condanna a 9 anni; l’ultimo, dell’agosto 2023 a ulteriori 19 anni per «estremismo». In dicembre si perdono le sue tracce, finché riappare nella colonia penale di massima sicurezza, oltre il circolo polare, dove muore a 47 anni il 16 febbraio 2024, dopo 300 giorni di cella d’isolamento.
Il Cantico
ISSN 1974-2339
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