Il commento di Riccardo Burigana, esperto di dialogo interreligioso ed ecumenismo, al nuovo documento della Commissione Teologica Internazionale sulla libertà religiosa

img241‘La Libertà religiosa per il bene di tutti.
Approccio teologico alle sfide contemporanee’ è il titolo del nuovo documento della Commissione teologica internazionale pubblicato il 27 aprile 2019, con il parere favorevole di Papa Francesco.
Il testo, messo a punto durante le sessioni plenarie della commissione in quattro anni di intenso lavoro, dal 2014 al 2018, punta i riflettori su questioni di stretta attualità: il diritto delle persone e delle comunità alla libertà religiosa, il rapporto esistente tra gli Stati e la libertà religiosa, il contributo della libertà religiosa alla convivenza e alla pace, la libertà religiosa nella missione della Chiesa. Tutto questo, letto alla luce della Dignitatis Humanae, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa, promulgata da Paolo VI nel lontano 1965.

Come dare testimonianza effettiva della libertà religiosa
“Il documento – commenta Riccardo Burigana, direttore del Centro per l’ecumenismo in Italia, esperto di dialogo interreligioso – è una riflessione teologica a 360 gradi della Chiesa Cattolica sullo stato dell’arte della libertà religiosa. Indica, nello stesso tempo, degli ambiti concreti nei quali intervenire per dare testimonianza effettiva della libertà religiosa; non solo in difesa di essa ma anche per proporla come modello, come stile di vita”. Il documento, sottolinea Burigana, è perfettamente inserito nel solco della tradizione, è in linea con “gli insegnamenti del magistero degli ultimi anni”.

Libertà religiosa pilastro del buon vivere comune
Il lavoro della Commissione Teologica Internazionale non nasce per un’emergenza immediata. La lunga gestazione di quattro anni spiega come la necessità sia stata invece un’altra: “Quella – entra nel dettaglio Burigana – di chiarire come sia importante, nel contesto e nel periodo attuale, approfondire la tematica della libertà religiosa. E rafforzare l’idea che la Chiesa Cattolica, insieme a molti altri cristiani, considera la libertà religiosa uno dei pilastri del vivere comune”. Burigana mette in evidenza che il documento chiede di evitare la strumentalizzazione del potere politico: “Nella Chiesa cattolica il dialogo con il potere politico deve essere costante, nella franchezza e nella verità.
Ma non si può più chiedere al potere politico di risolvere il problema della libertà religiosa affermandola o negandola. Il principio della libertà religiosa non va enunciato ma vissuto e lasciato vivere”.

Poter vivere la libertà religiosa in comunità
L’esercizio della libertà religiosa all’interno di comunità ben determinate è un altro punto focale del documento. Si legge nel testo: “L’esperienza religiosa custodisce il piano di realtà in cui la convivenza sociale vive e affronta i temi delle contraddizioni che sono propri della condizione umana (l’amore e la morte, il vero e il giusto, l’incomprensibile e lo sperabile) “. “È uno dei grandi temi che la Chiesa è chiamata ad affrontare nei tempi odierni” aggiunge Burigana. “Non si tratta solo di ricordare che sono moltissimi i cristiani che non hanno la possibilità di esercitare la propria libertà religiosa a livello comunitario, ma anche di mettere in chiaro che ad altri membri di altre religioni accade la stessa cosa. Il problema è trasversale, anche in quei paesi laici dove la libertà religiosa è una bandiera”.

Evitare la riduzione liberale della libertà religiosa
Nel documento c’è , tra le altre, una preoccupazione forte: la possibilità della riduzione liberale della libertà religiosa. Burigana spiega così questo timore: “È una critica all’idea che una volta affermata la libertà religiosa, tutto è a posto. È una critica agli Stati liberali moderni che affermano la libertà religiosa ma nell’affermarlo non la tutelano fino in fondo adducendo come scusa la propria presunta neutralità”.

Federico Piana – Città del Vaticano

ISSN 1974-2339
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