Dal Blog di Luigi Accattoli
All’Udienza di mercoledì 16 marzo Papa Francesco ha invitato a invocare la pace facendo sua una preghiera dell’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, nella quale è l’invocazione messa nel titolo del post. Nel primo commento l’intera preghiera, nel secondo un’altra preghiera che il Papa aveva proposto poco prima in San Pietro a un gruppo di ragazzi milanesi. Nel terzo un ringraziamento a Francesco che sta mostrando – e già l’aveva fatto con la pandemia – come si possa guidare la Chiesa con la preghiera.
1. Francesco fa sua una preghiera dell’arcivescovo di Napoli. Al termine dell’Udienza generale il Papa ha fatto questo appello orante:
Nel dolore di questa guerra, facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che ha scritto un vescovo italiano:
Perdonaci la guerra, Signore
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore,
se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore. Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza,
non sia fatta la nostra volontà,
non abbandonarci al nostro agire!
Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza!
Fermaci, Signore!”
2. Sono come noi – come voi.
Prima dell’udienza generale Francesco aveva incontrato nella Basilica di San Pietro duemila studenti dell’Istituto professionale “La Zolla”, di Milano, invitandoli a “pensare, fare un pensiero” ai tanti bambini, bambine, ragazzi e ragazze “che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo, e sono come noi, come voi”.
“Sei, sette, dieci, quattordici anni e voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace. Invece questi piccoli, anche piccolini, devono fuggire dalle bombe, stanno soffrendo, tanti, con quel freddo che fa lì… Pensiamo. Ognuno di noi pensi a questi bambini, bambine a questi ragazzi, ragazze, oggi stanno soffrendo, oggi, a 3000 km da qui. Preghiamo il Signore. Io farò la preghiera e voi con il cuore con la mente pregate con me”.
Signore Gesù ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto… Signore Gesù guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti. Signore Gesù benedici questi bambini e proteggili. Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga. Ave Maria….
3. Guidare la preghiera – guidare la Chiesa.
Come già per la pandemia, anche per la guerra Francesco svolge una continuata, quasi quotidiana, scuola di preghiera che può anche essere intesa come la via attraverso la quale in questa circostanza estrema egli guida la Chiesa. Guida la preghiera della Chiesa, come si addice a un vescovo, al vescovo di Roma. E guidando la preghiera, guida la Chiesa. Per ora basta così. Avremo occasione, i prossimi giorni, di continuare questa riflessione dando conto delle nuove stazioni di questa preghiera interminata. Di questa duratura Missa in tempore belli: Messa nei giorni della guerra.
Il Cantico
ISSN 1974-2339
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