Come medici abbiamo l’obbligo morale e deontologico di indicare le scelte più giuste per la tutela dell’ambiente, del clima, della salute e della pace, esse sono, in campo energetico, la produzione di energia con sistema solare, solare-termico, idrico e minieolico.

È una scelta sbagliata e dannosa riaprire le centrali a carbone contro la salute, il clima, l’ambiente, l’economia e le generazioni attuali e future.
Un scelta che non può essere la risposta alle paventate riduzioni delle forniture di gas e all’aumento, già in atto, del costo dell’energia elettrica. Il carbone in Italia contribuisce infatti a meno del 6 % del totale della produzione energetica.
Contribuisce però in maniera rilevante e inconfutabile all’inquinamento atmosferico, al surriscaldamento climatico ed è responsabile, per emissioni di polveri e gas nocivi, di malattie e morti. Si tratta di malattie respiratorie, cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative e malattie del disturbi del neurosviluppo come la sindrome dello spettro autistico e i disturbi del linguaggio nei bambini. È assodato il rischio maggiore per questa malattie per le popolazioni residenti in prossimità di fonti di emissione dei prodotti della combustione del carbone. Le storie delle centrali a carbone di Taranto, Vado Ligure e Civitavecchia, le più note, ci hanno tristemente insegnato quanto sia dolorosa e mortifera la scia dei fumi che si alzano dai loro impianti.
Non si può sfruttare strumentalmente l’attuale crisi energetica e la situazione di conflitto russo-ucraino per tornare a proporre la produzione di energia da fonti fossili ovvero: carbone, gas, biomasse e per poi risentire parlare anche di nucleare.
Evidentemente le più recenti tragedie occorse a Cernobyl e Fukushima non sono bastate, come inascoltato sembra rimanere l’esito del referendum sul nucleare in Italia.
E colpevole appare sempre più oggi il non aver voluto avviare, già da trent’anni a questa parte, l’Italia verso la produzione di energia da fonti alternative ai fossili: siamo il paese del sole.

Ci appelliamo quindi a tutte le società scientifiche, alle organizzazioni ambientaliste, ai cittadini perché uniscano la loro voce alla nostra così che le annunciate misure in favore della riapertura delle centrali a carbone siano ritirate e si avviino invece progetti di risparmio energico su scala nazionale e si avvii rapidamente la transizione ecologica in tutti i settori così da permettere una vita dignitosa e sana per tutti e tutte.

ISDE Associazione Medici dell’Ambiente
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Il Cantico
ISSN 1974-2339
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