Recensione di Francesco Occhetta
Per la dottrina sociale della Chiesa, l’antidoto alla guerra è la forza della non violenza. Lo precisa mons. Mario Toso in questo testo, che ha come punto di partenza il «Messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale per la Pace del 1° gennaio 2017».
È grazie a papa Francesco, infatti, che il tema della non violenza è stato riportato al centro del dibattito pubblico.
Per l’Autore, la non violenza non può essere ridotta alla resistenza o alla difesa passiva: essa piuttosto “è azione riflessa e concreta, che punta all’efficacia. Si fonda su un’analisi rigorosa della situazione e dei rapporti di forza», «si oppone alla distruzione delle persone umane e si preoccupa di instaurare, ripristinare, difendere i loro diritti fondamentali». La non violenza «è forza diversa da quella dei violenti: è forza che contrasta il male e l’ingiustizia, rispetta la persona e l’avversario».
Il rovescio della medaglia è il volto sfigurato della violenza, che si presenta a livello personale e sociale ed è spesso alimentata dai media, da un rapporto non equilibrato con l’ambiente e con la scienza. Tuttavia la violenza non va confusa con la legittima difesa e con la coercizione esercitata a servizio della giustizia. Queste eccezioni sono previste dalla dottrina sociale della Chiesa.
Al centro del volume troviamo una delle tesi principali: «Bisognerebbe perseguire, senza indugio, la precondizione di un disarmo nucleare generale» che si basi su un principio di fiducia reciproca. La Chiesa deve ripartire da qui, da una proposta antica e sempre nuova, nata con il sogno del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio – uno dei fondatori de La Civiltà Cattolica –, i cui studi sulla pace e sulla guerra furono punti di riferimento per i Papi fino a Giovanni XXIII, e anche per giuristi e politici. Egli considerava immorale il fatto che gli Stati sovrani potessero ritenere legittimo entrare in guerra qualora un’organizzazione internazionale – che egli chiamava «etnarchia» – avesse impedito ogni ricorso alla violenza tra Stati.
Alcuni capitoli si ispirano al pensiero di Paolo VI, per il quale la non violenza è nutrita da una radice spirituale e può essere realizzata solo da coloro che scoprono la pace del cuore. A questo riguardo L’Autore fa riferimento anche a Madre Teresa, definita «la nuova Samaritana nonviolenta» del nostro tempo.
La violenza va dunque svuotata dall’interno, nei suoi vari livelli – psicologico-personale, etico, culturale, economico e politico –, attraverso l’impegno quotidiano dei testimoni non violenti, i quali, quando subiscono il male, lo portano sulle loro spalle, imitando il Maestro. La Chiesa continua a parlare in forma esplicita e radicale del Vangelo della pace (cfr At 10,36), e di fronte alla guerra, più che pacifista, è realista, perché i Pontefici nella storia non hanno mai smesso di proteggere i più deboli, di ristabilire la giustizia, di limitare i danni dei conflitti e di costruire coscienze e comunità di pace.
La lunga esperienza dell’Autore come segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace è all’origine di questo volume, che non contiene soltanto opinioni personali, ma posizioni che hanno ispirato il Magistero ufficiale.
Da “La Civiltà Cattolica”,
Quaderno 4017- 4/11/2017
Il libro ISBN 9788894104752,
Pagg. 112, € 12,00,
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