“Suoli: dove inizia il cibo” è il tema scelto per la Giornata Mondiale del Suolo 2022, istituita dall’Unione Internazionale di Scienze del Suolo (IUSS) e dalla FAO. Ogni 5 dicembre si vuole così sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di nutrire efficacemente il suolo, indispensabile per ogni essere umano.

La Giornata Mondiale del Suolo è stata ideata nella 68esima Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 20 dicembre 2013. Ha come scopo quello di incentivare una maggiore sensibilità ambientale ai fini di saper sfruttare al meglio, non danneggiandole, le risorse che la terra offre. I cambiamenti climatici producono infatti delle conseguenze sempre più imprevedibili, accelerando il susseguirsi di eventi climatici quanto mai aggressivi. Conoscere il territorio, diventa quindi fondamentale per prevenire i danni che possono compromettere la salute del suolo.
L’intero ecosistema terrestre si nutre dalle risorse del terreno, che per mantenersi ha bisogno a sua volta di un apporto equilibrato di nutrienti: proprio questo è il tema cardine della Giornata Mondiale 2022. Se i suoli non vengono gestiti in modo sostenibile, la loro fertilità e le piante diventano carenti di nutrienti, con gravi conseguenze per la salute.

Il dissesto idrogeologico
Il rischio idrogeologico dipende da fenomeni connessi con la natura del territorio, ma anche da attività umane che prevedono la modificazione dello stesso, come deforestazione, cementificazione e l’abusivismo edilizio. Il 68,9% dei comuni italiani sono ad alto rischio idrogeologico. Frane, alluvioni, valanghe e sprofondamenti provocano conseguenze irreparabili sul territorio e la morte di tante, troppe persone. Le cause sono riscontrabili nei cambiamenti climatici e nella mancata prevenzione. Il dissesto idrogeologico potrebbe venire facilmente controllato o eliminato, ma spesso il territorio non viene messo adeguatamente in sicurezza. “Da 60 anni abbiamo sempre inteso il suolo come un bancomat, utilizzabile in modo illimitato”, afferma Giuseppe Milano, segretario di Greenaccord. “Invece è una risorsa naturale e non rinnovabile per i suoi lunghi tempi di formazione”.
Secondo Silvio Seno, Presidente della Federazione italiana di Scienze della Terra, dal dopoguerra a oggi “in Italia ogni anno si sono spesi una media di 5 miliardi di euro per i danni materiali causati da eventi naturali, di cui circa un quarto sono direttamente ascrivibili al dissesto idrogeologico. Tutto questo senza considerare la perdita di vite umane”.

La tragedia di Ischia
La frana che sabato 26 novembre ha colpito il comune di Casamicciola ha provocato la morte di 12 persone e ne ha ferite 5. Ischia è un’isola vulcanica, il che comporta un alto rischio di pericolosità di base.
Inoltre il 49% del suo territorio è classificato a pericolosità molto elevata per frane. Nel 2009 l’isola fu infatti colpita da un’altra alluvione molto simile a quella di quest’anno, anche se di minore intensità e violenza, ma successivamente gli interventi di prevenzione necessari non sono stati attuati. Secondo quanto afferma il ministro della transizione ecologica Gilberto Pichetto Fratin, nel comune di Casamicciola sono stati stanziati 12 anni fa dal ministero dell’Ambiente poco più di 3 milioni di euro, ma gli interventi risultano ancora in fase di progettazione, oltre ai due milioni e mezzo, mai spesi, stanziati nel 2021 dal Viminale per la mitigazione del rischio idrogeologico. “Uno dei grandi assenti del dibattito pubblico, è la cultura della pianificazione territoriale: non ci dovremmo stupire se abbiamo piani regolatori vecchi di decenni” afferma ancora nell’intervista a Radio Vaticana Giuseppe Milano. “Questa fragilità istituzionale concorre alla fragilità ambientale”.

L’importanza della prevenzione
Sensibilizzare le giovani generazioni sul tema, nelle scuole e attraverso associazioni specializzate, può aiutare a prevenire le tragedie e a preservare il dono del suolo, che spesso diamo per scontato. Resta fondamentale diffondere l’informazione e soprattutto la consapevolezza che il suolo è essenziale e sostanziale per la nostra esistenza e che, come afferma Milano, “senza suolo non possiamo vivere”. “Papa Francesco – conclude il segretario di Greenaccord – nella Laudato si’, ancor prima dell’acqua e dell’aria, parla del suolo, della madre terra. Il suolo e la terra sono degli alleati per contrastare l’accelerazione dei cambiamenti climatici, e se ne è parlato anche alla recente Cop27 tenutasi in Egitto”, ribadendo ancora una volta come la prevenzione abbia dei costi decisamente inferiori a quelli degli interventi necessari in seguito ad una tragedia naturale.

Francesca d’Amato – Città del Vaticano

Il Cantico
ISSN 1974-2339
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