img74Buona Pasqua!

Nel Messaggio per la Quaresima Papa Francesco ci invita a percorrere il tempo quaresimale come “una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte”. Per noi uomini non è facile orientare i pensieri ed anche i nostri affetti sulla Pasqua del Signore Gesù “mistero insondabile dell’umana redenzione”. Perciò da tutta la Chiesa si innalza l’invocazione: “Irradia su tutti noi la gioia pasquale, o Signore!”. Anche noi vogliamo fermarci in spirito di umile accoglienza e permettere che la luce e la gioia della Pasqua inondi la nostra vita.
Nei giorni successivi alla Pasqua gliApostoli, illuminati e resi forti dalla venuta dello Spirito Santo, nel loro immediato racconto dei fatti operati da Dio attraverso il Figlio Gesù, narrano la Pasqua come avvenimento che non riuscivano a tenere solo per se stessi. E questo non una volta ma almeno otto volte (cf. Atti degli Apostoli), perché questo li aveva colpiti più di ogni altro fatto ed era la memoria più viva del loro Maestro.
Era anche il nucleo fondamentale del Vangelo annunciato in tutto il mondo.
La vittoria riportata da Gesù Cristo sulla morte è il grande avvenimento. Il Creatore aveva detto ad Adamo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” (Gen 2,16 s).
E Adamo ed Eva, non dando nessun peso alle parole di Dio, anzi sentendosi loro capaci di decidere cosa era importante per la loro vita, mangiarono il frutto e così la morte tramite la disobbedienza dei nostri progenitori entrò nella storia dell’umanità. Ma di quale morte si tratta? Non è la morte fisica, che comunque rimaneva come termine della vita dell’uomo sulla terra. Ma una morte molto più profonda, una morte dell’uomo davanti a Dio, di divisione da Dio del quale l’uomo non può fare a meno.
La Pasqua è questo entrare di Gesù nella morte: Egli incontra la morte e distrugge il potere che essa ha sugli uomini: la morte era entrata per la disobbedienza di Adamo; il Figlio di Dio accetta l’emarginazione, il tradimento, l’abbandono, la sofferenza atroce della passione e della morte in croce, obbediente in tutto al Padre. Incontra la morte “in un prodigioso duello” e la sconfigge e così libera la vita risorgendo lui stesso. Gesù risorge per il suo stesso potere; ma anche per l’Amore tenerissimo del Padre che non poteva sopportare che il suo Figlio, l’amato, subisse la corruzione e quindi dà a Lui una nuova vita mediante la potenza dello Spirito Santo. È tutta la Trinità che fa fiorire la Resurrezione di Gesù.
La Passione di Gesù e la sua morte in Croce sono la dimostrazione della intensità del suo amore per noi. Gesù stesso, parlando della sua morte, aveva detto: “Nessuno ha un amore più grande che dare la vita per i propri amici”. Questo amore più grande sconfigge la morte ed è risuscitato e diventa fonte di vita non solo per Gesù ma anche per tutti noi. Anche noi siamo resi partecipi della Risurrezione di Gesù: nel Battesimo, per la potenza dello Spirito, la vita nuova, la vita di Gesù viene donata a noi.
Nella Lettera ai Romani S. Paolo scrive: “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.” (Rm 6, 3-4)
È una vita nuova, pienamente umana, preziosa per noi e per gli altri; nasce dalla Resurrezione di Gesù, è data a noi dall’opera dello Spirito Santo: il nostro compito è accoglierla e riconoscerla È la vita di figlio di Dio, animata dallo Spirito, è una vita in pace con Dio, vissuta come fratelli verso tutti. Facciamo dunque spazio in noi per accogliere un così grande avvenimento.
È veramente nuova la vita vissuta nella gratitudine al Padre e nella docilità allo Spirito, guardando unicamente a Gesù Cristo. Una vita che profuma di Gesù Cristo, perché è inabitata da Lui.

p. Lorenzo Di Giuseppe