img86L’Italia è travolta da un’ondata di miseria, non economica ma soprattutto intellettuale, culturale, spirituale. Una parte del paese (per fortuna solo una parte) è immersa in un vortice di odi e di rancori. Nella logica dell’1-1=0 è lì a fare il conticino di quanto ci guadagniamo e quanto ci perdiamo dall’invasione dei migranti. Ed è prigioniera di scenari apocalittici posticci che lei stessa si è costruita. Siamo invasi dai migranti che ci tolgono il lavoro e assorbono tutte le risorse economiche disponibili. Siamo l’unico paese ad accoglierli.
Non c’è più spazio per gli italiani. Sono talmente a loro agio in questo incubo che neppure i dati reali riescono a fargli cambiare idea. I conti della serva sono tutti sbagliati. Non c’è nessuna invasione. I migranti che arrivano hanno compensato a malapena il calo demografico degli italiani negli ultimi due anni.
E il saldo netto di quelli che restano nel nostro paese è in calo. L’Italia per molti è terra di transito e i carri armati e i muri degli altri sono solo trovate propagandistiche perché chi arriva in Italia trova poi il modo per arrivare nel paese in cui veramente desidera stabilirsi. Intanto chi è qui da noi fa comodo eccome. Lavora, paga contributi, svolge mansioni a basso costo ed altissima fatica che servono a tenere bassi i prezzi e il costo della vita degli italiani.
Chi dice che dobbiamo fermarli e dare il lavoro agli italiani disoccupati vive nel mondo delle favole e non capisce come funzionano le cose veramente. I potenziali lavoratori non sono figurine sostituibili e scambiabili a piacimento. Non è che se domani si libera la mansione X nel settore Y il disoccupato con competenze Z nel settore H può andare ad occuparla.
Nessun italiano, anche disoccupato andrebbe a fare il badante h24 con le notti vicino a malati difficili, a fare il bracciante agricolo a ore nella provincia di Foggia o Siracusa. C’è ancora qualcuno che pensa che nel mondo globale c’è qualcuno che il lavoro te lo dà a prescindere. Il lavoro si deve invece conquistare faticosamente migliorando le proprie competenze, soft skills, curriculum. E l’ostacolo non è l’euro o lo straniero ma la difficoltà generale dell’economia globale (e i modi e le strategie per creare più lavoro sono analizzati in tanti post di questo blog).
Dunque i conti della serva della tribù dell’1+1=0 sono tutti sbagliati. Ma anche se qualcuno di essi fosse giusto perderebbe di vista il fatto che i conti veri della vita sono altri. Accoglienza e generosità sono la porta del successo, dei doni e della ricchezza della nostra vita. I muri e le barriere non fermano proprio nessuno in una società globale come la nostra, murano solo noi stessi e la nostra capacità di essere generativi e felici.
E mettono le catene alla nostra vita. Nella vita la vera legge è quella della superadditività (1+1=3) che insegna che quando ci si apre all’altro, si impara la difficile arte della fiducia e della cooperazione si possono costruire assieme realtà solide e robuste che generano valore per tutti. E rendono innanzitutto ricca e feconda la nostra vita. Molti di noi persi in questo tristissimo dibattito rischiano di smarrire le leggi vere della vita che è generosissima e ricca di doni solo per chi è di manica larga.

Dal Blog di Giulio Albanese