Da circa 2 anni la Fraternità Francescana Frate Jacopa presta il suo servizio presso la mensa diocesana della Caritas a Bologna in Via S. Caterina. La presenza dei volontari si articola sia nei turni della cucina, sia in quelli del servizio ai tavoli e di responsabile e si distribuisce nei turni del mercoledì, giovedì e sabato con la presenza complessiva di una decina di persone. La presenza non si interrompe mai nemmeno durante i mesi estivi o i giorni festivi in quanto la mensa è aperta tutti i giorni, alla sera, per tutta la durata dell’anno. Al servizio si sono avvicendati anche momenti di preghiera, uno è stato guidato dalla Fraternità stessa, ed anche momenti di formazione oppure di condivisione per fare maturare un clima di fraternità.
L’organizzazione del servizio prevede che sia possibile avere anche un dialogo con alcuni ospiti abituali che pur nella complessità della loro situazione di disagio e precarietà coltivano un forte desiderio di dialogo e scambio anche su temi di attualità o del loro quotidiano; tutto ciò aiuta a calarsi nei panni di chi si siede a tavola non solo per essere nutrito ma a volte anche “ascoltato”. Sulla realtà della Mensa della Fraternità, a cui i nostri volontari portano il loro contributo, proponiamo l’articolo di Avvenire (Bologna 7 agosto 2011) che mette a fuoco anche il problema delle nuove forme di povertà di cui tutti siamo chiamati a prendere maggiore consapevolezza.
È il 21° anno consecutivo che la Fondazione Camst, rappresentata oggi dal segretario generale Marco Minella fornisce gratuitamente 1.000 pasti al mese di agosto agli ospiti del dormitorio comunale di Bologna in via Sabatucci, sostituendo i volontari delle Caritas parrocchiali che, in collaborazione con la Mensa della Fraternità e l’Opera Marella, si fanno carico nei restanti mesi dell’anno del servizio di preparazione e distribuzione serale dei pasti. Il 15 agosto poi, solennità dell’Assunta, Caritas e Camst, in collaborazione con la Mensa della Fraternità, l’Opera Marella e la Confraternita della Misericordia e col patrocinio del Comune di Bologna inviteranno 200 concittadini bisognosi al tradizionale pranzo di Ferragosto, nel Cortile d’onore di Palazzo d’Accursio.
«Questa ormai lunga e consolidata collaborazione» dice Paolo Mengoli, direttore della Caritas diocesana «dà testimonianza non solo della costante attenzione dell’azienda Camst al problema povertà, ma anche della solidarietà di cui la nostra città è capace. Emergono infatti sempre più prepotentemente nuove forme di povertà, che non trovano risposte adeguate nel perdurare dell’attuale grave crisi economica, aggravata anche da continui aumenti dei generi di prima necessità: per fare solo un esempio, negli ultimi due mesi il prezzo del latte è aumentato del 20%. Si rende, pertanto, urgente un ulteriore sforzo del pubblico e del privato sociale, per prevenire che fasce sempre più ampie di concittadini vadano ad ingrossare le fila di povertà, che spesso diventano vie senza ritorno. Nel contesto della povertà, infatti, si insinua pericolosamente il conseguente fenomeno della vulnerabilità psichica, attualmente in forte aumento, con disagi mentali e situazioni di “dipendenza”».
Mengoli ha anche una parola di elogio: «Un doveroso ringraziamento di Caritas – dice – al sindaco Virginio Merola che ha dato l’ospitalità ed il patrocinio all’iniziativa, in continuità con i precedenti sindaci».
«L’attenzione al bisogno» aggiunge fra Vincenzo Lagioia, segretario dell’Opera Marella «non consiste solo nella vicinanza pratica, materiale, ma anche nella vicinanza di pensiero, cioè nell’ascolto e nella comprensione. La solitudine è un male che in alcuni periodi dell’anno, come nel mese di agosto, si fa sentire ancora più pungente e diviene spesso la causa di mali peggiori. Il concreto e generoso contributo delle varie aziende che, come la Camst, donano generi alimentari alle mense Caritas, è sicuramente un importante messaggio di vita; ma deve essere affiancato da parte di tutti, in primis dalle strutture pubbliche, dalla disponibilità all’ascolto, dalla volontà di fornire risposte e dall’impegno poi di raggiungere le soluzioni. Il welfare resta solo una parola vuota, se non viene riempita di quella sensibilità ai bisogni di base, che a volte nella nostra città pare scarseggi».
«Oggi la Caritas bolognese» conclude Mengoli «assiste con grande preoccupazione all’aumento delle persone che chiedono di accedere alle mense e agli altri punti di refezione collegati alla Caritas. Attualmente in queste mense, come anche nell’otratorio di San Donato (via Zamboni), dove le suore di Madre Teresa per tre mattine alla settimana distribuiscono numerose colazioni, che spesso diventano il pasto principale della giornata, sono in aumento sia gli ospiti con casa, sia quelli privi di alloggi ed anche i numerosi immigrati di questi ultimi mesi. È un segnale grave. E sullo stato complessivo dei servizi sociali la Caritas diocesana si propone di “fare il punto” nel prossimo settembre».
MENSA DELLA FRATERNITÀ, 365 GIORNI PER I POVERI
La «Mensa della Fraternità» Caritas della Fondazione San Petronio, gestisce, nei locali in via Santa Caterina 8, oltre al servizio pasti serali, anche il servizio docce per persone prive di casa, in quanto, come sottolinea il direttore Paolo Santini, «anche l’igiene personale è un bisogno di base, come il cibo, e, in quanto tale, non può mai mancare; infatti sia mensa che docce sono aperti 365 giorni all’anno». «Ogni sera – ricorda Santini – sono circa 160 le persone che fruiscono della mensa, di cui un centinaio italiane; e l’età media, purtroppo in calo, ora si aggira intorno ai 40 anni. Durante lo scorso luglio sono stati serviti 5.000 pasti e si prevede la stessa cifra anche per il mese in corso».
La mensa ha registrato nel 2010 un incremento di utenti di circa il 10% rispetto al 2009 e nello stesso anno ha utilizzato 134 quintali di pane, 121 quintali di pasta, 101 quintali di carne e pesce, 107 quintali di contorni vari e 76 mila pezzi fra yogurt e dolcetti. Mentre per il servizio docce, sempre nel 2010, l’aumento è stato del 27%, pari a circa 3.000 servizi, con la fornitura gratuita dei relativi indumenti intimi.
«Il servizio» spiega Santini «è svolto da circa 140 volontari, la cui età media è inferiore ai 40 anni, con una netta prevalenza femminile, ed è normalmente regolato secondo un turnover, che nei mesi estivi causa l’incremento numerico degli ospiti, non basta più. Ma l’entusiasmo dei volontari nell’attenzione al prossimo, la loro disponibilità e il loro spirito di servizio sono tali che colmano qualsiasi emergenza, come dimostrato dalle numerose risposte che riceviamo sul nostro blog, recentemente aperto sul sito www.fondazionesanpetronio.it».
La mensa si regge sui proventi economici dell’Arcidiocesi (8 per mille), sulle donazioni di privati e sul contributo delle Fondazioni Carisbo e del Monte. Le donazioni di generi alimentari, oltre alla collaborazione con Camst, provengono da: Alcisa, Atlante, Caber, Concerta, Ca Guidotti, Coop Adriatica, G.R., La Rotonda, Lem, Pizzoli e Unilog.
Roberta Festi