Dopo l’interessante incontro “Economia circolare e responsabilità sociale” promosso a Bologna, abbiamo chiesto al relatore Dott. Claudio Tedeschi, presidente di Dismeco srl (azienda leader nel trattamento dei rifiuti elettrici e elettronici) di offrire ai nostri lettori una parola di sintesi sull’importante tema dell’economia circolare e sullo spirito che ha guidato e guida questo straordinario lavoro.

L’economia circolare e tutte le sue declinazioni saranno certamente il driver economico, e non solo economico, dei prossimi anni. E con il progetto “Borgo ecologico” della Dismeco di Bologna abbiamo pensato che la sostenibilità ambientale potesse essere proposta in tutte le accezioni possibili. Siamo la prima azienda nata in Italia nel 1977 nel trattamento dei rifiuti tecnologici. E abbiamo cercato di creare un brand unico al mondo, quanto all’eccellenza nel trattamento di alcune tipologie di rifiuti.
Siamo il primo impianto in Europa per quanto riguarda la capacità di recupero delle materie prime dei rifiuti tecnologici, quali ad esempio lavatrici. Con il Borgo ecologico abbiamo cercato di avvicinare altre suggestioni dell’economia circolare. La nostra è un’azienda che fin dal primo momento ha voluto essere pro-attiva e in qualche modo disponibile a recepire, per quanto possibile, tutte le suggestioni e tutte le esigenze che provengono dal territorio.
Questo perché? Perché riteniamo che l’ambito dell’economia circolare e della sua declinazione industriale possa veramente offrire tante opportunità in prospettiva non solo di rinnovamento e di impegno industriale in senso tecnologico, ma anche dal punto di vista occupazionale. Le aziende che si occupano di rifiuti come la nostra hanno grande necessità di investimenti a livello di capitali, ma anche di grandi investimenti e necessità a livello di lavoro.
È un contenitore ideale il Borgo ecologico per creare occupazione sul territorio, soprattutto con un fine di salvaguardia ambientale. Questo progetto, che è stato premiato l’anno scorso, come “Caso di studio internazionale”, è un contenitore all’interno del quale noi abbiamo cercato non solo di avere l’eccellenza tecnologica, ma anche una attenzione particolare agli ultimi.Abbiamo creato un laboratorio presso il carcere di Bologna e abbiamo assunto un detenuto che al mattino esce dal carcere e la sera vi rientra., appunto perché riteniamo che la responsabilità sociale dell’industriale in questo momento debba rinnovarsi, debba riapparire, debba concretizzarsi, come avveniva per esempio negli anni 50-60 in cui l’imprenditore aveva un ruolo sociale.
Noi crediamo che la green economy possa essere veramente l’innesco ideale affinché non solo l’eccellenza aziendale e tecnologica, ma anche l’attenzione nei confronti degli ultimi, delle fasce sociali più deboli sia socialmente che economicamente, possa trovare una nuova prospettiva di occupazione e di sviluppo.

(trascritto dalla viva voce)

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata