Il Sinodo dei Giovani della Chiesa di Faenza-Modigliana è stato fortemente voluto dal nostroVescovo diocesano, S.E. Mons. Mario Toso, come frutto dell’ampia partecipazione dei giovani dellaDiocesi alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia in Polonia nel luglio 2016. Il Vescovo ha indicato il sinodo come strada da percorrere per rilanciare la pastorale giovanile sia a livello parrocchiale sia diocesano: da questo infatti nascerà il nuovo progetto diocesano di pastorale giovanile con l’obiettivo di rivitalizzare, con il coinvolgimento effettivo dei giovani, le nostre comunità ecclesiali. Personalmente ringrazio il Signore per l’avventura del Sinodo che, al di là dei risultati concreti che si potranno attuare, ha dimostrato di essere una vera esperienza di Chiesa, un cammino fatto insieme da giovani e adulti per il bene delle nostre comunità. Quanto è auspicabile che lo stile del dialogo, del confronto e della condivisione, entri sempre più nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti, facendo diventare queste realtà sempre più “sinodali”, cioè capaci di camminare insieme e non ognuna per conto proprio.
Il titolo del Sinodo, che mi ha visto coinvolto come membro della Segreteria Generale, è stato “Chiamati alla Gioia”, titolo scelto perché tutti i giovani presenti nel territorio della Diocesi sentano questa chiamata alla gioia, cioè ad una vita più bella, più vera, più carica di senso e significato, avendo fede che tale chiamata viene da Dio, colui che non toglie nulla a coloro che scelgono di seguirlo, ma al contrario riempie il cuore e la vita della vera gioia. Il documento finale, frutto di due anni di intenso lavoro, che qui presentiamo e che è stato consegnato nella mani di S.E. Mons. Toso, ha infatti visto la partecipazione di centinaia di giovani della nostra Diocesi: nel primo anno (anno pastorale 2017-2018) si è svolta la fase preparatoria del Sinodo, con i membri della commissione preparatoria impegnati a incontrare tutti i gruppi giovanili delle varie unità pastorali, associazioni e movimenti e a raccogliere da loro proposte, suggerimenti e critiche riguardo alla pastorale giovanile nel suo insieme. Nel contempo si è svolta, in collaborazione con l’Università Salesiana, un’indagine di ricerca che nel suo insieme ha coinvolto circa un migliaio di giovani; tale ricerca era intenzionata a compiere una sorta di analisi del mondo giovanile dei comuni della nostra Diocesi (i risultati sono stati pubblicati nel report di ricerca “Prove di sintonia – Giovani e Chiesa in un’esperienza sinodale”).
Nel secondo anno (anno pastorale 2018-2019) sono quindi iniziati i lavori della fase celebrativa del Sinodo durante i quali 120 giovani e adulti rappresentanti di tutte le realtà giovanili della Diocesi si sono riuniti per confrontarsi e discernere su quattro temi fondamentali per la vita di tutti i giovani: Chiesa, Vocazione,
Missione e Società.
Il documento sinodale si articola quindi in quattro capitoli, uno per ciascuna tematica del Sinodo, e per ogni capitolo è indicata un’icona biblica di riferimento: è infatti sempre fondamentale partire dalla Parola di Dio per riscoprire ogni volta quanto essa ha da dire a ciascuno di noi. Successivamente vengono elencati alcuni principi che l’assemblea ha delineato circa il proprio ambito di competenza e, infine, vengono fatte alcune proposte che chiediamo vengano prese in esame per migliorare la qualità della nostra pastorale.
I destinatari di questo documento, dei principi e delle proposte che esso contiene, sono tutte le persone che hanno a cuore il presente e il futuro della Chiesa e della società; in primis il Vescovo, i presbiteri e i diaconi della nostra Diocesi, perché possano prendere sul serio il nostro lavoro e valutarlo nei modi e nei tempi che riterranno più opportuni; tale documento deve entrare in tutte le comunità, nei consigli pastorali parrocchiali e nei consigli delle varie aggregazioni laicali; soprattutto dovranno prenderlo in mano i catechisti e gli educatori dei giovani dall’immediato post Cresima in avanti, perché possano comprendere la bellezza e l’importanza del loro delicato servizio. Anche gli adulti e gli anziani non devono sentirsi estranei rispetto a questo lavoro; anzi vorremmo che dalle nostre riflessioni nascesse un nuovo patto di “pace inter- generazionale”, ossia un dialogo profondo e reale tra giovani e meno giovani, ribadendo l’importanza della presenza di tutte le fasce d’ età all’ interno della comunità ecclesiale.
Qualcuno ha pensato che questo Sinodo sia stato un po’ una “pretesa”: e noi giovani diciamo grazie proprio per questa pretesa, perché lo slancio che esso ha portato in Diocesi è stato importante, da qualunque parte lo si guardi, sia con occhio critico che con occhio pieno d’entusiasmo. E non è finita qui. Si apre ora, infatti, la terza e forse più impegnativa fase: quella dell’attuazione di quanto emerso dal Sinodo. Un impegno non semplice, ma fondamentale, che esige di passare dalle parole ai fatti, di far diventare “vita concreta” quanto detto e poi scritto: un percorso, in definitiva, che vuole pacificare e, allo stesso tempo, risvegliare (e non assopire) le situazioni critiche della Pastorale Giovanile dei nostri tempi con la consapevolezza che anche le scelte più innovative o più ristrutturanti che a tal riguardo andranno fatte saranno foriere di arricchimenti umani e spirituali.
Ringraziando la Fraternità Francescana “Frate Jacopa” per lo spazio concessomi su questo numero del Cantico, desidero concludere con le parole di Papa Francesco all’inizio dell’esortazione apostolica Christus vivit scritta dopo il Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” e che sono indirizzare a tutti i giovani: «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!».
Il Cantico
ISSN 1974-2339
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