A cura di Argia Passoni

Il Ciclo “Dall’io al noi”, promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa e dalla Parrocchia S. Maria Annunziata di Fossolo in Bologna, dopo gli appuntamenti di gennaio dedicati alMessaggio per la GiornataMondiale della Pace 2022, ha proseguito con l’incontro di domenica 13 febbraio 2022, puntando l’attenzione al tema “Economia circolare e responsabilità sociale”, in un quadro orientato alla sostenibilità ambientale, economica, sociale. Relatore dell’incontro il Dott. Claudio Tedeschi, Presidente di Dismeco s.r.l. (leader nel trattamento di rifiuti elettrici e elettronici) e Consulente strategico Pro Bono di Zero Waste Europe.
Il progetto, di cui è ideatore lo sesso Dott. Tedeschi, è volto a rigenerare valore da quel dismesso, generando nel contempo nuove opportunità di lavoro con particolare attenzione al territorio e alle persone più svantaggiate.
Un incontro di grande interesse che ha messo in luce le potenzialità dell’economia circolare nell’ambito di quell’economia civile che ha tra le sue matrici la prospettiva francescana dell’economia.

Dott. Claudio Tedeschi

Nell’incontro promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa e dalla Parrocchia S. Maria Annunziata di Fossolo nel Ciclo “Dall’io al noi”, domenica 13 febbraio, la testimonianza del Dott. Claudio Tedeschi, presidente Dismeco srl (trattamento rifiuti elettrici e elettronici) e consulente Pro bono di Zero Waste Europe, ha portato in presenza un innovativo progetto coltivato con cura da anni a Bologna nell’orizzonte di quella sostenibilità ambientale, economica, sociale che siamo più che mai chiamati a perseguire in questo tempo di transizione ecologica.
L’importanza dell’economia circolare, come economia rigenerativa di ciò che altrimenti andrebbe perduto con grave danno economico, ambientale e sociale, è emersa a tutto campo in stretta connessione con il principio di responsabilità sociale, principio guida di questa impresa alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, sia dal punto di vista della continua ricerca di adeguate tecnologie, sia nell’ attenzione ai bisogni del territorio e alle persone più vulnerabili. Uno spirito che trova fin dall’inizio nell’ideazione del “Borgo ecologico” un fulcro importante per l’aspetto educativo e formativo volto alle giovani generazioni, assieme all’aspetto di preparazione per nuovi lavori o rinnovati lavori di recupero, rimettendo in circolo capacità anche delle persone svantaggiate.
L’essere riusciti ad impostare in carcere un nucleo operativo della propria officina per lo smaltimento selettivo degli elettrodomestici, lo rende particolarmente evidente, nella preziosa attenzione ad offrire una possibilità di occupazione determinante per persone recluse e per il loro futuro.
Il Dott. Tedeschi, ideatore dei progetti Dismeco, ha evidenziato la straordinaria possibilità di un’economia non distruttiva ma rigenerativa, l’economia circolare, opportunità rimarcata peraltro da numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra i quali la prestigiosa segnalazione come “Caso di studio internazionale di economia circolare” da parte dell’International Waste Working Group.
Molto interessante la progettualità dinamica offerta in questi anni per trovare soluzioni a comunità (caso Tivoli), o per rispondere a necessità di persone in difficoltà (Progetto utile) e alle esigenze indotte dalla pandemia (trattamento prodotti elettromedicali), individuando strade nuove anche all’interno di una legislazione in divenire che ha bisogno di accelerare i tempi per l’efficientamento indispensabile ad uno sviluppo sostenibile.
Interpellata dal Comune di Tivoli (cittadina di 60.000 abitanti a 30 km da Roma), Dismeco ha elaborato un progetto per consentire ai cittadini di diventare protagonisti del percorso “Rifiuti zero”.
Il coinvolgimento dei cittadini per conferire tutti i sabati i materiali in luoghi ben definiti ha fatto scattare il loro comportamento virtuoso, con segni tangibili non solo sul loro stile di vita e sull’ambiente, ma anche sul versante economico. Il materiale raccolto in maniera massiva, venduto dalla municipalità come materie prime, ha portato a ridurre la Tari del 20% e soprattutto al riassetto economico delle finanze del Comune rientrato ora di 25 milioni, precedentemente accumulati a debito per i rifiuti.
A fronte della crescita esponenziale della sofferenza economica e sociale, nella città metropolitana di Bologna è partito dalla Dismeco il “Progetto utile” assieme a Hera, Unicredito, Regione Emilia Romagna, per recuperare elettrodomestici nelle stazioni Hera, ripararli e darli gratuitamente a persone in difficoltà, o comunque a condizioni molto favorevoli, bypassando così anche la difficoltà di derogare ad una normativa ancora bloccata sul non riconoscere come “bene” da rimettere sul mercato, un bene recuperato, in attesa di decreti attuativi che consentono ad un rifiuto di ritornare ad essere un “bene”.
In un’Italia carente di materie prime abbiamo un sistema generalizzato di raccolta dei rifiuti che non è virtuoso – ha sottolineato Tedeschi. Non ci sono ancora infatti applicazioni normative di quel concetto di prossimità stabilito dagli ordinamenti europei in ordine allo smaltimento dei rifiuti.
Riuscire a dare un valore economico, attraverso un approccio non distruttivo ma selettivo, a ciò che prima non era “valore”, bensì un peso, uno scarto ingombrante e assolutamente dispendioso oltre che nocivo per l’ambiente, ha portato ad un riconoscimento mondiale dell’impresa nel recupero delle materie prime.
In piena pandemia con il Progetto MDRe (Medical Device Regeneration), patrocinato dall’Emilia Romagna e attuato in collaborazione con l’Università di Bologna, Dismeco ha cominciato ad operare al recupero dei ricambi delle apparecchiature elettromedicali (altrimenti dismesse anche in mancanza di un solo componente) consentendo così il riuso di un materiale importante tanto più nel frangente pandemico. Non c’è solo infatti un approccio virtuoso dal punto di vista ambientale ma anche economico, e di risposta ad esigenze fondamentali. Il che sottolinea ancora una volta come siamo in presenza di un campo foriero di opportunità. Recuperare materie prime va a vantaggio di tutti, a vantaggio dell’ambiente, a vantaggio del presente e del futuro.
Un’attività di grande impatto, traduzione concreta del principio di ecologia integrale illuminato dalla splendida enciclica Laudato si’. Da un lato l’economia circolare si pone nell’attenzione al creato e si unisce molto bene all’istanza relazionale, perché si relaziona alla natura, operando in quella valorizzazione, propria del riciclo, di ogni materia prima (al contrario della distruzione, propria dell’economia lineare). E dall’altro sviluppa in sé l’elemento della socialità, elemento costitutivo, perché investe l’indispensabile coinvolgimento di ciascuno e la dimensione sociale che, assieme al creato, onora l’altro nella sua dignità e possibilità.
Passare da un rapporto speculativo, da un rapporto estrattivo con la natura, ad un rapporto generativo di risorse, significa porsi a servizio di tutto il territorio. E non solo, perché risponde al grido della terra e al grido dei poveri di ogni parte del mondo.
È un intenso messaggio valoriale sulle tracce dell’iniziativa di Papa Francesco, Economy of Francesco, per una nuova economia, una economia a misura di fraternità. E si fa appello a tutti noi per una rinnovata sensibilità, tenendo ben presente che la chiave di volta per progredire nell’orizzonte dell’ecologia integrale è il coinvolgimento dei cittadini insieme al coinvolgimento delle istituzioni.

Per un approfondimento si rimanda alla registrazione video al link https:
//www.youtube.com/watch?v=n0jwtZgkTzk

Il Cantico
ISSN1974-2339
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