Un dossier approfondito e completo sull’epidemia di sifilide e altre malattie veneree intenzionalmente diffusa da alcuni ricercatori del dipartimento di sanità americano tra 1.300 guatemaltechi dal 1946 al 1948. “Ethically impossible” è il documento di oltre 200 pagine pubblicato il 13 settembre scorso da una commissione governativa incaricata dal presidente Obama di far luce su questa oscura vicenda. Ne è uscito uno studio che descrive dettagliatamente un caso che ha indotto la Casa Bianca ad un atto di scuse formali nei confronti del Paese latinoamericano. I medici, dopo aver realizzato la prima parte dell’esperimento chiedendo il consenso ad alcuni detenuti nel carcere di Terre Haute, nello stato dell’Indiana, hanno poi deciso di proseguire l’esperimento a qualsiasi costo. Anche reclutando nuove cavie umane a loro insaputa. L’obiettivo era testare l’efficacia della penicillina rispetto alla pomata al mercurio.
Detenuti, soldati, pazienti psichiatrici e prostitute, con la collaborazione di medici locali, sono stati infettati con diversi ceppi di malattie veneree, con finanziamenti dal National Institutes of Health e dal Pan American Sanitary Bureau. “La ricerca scientifica – scrive la Commissione presidenziale nel dossier – se non tiene conto della dimensione etica, può rendere ciechi i ricercatori di fronte all’umanità delle persone coinvolte”. Rischi, si spiega nella relazione, che anche oggi non sono completamente esclusi, tenendo conto della proliferazione di sperimentazioni cliniche da parte di aziende farmaceutiche in Paesi come Russia, India e Cina. Un database del National Institutes of Health elenca attualmente 113.717 protocolli sperimentali in 176 Paesi.
La Commissione, per ricostruire la vicenda, ha trovato e studiato più di 125mila documenti originali e fotografie e oltre 500 fonti secondarie, recuperandoli in diversi archivi pubblici e privati del Paese, a partire da quello di John Cutler, responsabile delle sperimentazioni insieme a Juan Funes, un dirigente della Sanidad Publica del Guatemala. Un articolo scritto dalla presidente della Commissione, Amy Gutmann, sul sito dell’organismo presidenziale il giorno dell’uscita del dossier, sottolinea come il caso del Guatemala evidenzi la necessità di regole garantiste a tutela dei diritti della persona, anche se non sempre i ricercatori colgono le motivazioni etiche di alcuni limiti e quindi si impegnano per rispettarli.
Inoltre, si sottolinea che il consenso informato è una condizione necessaria ma non sufficiente, soprattutto nel caso in cui la ricerca preveda di compiere azioni dannose e sproporzionate rispetto ai benefici nei confronti del soggetto. L’autrice invoca la necessità di studiare tutte le implicazioni etiche delle scelte che guidano la ricerca e anche la necessità di vedere le regole come strumenti di tutela dei diritti dell’uomo e non solo come ostacoli da aggirare o limiti alla libertà di ricerca.
John Cutler, in veste di Assistant Surgeon General, una sorta di vice ministro per la sanità Usa, nel 1958 divenne il responsabile di un altro progetto tristemente noto, svoltosi a Taskegee in Alabama tra il 1932 e il 1972, che ha coinvolto 600 uomini di colore, di cui 399 affetti da sifilide e 201 sani, anche qui senza il previo consenso a partecipare all’esperimento. Cutler dopo aver lasciato il servizio di sanità pubblica nel 1967, ha contribuito a stabilire un programma di salute pubblica presso l’Università di Pittsburgh, dove era professore, mentre sua moglie era impegnata nel direttivo di Planned Parenthood, la potente lobby abortista internazionale.
Ilaria Nava, giornalista