Dalla relazione al Seminario di studio Cei “FORMARE ALL’AMORE PER IL CREATO”
Roma, 1° febbraio 2013

Prof. Pierluigi Malavasi*

“I problemi ambientali individuano oggi un’area di aspettative pubbliche e un luogo di decisioni in cui è particolarmente intenso per i cittadini il bisogno di percepirsi stabilmente appartenenti a un corpo attivo e significativo. In questa nostra età, segnata dal politeismo dei valori, persino il valore dell’autentico bene riesce definitivamente a vincere solo se è in grado di avvincere”1. Un nuovo incontro tra cultura e politica, economia e formazione deve volere e sapere produrre azioni e stili di comportamento vicendevolmente fecondi per l’ambiente e per le persone. La crisi ecologica, per altro, mostra l’urgenza di una solidarietà che si proietti nello spazio e nel tempo. Proprio per “le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura dall’abuso – nei confronti della terra e dei beni naturali è indispensabile che l’umanità rafforzi quell’alleanza tra essere umano e ambiente”2 per fornire di un senso (quindi, di un significato e di una direzione di futuro) le aspettative, i desideri e i bisogni di uno sviluppo umano integrale.

Nella civiltà globale a ciascuno è chiesto di orientarsi per comprendere ed attuare “buone azioni” per la salvaguardia e la custodia del creato. In questa prospettiva la pedagogia è chiamata in causa per offrire un contributo al dibattito scientifico sulla governance ambientale, con particolare riferimento alla rilevanza di un’educazione a ben deliberare nella molteplicità degli stili di vita e dei modelli politico-istituzionali, dell’acquisizione di competenze mediali nell’odierna società della conoscenza, dell’esercizio della responsabilità sociale nel mondo economico-finanziario e del marketing. Tra contrapposti interessi e contese laceranti, una crescita equilibrata e durevole riveste un ruolo emblematico per favorire processi partecipativi e contribuire alla realizzazione di policy ambientali per lo sviluppo di ogni uomo e di tutto l’uomo. Caritas in veritate. Gli scenari della crisi economica e del degrado ambientale sono strettamente interrelati: gli investimenti nella sostenibilità e nella sicurezza costituiscono un volano potenziale per la ripresa e la crescita. “Ma essi hanno connessioni ancor più profonde, in relazione alle loro richieste sui comportamenti umani, sui nostri stili di vita, sulle scelte politiche e sulle consuetudini commerciali. Il declino della qualità dell’ambiente incide sulle nostre vite.

educareLo fa in modo immediato, nel nostro quotidiano, ma anche riducendo le possibilità di crescita a lungo termine”3. Nell’esercizio del diritto alla cittadinanza planetaria, ciascuno di noi è chiamato ad apprendere a tutte le età, nell’intero corso dell’esistenza e a prestare attenzione alle effettive condizioni di vita delle persone prima che alle possibilità di consumo individuali. Le questioni oggi dibattute certo implicano la presunta insoddisfazione soggettiva a fronte delle svariate dinamiche di mercato4 e tuttavia il problema centrale da affrontare riguarda la rimozione delle ingiustizie che possono essere identificate, gli strumenti per porvi rimedio5. Contro pratiche speculative dissennate, governance globale e securitization devono fondarsi sul principio della legalità, sull’atteggiamento della fiducia, sul valore della cooperazione. Della multiforme ricchezza semantica evocata dal termine educazione, richiamo la pregnanza del concetto di “capitale umano”, per alcuni versi assunto oggi sia dalla pubblicistica economica sia da quella delle scienze della formazione. La nozione di capitale umano, intesa come espressione che sintetizza sapere e saper fare, rielaborare ed innovare, si riferisce a un aspetto sempre più importante del benessere individuale e collettivo della società contemporanea, in particolare nella sua accezione di società dell’informazione e della conoscenza.

“Secondo la teoria economica, il capitale umano è il prodotto di una decisione d’investimento, in base alla quale si rinuncia a qualcosa oggi per ottenere qualcos’altro, di maggior valore, domani. Dalla valutazione di costi e benefici dipendono le decisioni”6. E anche se i fattori che presiedono all’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze sono molti e articolati, occorre pervenire ad una scelta ragionevole, ad una ponderata deliberazione. Tra i molteplici elementi che concorrono a formare oggi lo stock di risorse umane per costruire il futuro di un paese, rilevanti sono i saperi e le competenze “verdi”, connesse con la progettazione educativa della sostenibilità. Favorire l’accumulazione e la valorizzazione delle risorse umane implica una svolta, quella “conversione” ecologica che è all’origine della capacità di imparare green jobs, di innovare processi organizzativi, politiche istituzionali e culture amministrative.

La decisione e gli investimenti che oggi sono realizzabili nella prospettiva della green economy rappresentano una potenziale fonte di valore. Nel considerare la sfida posta dalla crescita nel segno della sostenibilità dello sviluppo economico al mondo della scuola e della famiglia, delle realtà imprenditoriali e associative è in gioco una green education per imparare la cittadinanza planetaria e condividere le risorse della terra7. La pedagogia, riflessione critica e azione progettuale, è chiamata a decifrare inediti bisogni socioeducativi, a elaborare teorie e protocolli operativi in forza della tradizione euristica che ne contraddistingue lo statuto epistemologico. Un’educazione a stili di vita che custodiscano il pianeta per salvaguardarne la biodiversità ha da essere centrata su un’idea di persona e di sviluppo pienamente umano. La politica che ci aspetta nei prossimi anni, le scelte collettive che oggi si delineano chiedono che un consenso il più diffuso e convinto possibile venga cercato con idee efficaci e con strumenti adeguati sul piano istituzionale e amministrativo, imprenditoriale ed associativo, del sistema formativo e della comunicazione. La centralità delle questioni antropologica e pedagogica in ordine alla domanda sulla verità dell’esistenza e dello sviluppo ha a che fare con la trascendenza della persona umana, con la speranza per le odierne società e per tutte le parti che le compongono. Chiama in causa la trama stessa della testimonianza cristiana, impegno e promessa nella dimensione futura del tempo, per dare forma ad un’ecologia dell’ambiente strettamente connessa con un’ecologia umana, di là e attraverso la contesa sulle risorse del pianeta e il sensazionalismo sui problemi dell’ambiente. Al centro è lo sviluppo umano all’alba di un green new deal che non può esaurirsi soltanto nella scoperta di nuove classi di profitto come risultato di una reingegnerizzazione innovativa ed ecologica dei processi produttivi. educare2

Lotta alla povertà e contrasto ai cambiamenti climatici, vigilanza sulla questione idrogeologica e sul crescente fabbisogno di energia, per indicare alcuni dei temi su cui si dovrà misurare l’efficacia della governance globale8, possono essere affrontati attraverso una via democratica, aperta ai valori della fraternità tra i popoli, della solidarietà intra e intergenerazionale, dell’educazione alla responsabilità per il bene umano, verso nuovi stili di vita9.

* Direttore di Alta Scuola per l’Ambiente, Università Cattolica del Sacro Cuore

1 L. ORNAGHI, Prefazione, in P. MALAVASI (a cura di), L’ambiente conteso, Ricerca e formazione tra scienza e governance dello sviluppo umano, Vita e Pensiero, Milano, 2011, p. VII.

2 BENEDETTO XVI, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace. Se vuoi coltivare la pace custodisci il creato, 2010, § 1.

3 A. SEN, Per uno sviluppo umano: legalità, fiducia, cooperazione, in «Etica per le professioni», 2009, 2, pp. 11.

4 Cfr. Cfr. Z. BAUMAN, Consuming Life, Polity Press, Cambridge UK – Malden USA, 2007.

5 Cfr. A. SEN, The Idea of Justice, Allen Lane – Penguin Books, London, 2009.

6 Cfr. l’impostazione di S. BECHER, Human capital: a theoretical and empirical analysis, Columbia University

7 Cfr. P. MALAVASI, Pedagogia verde. Educare tra ecologia dell’ambiente e ecologia umana, La Scuola, Brscia, 2008.

8 Cfr. World Watch Institute (ed.), State of the World 2010. Trasformare la cultura del consumo, Milano, Ambiente, 2010. 9 Cfr. Cfr. J.P. FITOUSSI-E. LAURENT, La nuova ecologia politica. Economia e sviluppo umano (trad. dal francese), Milano, Feltrinelli, 2009.