Luogo natale di Giovanni Paolo I

Ogni anno, ormai da più di un decennio, è rigenerante tornare in agosto in Val di Fiemme a Bellamonte/Predazzo per il Convegno della Fraternità Francescana Frate Jacopa. Il tema affrontato in questo anno 2024 è stato “Al cuore della democrazia” per il bene comune della Pace.
È stato bello vivere in fraternità sia i momenti di formazione che quelli di uscite sul territorio; di questi ultimi vi racconterò.
Un po’ di fatica per arrivare ai Laghetti di Colbricon, ma ne è valsa la pena. Interessanti e piacevoli le uscite su Predazzo: la parte antica con la Chiesa dedicata a San Nicolò, la moderna Biblioteca La Stazione, che ci ha incantato, il Biolago frequentato da tantissimi ragazzi. Al Passo San Pellegrino, sulla strada per Fuciade ho sostato con alcuni fratelli sulle sponde di un laghetto tra bellissime cime.
La mattinata trascorsa al Santuario della Madonna di Pietralba è stata intensa; torno sempre a pregare per tante persone nella Cappella di San Pellegrino Laziosi “invocato da quanti soffrono di tumore o di malattie croniche”.
Finito il Convegno, abbiamo dedicato la giornata di sabato ad una visita/pellegrinaggio a Canale d’Agordo, luogo natale di Papa Giovanni Paolo I.
Eravamo già andati anni fa, ma tornarci ora con il Museo ben strutturato e la possibilità di visitare la casa natale è stato veramente straordinario.
Gran parte del merito va alla guida che abbiamo avuto, Dario. Ci ha fatto gustare ogni sala partendo dal seminterrato fino all’ultimo piano.
Una scultura ha catturato il mio sguardo: una mano, quella del Papa, che stringe simbolicamente delle spighe di grano, i suoi fedeli.
Molta importanza è stata data all’humus umano-culturale in cui Albino Luciani è nato e cresciuto.
Canale d’Agordo era crogiuolo di gente di varia provenienza che cercava lavoro nelle miniere; era snodo importante tra i territori asburgici e la Serenissima.
Uomini illuminati avevano accompagnato il passaggio dall’economia mineraria a quella agricola favorendo l’aggregazione in cooperative, è restata famosa quella della prima Latteria comunitaria d’Italia fondata nel 1872.
C’è un’intera sala dedicata agli anni della formazione e alle persone che hanno aiutato Albino nel seguire la propria vocazione al sacerdozio; i genitori ed in particolare la mamma che impegnò una collana d’oro pur di permettergli gli studi in seminario; le figure di don Antonio della Lucia e di don Filippo Carli che lo hanno stimolato con il loro esempio e il loro aiuto. Da queste figure, eccezionali per l’epoca, ha assorbito l’amore per la lettura, per la scrittura, per la fotografia e per le proiezioni (singolare un proiettore con le bobine della vita di Gesù).
In una sala i vari passaggi verso l’episcopato, la porpora e poi la sua elezione a Pontefice. Tutto faceva con grande umiltà, con cuore generoso; nonostante la salute instabile, si spendeva totalmente per i suoi fratelli in Cristo. Con la sua mitezza ha conquistato i cuori di tanti.
Nel passaggio alla casa natale, in una cantina abbiamo potuto osservare gli attrezzi che venivano usati per i lavori agricoli e abbiamo potuto visitare le stanze dove si svolgeva la vita ordinaria della famiglia: la cucina, il soggiorno, la camera dove dormiva assieme al fratello, la camera che gli avevano riservato per quando tornava a casa ormai da Vescovo. Mi ha colpito che siano state conservate le fasce usate alla nascita; una nascita segnata subito dal rischio della morte, tanto che fu battezzato dalla levatrice. Particolare venire a sapere che gli aveva insegnato a leggere e scrivere la sorella più grande, sordomuta; che i fratellini nati primi di lui, e che portavano il suo nome, erano morti in tenera età. Belli un angioletto scolpito sulla testata del letto, una culla in legno, i paramenti per celebrare la Santa Messa e, in garage, la macchina che usava per gli spostamenti.
Abbiamo concluso la visita nella Chiesa del Paese recitando insieme la Preghiera per la canonizzazione e per l’intercessione del Beato Giovanni Paolo I.
Una foto ricordo, un caloroso saluto alla guida, che è stata così preziosa, e poi via verso il passo Valles per il pranzo.
Visto che vi ho raccontato momenti belli, vorrei concludere con la gioia di aver potuto condividere la celebrazione della Santa Messa prefestiva con la comunità di Bellamonte. Una coppia festeggiava le nozze d’oro; abbiamo messo il cuore per far festa insieme animando con il canto e coinvolgendo le figlie nelle letture; Padre Lorenzo ha benedetto gli sposi. Lo Spirito ha messo tanta gioia in tutti noi.

Amneris Marcucci

Il Cantico
ISSN 1974-2339
Pubblicazione riservata