Giulio Albanese

img134 (1)I dati percentuali e le cifre del Rapporto Oxfam, riferiti al 2018, sono a dir poco inquietanti. La disparità tra ricchi e poveri è sempre più in crescita, assumendo peraltro una valenza sistemica e strutturale. Ciò, in sostanza, significa che i diritti fondamentali dei poveri non trovano cittadinanza un po’ a tutte le latitudini. Ecco che allora, ad esempio, istruzione e sanità, non vengono affatto considerati diritti universali, rivelandosi sempre più privilegi per un manipolo di benestanti.
Nel rapporto Oxfam, intitolato “Bene pubblico o ricchezza privata?”, emerge che l’1% più ricco possiede metà della ricchezza aggregata netta totale del pianeta (il 47,2%), mentre 3,8 miliardi di persone, che corrispondono alla metà più povera degli abitanti del mondo, possono contare sullo 0,4 per cento. Un divario che si riflette su tutti gli ambiti della vita sociale – in particolare istruzione e salute – e può innescare una devastante spirale della violenza.
Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, a metà marzo aveva un patrimonio di 112 miliardi di dollari. Da rilevare che con l’1% di quella somma l’Etiopia (105 milioni di persone), paga il servizio sanitario nazionale. La situazione è drammatica anche nel nostro Paese, l’Italia, dove il 5% più ricco detiene la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero del paese. A significare che la povertà è un dato di fatto oggettivo che penalizza milioni di persone.
A metà 2018, in Italia, il 20% dei più facoltosi possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Viene spontaneo domandarsi come sia stato possibile che si acuisse, così a dismisura, la divaricazione tra ricchi e poveri dalla crisi finanziaria del 2008.
Il rapporto di Oxfam è chiarissimo: il divario è cresciuto per politiche fiscali inique e visioni politiche scellerate. È, infatti, evidente che l’attuale globalizzazione, all’insegna della de-regulation ha fatto sì che le tasse delle grandi aziende e dei super ricchi diminuissero drasticamente. In particolare ciò che colpisce è la drastica riduzione dell’aliquota effettiva versata sui redditi d’impresa che per le 90 più grandi corporation è scesa dal 34% del 2000 al 24% odierno. Per non parlare dei movimenti illeciti di denaro, che si sommano all’evasione ed elusione fiscale, a scapito del finanziamento del cosiddetto “welfare”. Una cosa è certa: il rapporto di Oxfam conferma la validità e l’attualità della Campagna “Chiudiamo la forbice, dalle diseguaglianze al bene comune” che pone all’attenzione di tutti il tema della diseguaglianza, declinandolo in tre ambiti in particolare: l’ambito della produzione e del consumo del cibo, della pace e dei conflitti e della mobilità umana.
La Campagna è promossa da Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, FOCSIV-Volontari nel Mondo, Fondazione Missio, CTG-Centro Turistico Giovanile, Coldiretti-Fondazione Campagna Amica, Comunità Papa Giovanni XXIII–Condivisione fra i popoli, Earth Day Italia, MCL-Movimento Cristiano Lavoratori, Pax Christi Italia. Come pertinentemente scrive papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, “L’iniquità è la radice dei mali sociali” (202), invitandoci ad operare insieme per contrastare un sistema economico che uccide, esclude, scarta uomini, donne e bambini, nelle periferie geografiche ed esistenziali del nostro povero mondo. Da notare che, recentemente, Bezos ha annunciato l’intenzione di investire la sua fortuna in un viaggio spaziale, non sapendo più dove spendere i suoi soldi.