La storia ci insegna che la guerra non è mai una soluzione e che le conseguenze non si limitano ai disastri sul campo, ma durano per decenni. Con il senno di poi gli interventi di prevenzione o pacificazione, anche i più complessi, hanno un costo – anche economico – molto più basso per la collettività. Imparare dalla storia è però evidentemente difficile per tutti.
In questi giorni ci sentiamo profondamente colpiti per l’invasione violenta dell’Ucraina. L’inizio di una guerra, anche se annunciata e probabile, è sempre uno shock che crea dilemmi etici sul cosa fare per fermarla. Il Gruppo Banca Etica è nato anche grazie alla spinta del movimento pacifista italiano e in Etica Sgr, fin dalla nascita, abbiamo cercato di tradurre in pratica finanziaria il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Da sempre escludiamo dagli investimenti dei fondi attività e società legate agli armamenti o in imprese che hanno legami con la produzione ed il commercio delle armi. Siamo convinti che demilitarizzare i rapporti tra gli Stati e far crescere una cultura del dialogo non armato può aiutare a trovare altri modi per risolvere quelle controversie internazionali che rischiano di diventare pretesto per la guerra.
Oltre a ciò, da anni abbiamo indirizzato il nostro dialogo anche con le Società con cui collaboriamo per “esportare” la nostra attenzione al tema armamenti nelle policy di altri operatori finanziari. In particolare sul tema delle armi di distruzione di massa, come le armi nucleari.
Questa guerra in Europa ha delle differenze rispetto ai tanti conflitti che ci sono stati nel mondo (e anche in Europa) negli ultimi anni: la presenza di un arsenale nucleare che, neanche troppo velatamente, già viene usato come minaccia. Durante le guerre è più difficile far prevalere le ragioni della pace. Ma tanto possiamo fare per cambiare le cose sul lungo periodo, anche con le nostre scelte di investimento.
La finanza etica mette al centro dell’attività economica e finanziaria l’uomo e il Pianeta in cui vive. Di più, intende riformulare i fini e i mezzi della finanza per creare valore economico accrescendo il bene comune.
Il rifiuto di finanziare la guerra è uno di questi mezzi.
Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr
Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr
Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata